Il legame tra finanza e materie prime è antico, ma negli ultimi decenni si è intensificato. Con i valori di molte Commodity industriali – tra cui petrolio, gas naturale, rame, acciaio, uranio – che sono sempre più influenzati dalle dinamiche finanziarie globali.
Secondo l’ultimo Commodity Markets Outlook della Banca Mondiale, la crescita economica incerta coincide con un’ampia offerta di petrolio, tanto da fare scendere i prezzi globali di molte materie prime industriali al livello più basso degli Anni 2020. Il Report prevede che in media i prezzi globali delle materie prime industriali scenderanno del 12% nel 2025 e di un ulteriore 5% nel 2026.
Al netto dell’inflazione, i prezzi è probabile che scendano per la prima volta al di sotto della media registrata dal 2015 al 2019. Ciò segnerebbe la fine di un Boom alimentato dalla ripresa dell’economia globale dopo la pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022.
L’analisi della Banca Mondiale indica: «l’indebolimento delle prospettive di crescita rappresenta l’ultimo Shock che ha colpito l’economia globale in quello che si sta rivelando un decennio straordinariamente tumultuoso per i Mercati delle materie prime. La volatilità dei prezzi è stata più elevata che in qualsiasi altro decennio precedente, almeno dagli Anni ‘70. Resta da vedere se questo segnerà l’inizio di un’era ancora più turbolenta per i Mercati delle Commodity. Ma la concomitanza di tensioni commerciali, conflitti, rischi geopolitici e frequenti Shock meteorologici lo rende più probabile».

Il Commodity Markets Outlook prevede che il prezzo medio dell’oro stabilirà un nuovo record quest’anno, per poi stabilizzarsi nel 2026. L’oro occupa uno status speciale tra gli Asset, con prezzi che spesso aumentano durante periodi di incertezza geopolitica e politica, compresi i conflitti. Nei prossimi due anni, si calcola che i prezzi dell’oro rimarranno di circa il 150% superiori alla media dei cinque anni precedenti la pandemia di Covid 19.
Al contrario, si prevede che il prezzo dei metalli industriali – come rame e acciaio – scenderà nel 2025-26, se la domanda si indebolirà a causa delle crescenti tensioni commerciali e della persistente debolezza dell’attività nel settore immobiliare in Cina. Un Paese che ha ormai un peso enorme anche in questo campo. ©️
Articolo tratto dal numero del 1° giugno 2025 de Il Bollettino. Abbonati!
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