Lo stop dei rialzi di BCE e Fed suscita reazioni positive nei mercati, che si rivelano anche più ottimisti sul futuro. Se infatti molti pensavano a una pausa “da falco” nell’attesa di ulteriori restrizioni nella politica monetaria, i dati sul lavoro americano cambiano l’outlook. Il 2024, secondo alcuni, potrebbe già essere l’anno dell’allentamento.
A incoraggiare sono anche i dati dell’inflazione, anche in Europa. La Commissione Europea ha di recente rivisto la sua previsione sui rincari 2023 da +5,8 a 5,6%, incoraggiando ulteriormente le speranze degli investitori. Ma per l’anno prossimo, i livelli di prezzo dovrebbero continuare a salire del 2,9%, ancora troppo rispetto agli obiettivi delle Banche Centrali. Il tutto senza contare il rischio di shock dei prezzi – soprattutto quelli energetici – derivante dalla delicata situazione internazionale.
Non a caso, economisti e banchieri si tengono prudenti. I tassi di riferimento di BCE e Fed – per ora – restano piuttosto alti: 4,5% per l’UE e 5,25% per gli USA. E la stessa Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, ci ha tenuto a specificare che «la pausa dei tassi non esclude nuovi rialzi». ©
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