Anche se i salari reali rimangono al di sotto dei livelli del 2019 in molti Paesi, crescono. Ma non in Italia, che ha un ampio divario salariale e che, in questa classifica negativa, si aggiudica la medaglia d’oro sul podio insieme a Germania e Svezia.
Meno soldi, più letti
Mentre Oltreoceano i giovani americani hanno un potere contrattuale e uno stipendio maggiore dei padri, che in media sfiora il 10% in più, in Italia si pensa a soluzioni alternative al conto in banca in rosso. L’ultima notizia che preoccupa è che non siamo pieni di figli che non mollano la casa dei genitori, ma anche di coinquilini. Andare a convivere con coetanei, infatti, sarebbe l’ultima tendenza per non restare al verde… d’altronde con il Mercato immobiliare alle stelle e gli affitti che superano di gran lunga la metà dello stipendio, mantenersi da soli diventa complicato.
Cos’è il generational pay gap
È il divario salariale tra generazioni. Un esempio? Oggi un impiegato di 30 anni potrebbe arrivare a guadagnare più del 30% in meno di un 60enne, ovvero su 1.000 euro ne prende 700 (Odm Consulting). Partendo da una retribuzione media da impiegati di 33.500 euro all’anno, quella dei Baby boomer la supera di oltre il 17%, quella della Gen X del 12%, quella della Gen Y è in linea con la media. E quella della Gen Z? È al di sotto: -23,1%).
Sai a quale generazione appartieni?
Baby boomer: nati tra il 1946 e il 1964
Generazione X: nati tra il 1965 e il 1980
Generazione Y o Millennial: nati tra il 1981 e il 1996
Generazione Z: nati tra il 1997 e il 2012
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