Sei uno specialista della comunicazione? Oppure un consulente aziendale o in campo ingegneristico? Si tratta di professioni che rientrano tutte nei mestieri cosiddetti head made, a matrice intellettuale. Che corrono, rappresentando una fetta dell’economia sempre più importante. Nel solo settore della consulenza, il mercato vale 10 miliardi. In Italia ci sono 25mila imprese di management consulting, con un fatturato di 6,3 miliardi di euro e quasi 60mila occupati. Per la comunicazione si sale a 13 miliardi. Il 70% generato dai media classici, il 30 dal cosiddetto Experiential Market.
Per loro una nuova casa
Una fetta dell’economia fondamentale, che non ha avuto finora una rappresentanza adeguata. Da adesso ci sarà chi farà i loro interessi all’interno della principale organizzazione imprenditoriale italiana. Si chiama Confindustria Professioni e Management, ed è la federazione che unisce Assoconsult, associazione di consulenza nel management; Oice, che accorpa ingegneri, architetti e consulenza tecnico-economica; e infine la new entry Una, associazone di aziende della comunicazione. Insieme rappresentano 800 imprese e 150mila lavoratori.
Entrano nel Consiglio
La federazione, la decima di settore, sarà parte del Consiglio generale di Confindustria. Avrà quindi potere di voto, e un peso nelle decisioni sulla politica economica. Nonostante gli ambiti di lavoro siano differenti, le tre associazioni sono accomunate da elementi trasversali per il mondo dei servizi. E l’intento è quello di spalleggiarsi su tematiche come gare pubbliche o contratto collettivo nazionale per i servizi, ancora inesistente.
Gli obiettivi
«Il nostro primo obiettivo sarà quello di diventare un interlocutore strategico per le istituzioni e i nostri stakeholder», ha spiegato Giorgio Lupoi, Presidente Confindustria professioni e management e Presidente Oice. «Avremo così un ulteriore impatto su tutti i settori industriali, attraverso l’aumento della competitività dei nostri professionisti».
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