Decontribuzione Sud, misura che prevede un esonero contributivo al 30% per le assunzioni nel Mezzogiorno, in scadenza a luglio, sarà prorogata fino al 31 dicembre 2024. Il costo è di 3,3 miliardi di euro all’anno, finanziato dal programma Sistemi di politiche attive per l’occupazione (Spao), dal Fondo sociale europeo e dal React-Eu. Interessati sono oltre tre milioni di dipendenti.
I destinatari
Lo sgravio riguarda i rapporti di lavoro dipendente che siano già instaurati oppure da intraprendere. E si rivolge ai datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In caso di somministrazione, la sede di lavoro che rileva è il luogo in cui si svolge la prestazione. Sono escluse le imprese dei settori finanziario e agricolo e i datori di lavoro domestico.
Come funziona
Decontribuzione al Sud era stato ideato per contenere gli effetti dell’epidemia Covid-19 sull’occupazione e tutelare i livelli occupazionali in aree con gravi situazioni di disagio socioeconomico. Lo schema prevede un’agevolazione variabile a seconda delle annualità delle contribuzioni, con uno sgravio contributivo per i datori di lavoro del 30% fino al 31 dicembre 2025, poi ridotto al 20 per il 2026 e 2027, a al 10 per il 2028 e 2029. Si accede al beneficio mediante le denunce retributive e contributive mensili relative ai dipendenti (flusso Uniemens). Resta da capire ora come sarà rimodulato, perché l’obiettivo è renderlo strutturale. Dipenderà dalle istruzioni fornite dalla Commissione europea, nel rispetto dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che regola gli aiuti di Stato.
La riduzione dei divari territoriali
La finalità è anche contenere le differenze tra Nord e Sud, sostenendo le zone più svantaggiate. «Le misure a sostegno del Mezzogiorno, che rafforzano la dotazione dei servizi essenziali e colmano il gap di connettività e digitalizzazione nelle aree marginali, sono dirette ad aumentare l’attrattività dei territori a maggior rischio di spopolamento, accrescere le opportunità di lavoro e affermare il diritto a restare per le nuove generazioni» si legge nel documento del PNRR.
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