Scuole chiuse e figli a casa. Un problema non da poco per i genitori, specie dei più piccoli, alle prese con bambini da gestire e un lavoro da portare avanti. Ci si rivolge allora ai centri estivi. Peccato però che i costi siano proibitivi. Per otto settimane di iscrizione – considerando che le scuole italiane chiudono per dodici settimane di fila – la media è di 1.234 euro, circa 154 euro a settimana con pasto incluso, 85 in caso di giornata ridotta. I calcoli sono dell’indagine di ADOC, associazione per la difesa dei consumatori, e Eures, che hanno analizzato i prezzi di 80 campus privati tra Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari. Una spesa aumentata del 10% dallo scorso anno. «Il rischio è l’amplificarsi delle disuguaglianze sociali: non tutti possono permettersi attività, centri estivi o vacanze studio e i più fragili restano parcheggiati sul divano davanti a tablet o cellulari» ragiona Anna Rea, presidente di ADOC.
Aumento ingiustificato
Non si capisce a cosa attribuire un rincaro così elevato, evidenzia l’indagine. Nel 2024 «l’inflazione acquisita si attesta in Italia a +0,6% per l’indice generale ed a +1,6% per la componente di fondo (cioè al netto dei prodotti energetici e degli alimentari)». Non è dunque il carovita a motivare costi simili. E «difficilmente possono essere le retribuzioni degli operatori la ragione di tale crescita». Oltretutto la domanda non può che essere calata: «negli ultimi 15 anni il numero dei nati è diminuito del 35,2% (da 577 mila nel 2008 a 379 mila del 2023)». L’alternativa esiste, sono i centri convenzionati. Ma sono pochissimi (a Roma e Milano ne risultano cinque). Oppure riservati a disabili o a chi ha un Isee inferiore ai 35mila, come nel caso di Bologna: in questi casi si ha diritto a un contributo di 100 euro settimanali per un massimo di 300.
Milano la più cara (ma con meno aumenti)
Milano è la città più cara, con un costo a settimana di 218 euro, che scende a 176 per l’orario ridotto. Il doppio rispetto a Bari, dove un centro estivo con orario pieno costa 100 euro a settimana, che cala a 49 per chi non pranza. È invece Roma a segnare il secondo valore maggiore, con 148 euro per il full time e 98 per il part time. A seguire Bologna, dove si oscilla tra 137 e 90 euro per l’orario ridotto. Proprio queste ultime due città segnano l’impennata più marcata. Rispetto al 2023, a Bologna i prezzi settimanali salgono del 24,7%, passando da 110 a 137 euro. A Roma si spende quasi il 20% in più: da 123 a 148 euro.
Sconti irrisori per i fratelli
Se si portano più figli si risparmia? Qualche decina di euro o poco più. Nel 46% dei casi non è infatti previsto lo sconto e se c’è raramente supera il 10%. Nell’ipotesi di una famiglia con due bambini, ai 1.234 euro di centro estivo per due mesi del primo figlio, vanno aggiunti in media 1.148 euro del fratello per un totale di 2.382 euro. Una volta e mezzo una retribuzione media.
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