Rivoluzione in casa OpenAI. Dopo il rientro di Sam Altman, licenziato e poi riassunto da nel giro di una settimana, Microsoft fa parte del consiglio di amministrazione dell’azienda madre di ChatGpt, in cui il colosso dell’informatica ha investito circa 13 miliardi di euro. Tecnicamente la società fondata nel 1975 da Bill Gates sarà un osservatore senza diritto di voto.
Altman di nuovo al suo posto
Per il 38enne fondatore di OpenAI ora i rapporti di forza professionali non sono più gli stessi: la presenza di Microsoft e il rinnovo del consiglio di amministrazione significano per Altman il sostegno dell’intero board. Ha ammesso di tornare «più carico che mai», fissando i prossimi obiettivi aziendali. Che saranno quello del miglioramento dei prodotti e del rapporto con i clienti, un piano di ricerca che veda maggiori investimenti in sicurezza e un miglioramento nella governance aziendale.
Che cosa è successo
Sam Altman è stato licenziato da OpenAI lo scorso 17 novembre. «Non è stato sempre sincero nelle comunicazioni con i dirigenti», si legge nel comunicato dell’azienda della Silicon Valley, di cui lui è cofondatore. Fatto che «ha ostacolato la sua capacità di esercitare le proprie responsabilità». Mercoledì 22, il colpo di scena, e cioè la notizia che Altman sarebbe diventato di nuovo Ceo di OpenAI.
Le teorie sul licenziamento
La teoria più accreditata è che Altman sia stato rimosso dall’incarico per essersi spinto troppo in là con lo sviluppo di ChatGpt. Il particolare emergerebbe da una lettera dei dipendenti di OpenAI al consiglio di amministrazione, in cui si farebbe riferimento a una svolta nella ricerca verso una super intelligenza artificiale, capace di autogestirsi e in grado di scavalcare gli umani. Se così fosse, quali saranno gli sviluppi cui andremo incontro?
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