I BTP sono uno degli investimenti più diffusi nel nostro Paese. Ma sono davvero una soluzione così sicura? Ecco 3 cose da sapere prima di acquistarli.
1. Il rischio di liquidità
In generale, i buoni del tesoro presentano un profilo di rischio medio-basso. Questo perché, in quanto emessi da uno Stato sovrano, è relativamente difficile che non vengano rimborsati. Perché questo accada, è necessario che il Paese vada in default, cioè fallisca: nella storia italiana, non è mai accaduto.
Ma questo principio vale quando i titoli vengono tenuti fino alla loro scadenza. In tal caso, l’investitore si deve rapportare solo con lo Stato. Se però intendesse rivendere i BTP prima, sul cosiddetto Mercato secondario, dovrà trovare un altro acquirente privato. Qui, il rischio e le variazioni di prezzo aumentano decisamente.
È un aspetto di cui un risparmiatore non troppo esperto deve tenere conto: una volta acquistati, rivendere questi titoli (traendo un profitto) può non essere sempre facile ed è un problema in caso si avesse bisogno di liquidità immediata.
2. Il rischio di prezzo
Nonostante i tassi alti, i titoli obbligazionari possono non essere la strategia più efficace per proteggersi dall’inflazione. I loro tassi, specialmente se fissi, nel lungo termine sono vulnerabili all’aumento dei prezzi: questo può rappresentare un costo nascosto in più.
3. Troppa Italia nel portafogli
Un altro rischio è il cosiddetto home bias: si tratta dell’errore logico per cui si tende a investire maggiormente in titoli e prodotti emessi nel proprio Paese d’origine. Con il rischio, nel nostro caso, di sovrappesare l’esposizione verso l’Italia, rendendo meno bilanciata la nostra strategia di investimento.
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