Non siamo abituati a considerare l’acqua come un bene prezioso, anche se ricopre il 70% della superficie del Pianeta.
Eppure, l’acqua dolce è appena il 2,5% del totale, 35 milioni di km cubi. E l’ampia maggioranza di questa riserva è di difficile accesso: il 68,9% è congelata in ghiacciai e calotte polari, mentre il 30% è nascosto nelle viscere del pianeta (Fonte: US Geological Survey).
Solo lo 0,3% del totale, distribuito in corsi d’acqua e bacini sulla superficie, è direttamente a nostra disposizione.
Per cosa si usa?
In compenso, l’uso di acqua dolce è ai massimi storici e continua ad aumentare dell’1% ogni anno (Fonte: UNESCO).
Il suo principale impiego è in agricoltura, per l’irrigazione delle colture e l’abbeveraggio del bestiame. Ma è preziosa anche in svariati campi dell’industria, come la produzione di energia o la lavorazione dei materiali.
Non da ultimo, è fondamentale per alcune delle tecnologie d’avanguardia. «Si parla spesso di intelligenza artificiale, cloud computing etc. Per raffreddare tutti questi sistemi occorrono volumi particolarmente elevati di acqua» dice Giancarlo Sandrin, Deputy Head of Europe di L&G Asset Management.
I rischi per il futuro
Se la situazione proseguisse di questo passo, l’ONU prevede che entro il 2030 si verificherà un deficit del 40% nelle risorse idriche globali. Intanto, i costi dell’acqua dolce aumentano: tra luglio 2023 e 2024 sono cresciuti del 10,7%, l’incremento più alto di sempre (Fonte: Global Water Tariff Survey 2024).
Affrontare il problema
Un’emergenza che rende necessario cercare soluzioni alternative. Un esempio sono le tecnologie di efficienza idrica, in grado di ridurre gli sprechi di acqua nell’irrigazione e nell’uso domestico. Ma le strade che si aprono sono anche altre, come la desalinizzazione o il riciclo delle acque reflue, che rappresentano a loro volta valide opzioni.
Dei campi il cui sviluppo potrebbe essere la chiave per colmare il gap tra domanda e offerta previsto nei prossimi anni, creando al tempo stesso opportunità di rilievo per gli investitori.
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