L’intelligenza artificiale generativa comincia a essere più la norma che l’eccezione, soprattutto tra le imprese. Ben il 50% delle organizzazioni globali utilizza già strumenti AI per almeno una funzione (Fonte: McKinsey & Company). Ma come è composto il panorama – ancora in definizione – di una tecnologia già sinonimo di futuro?
1. OpenAI
Il primo nome che viene in mente quando si pensa alla GenAI, la compagnia di Sam Altman è già simbolo del nuovo paradigma tecnologico. ChatGPT e DALL-E hanno, di fatto,s lanciato la rivoluzione dei software generativi. E la prima a trarne giovamento è stata proprio la casa madre: nata nel 2015 e poco più di una Startup fino a pochi mesi fa, OpenAI è cresciuta a ritmi impressionanti, raccogliendo finanziamenti da operatori di primissimo piano come la stessa Microsoft. Stando ai valori degli ultimi deal stipulati, la società – ancora non quotata – è valutata a circa 80 miliardi di dollari. Ma proprio dalla sua dimensione deriva un inghippo: l’alto numero di utenti aumenta i costi per il funzionamento dei server. Se si aggiunge che la compagnia manca tuttora di un’efficace strategia di monetizzazione, la sostenibilità economica resta per ora un problema.
2. Microsoft
Nell’affrontare le nuove sfide lanciate dall’AI, Microsoft ha sicuramente dalla sua il vantaggio del campo. Da un lato, in quanto leader globale in fatto di software. Dall’altro, in virtù dei forti investimenti strategici in OpenAI. Grazie a una spesa totale di 13 miliardi di dollari stanziati attraverso gli anni, il gigante di Bill Gates può vantare una quota del 49%, il pacchetto di maggioranza relativa. Forte di queste premesse, Microsoft ha saputo sfruttare al meglio la sua posizione, puntando sull’integrazione dei sistemi AI nei suoi motori di ricerca e nei sistemi operativi: il premio è una fetta grande quanto il 30% del Mercato, appena dietro al 39% controllato da OpenAI.
3. Alphabet (Google)
I primi passi di Google nel mondo dell’AI generativa non sono stati privi di imprevisti. Dopo che la comica imprecisione della sua prima chatbot Bard aveva creato un vero e proprio disastro di comunicazione, l’azienda ha scelto di rifare tutto da capo, cambiando perfino il nome del bot, che ora si chiama Gemini. La strada da fare è ancora tanta e gli errori sono ancora frequenti. E, anche se per le applicazioni generative Alphabet si trova ancora a dover inseguire le rivali, il vantaggio competitivo derivante dal controllo del primo browser al mondo non potrà che velocizzare il recupero.
4. Amazon
Non può mancare in questa lista un’altra Big Tech, quella controllata da Jeff Bezos. Attraverso la sussidiaria Amazon Web Services (AWS) è al momento il terzo operatore sul Mercato. Forte di una grandissima popolarità presso le imprese – ha 1,45 milioni di clienti corporate – AWS rappresenta un solido competitor nel nuovo spazio AI. Anche in questo caso, i vantaggi derivanti dalla sua immensa rete di clienti non hanno un ruolo di secondo piano.
5. Nvidia
Durante la corsa all’oro, la posizione migliore è quella di chi vende pale e picconi. Questo è un po’ il ruolo di Nvidia nell’ambito della febbre AI. Anche se non rappresenta propriamente un provider di intelligenza artificiale, è di gran lunga il primo fornitore delle speciali GPU (Graphics Processing Unit) necessarie a farla funzionare: controlla il 92% di questo Mercato. Non a caso, l’azienda americana è già protagonista indiscussa dei listini: nel giro di un anno la sua quotazione ha guadagnato quasi il 250%, divenendo la terza compagnia più capitalizzata al mondo, con oltre 2,1 triliardi di dollari di market cap.
6. Palantir
Un nome forse meno noto al grande pubblico, Palantir rappresenta un’eccellenza in uno specifico campo di applicazione dell’intelligenza artificiale: la difesa. Fondata nel 2003, ha cominciato offrendo i suoi servizi di intelligence al Pentagono americano per poi passare a clienti esteri. Dall’inizio della guerra in Ucraina, ha scelto di offrire gratuitamente a Kiev la sua ampia gamma di servizi, soprattutto nel campo di raccolta e analisi delle immagini satellitari. Una mossa che sta portando al centro dell’attenzione l’avanzamento dei suoi prodotti. Approfittando della nuova ondata di interesse per l’AI sorta nel 2023, Palantir ha poi lanciato la sua GenAI, Artificial Intelligence Platform, con un occhio di riguardo ai clienti governativi e militari.
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