Compleanno speciale per Roma città aperta, manifesto del Neorealismo italiano, uscito nel 1945 e che quest’anno compie 80 anni. Diretto da Roberto Rossellini e interpretato da Anna Magnani e Aldo Fabrizi, il film culto racconta uno spaccato drammatico della seconda guerra mondiale. Era costato circa 9 milioni di lire. Nulla in confronto all’incasso: 158 milioni, più i 5 ricevuti dalla sua vendita in America.
Il confronto col cinema di oggi
Centrale la figura di Pina, ovvero la Magnani, una donna forte e coraggiosa, capace di ribellarsi a violenza e di ingiustizia in un clima di terrore. Non come figura, ma come messaggio di resistenza, c’è chi la paragona oggi alla Delia di C’è ancora domani, uscito nel 2023 diretto e interpretato da Paola Cortellesi. Il film è ambientato appena un anno dopo la storia di Roma Città Aperta. Temi che ritornano, ma le differenze di budget rimangono. La pellicola della Cortellesi ha avuto a disposizione circa 10,7 milioni di euro, con un incasso al box office italiano che ha superato i 36 milioni di euro, raggiungendo in totale i 49 milioni a livello internazionale.
Spese e incassi coincidono sempre?
Budget multimilionari e box office da record, una formula che però non sempre è esatta. Almeno stando alla classifica dei film italiani con i maggiori incassi di sempre. C’è ancora domani di Paola Cortellesi è la quinta pellicola che ha guadagnato di più dalla vendita dei biglietti, ma il rapporto col budget investito lo rende uno dei film col più alto profitto. Davanti nella classifica delle spese c’è solo Checco Zalone, che occupa le prime quattro posizioni: Quo Vado (65 milioni), Sole a catinelle (52 milioni), Tolo Tolo (46 milioni) e Che bella giornata (43 milioni). Ha fatto ancora meglio La vita è bella di Roberto Benigni che, tenendo conto degli incassi a livello mondiale, può vantare guadagni di 230 milioni di dollari, a fronte di un budget di 15 miliardi di lire.
I film italiani più costosi di sempre
Quali sono i film italiani col budget più alto della storia? Al primo posto c’è Pinocchio di Roberto Benigni, una pellicola che ha richiesto due anni di produzione e un investimento superiore ai 54 milioni di euro. Secondo posto per Baarìa di Giuseppe Tornatore, che ha contato su un budget di 28 milioni di euro e un incasso totale di 16 milioni. Chiude il podio Tolo Tolo di Checco Zalone che, per le riprese in Kenya, Malta, Marocco e alcune zone italiane, ha portato a spese di oltre 21 milioni di euro.©
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