giovedì, 18 Aprile 2024

MONTI, EDISON: «Abbiamo cantieri aperti per 1 mld di euro e puntiamo alla mobilità sostenibile»

Sommario

Va dritta per la sua strada Edison e punta sulla mobilità sostenibile. Malgrado un anno difficile, riconferma il piano di investimenti. Doterà l’Italia di due impianti a ciclo combinato che saranno i più efficienti d’Europa, assicurando la sicurezza del sistema energetico nazionale e abbattendone l’impatto sull’ambiente e realizzerà la prima catena logistica integrata di GNL, combustibile a minor impatto ambientale, per trasporto marittimo e pesante su gomma.

«Perché la transizione energetica è un’opportunità preziosa per l’ammodernamento e il rilancio economico del sistema Italia: catalizza investimenti importanti e può favorire il potenziamento di filiere industriali italiane», spiega l’Amministratore Delegato Nicola Monti.

«Se guardiamo agli investimenti per le infrastrutture energetiche, Confindustria Energia stima un valore superiore ai 100 miliardi di euro nel periodo 2018-2030, di cui una parte significativa è rappresentata dalle rinnovabili elettriche. A questi si aggiungono l’impatto degli interventi per l’efficientamento del patrimonio immobiliare privato e pubblico (es. scuole, strutture ospedaliere) e gli investimenti per la mobilità sostenibile». 

In che modo agirete?

«Contribuiremo al raggiungimento degli obiettivi e attiveremo le competenze e le filiere di eccellenza che il nostro Paese vanta in tutti questi settori. È essenziale, però, promuovere e rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato per amplificare la portata degli interventi e coniugare gli aspetti economici con l’efficacia degli interventi previsti».

In questo momento avete cantieri aperti?

«Sì, per 1 miliardo di euro. E tutti lavorano nella direzione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Inoltre, stiamo sviluppando nuova capacità eolica e fotovoltaica, il termoelettrico di ultima generazione e la mobilità sostenibile. E, come già detto, doteremo l’Italia di due impianti a ciclo combinato che saranno i più efficienti d’Europa e realizzeremo la prima catena logistica integrata di GNL, combustibile a minor impatto ambientale, per trasporto marittimo e pesante su gomma».

Pensa che gli obiettivi potrebbero essere messi in discussione dall’emergenza Coronavirus?

«È stato un anno duro sotto molti aspetti per ciascuno di noi. Abbiamo fermato i cantieri quando è stato necessario farlo nel rispetto del lockdown, ma poi siamo ripartiti con determinazione cercando di recuperare dove possibile».

Il 2030 è ormai dietro l’angolo. Secondo lei i target previsti dal PNIEC sono raggiungibili?

«Il PNIEC ha target ambiziosi: se guardiamo alla generazione rinnovabile, l’obiettivo è un incremento di più di 40 GW al 2030, di cui oltre 30 GW di fotovoltaico. Sono numeri importanti, soprattutto alla luce della capacità installata attuale e del ritmo con cui viene realizzata nuova potenza. In questo senso da anni sosteniamo l’importanza delle integrali ricostruzioni dei campi eolici. In Italia quasi la metà degli impianti è stata realizzata tra il 2000 e il 2010: con gli interventi di repowering, che vanno a sostituire i vecchi aerogeneratori con macchine più potenti e a minor consumo di suolo, è possibile coprire oltre il 40% dell’incremento di produzione eolica previsto al 2030.
Edison è impegnata su questo fronte così come nel fotovoltaico con un piano di sviluppo di 1GW di capacità installata al 2030. Contribuiamo dunque agli obiettivi del PNIEC, il raggiungimento dei quali potrebbe essere favorito da una revisione della disciplina che semplifichi i procedimenti autorizzativi per la realizzazione degli impianti e garantisca tempi congrui di realizzazione».

L’ostacolo principale nella transizione energetica in Italia è la difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni a investire quindi? 

«È innegabile che misure in grado di assicurare procedure semplificate e tempi di realizzazione congrui possono accelerare gli investimenti. Specie quando si tratta di campi rinnovabili già esistenti – e quindi approvati – di cui si propone l’ammodernamento e l’aumento di potenza installata. Il DL Semplificazioni, approvato nel 2020, fa un primo tentativo di razionalizzazione dei procedimenti che tuttavia deve essere potenziato attraverso iniziative legislative a sostegno degli investimenti».

Che cosa pensa del Ministero della Transizione ecologica?

«La scelta di costituirlo è un segnale positivo che riconosce la stretta interrelazione tra energia e ambiente, sotto il segno della sostenibilità. Una responsabilità unificata faciliterà inoltre la condivisione e approvazione degli investimenti. Guardiamo quindi con favore a questa decisione che ci mette al passo con altri Paesi che hanno già maturato questo tipo di esperienza».  

Il Recovery Plan punta molto sulla transizione energetica e sulla mobilità sostenibile: è un passo importante…

«Circa la metà delle risorse messe a disposizione dal Next Generation EU sono destinate a interventi nel settore energetico e della mobilità sostenibile, in linea con gli obiettivi di sviluppo che abbiamo visto prima. Viene valorizzata la dimensione dell’efficienza energetica e data attenzione a vettori energetici innovativi, abbracciando anche il tema dell’idrogeno e della creazione di una filiera nazionale in quest’ambito». 

L’Italia ha destinato abbastanza fondi o manca qualcosa?

«Riteniamo sia un’opportunità unica per il Paese, per promuovere e valorizzare le filiere e le competenze che l’Italia vanta in diversi settori produttivi. Come dire, i capitoli ci sono tutti, ma è cruciale definire un modello di governance chiaro ed efficace per la gestione del piano, che consenta di sviluppare la progettualità valorizzando il ruolo che il privato può svolgere in collaborazione con il pubblico. In questo modo sarà possibile liberare investimenti ulteriori e al contempo assicurare il rispetto dei tempi di realizzazione».