sabato, 7 Dicembre 2024

Crisi Chip: Aumentano gli investimenti. L’Europa risponde con il Chips Act

DiRedazione

15 Febbraio 2022 , , ,

La crisi dei chip, che ha investito tutto il mondo nel 2020, ha spinto i colossi mondiali a correre ai ripari, alzando la quota investimenti e stanziando budget multimiliardari per rispondere alla crescente domanda del mercato. Oltre ai produttori, si stanno muovendo anche le istituzioni, in primis l’Unione Europea, che ha approvato il Chips Act.

La corsa al chip è appannaggio dei colossi industriali, che nel 2021 hanno speso oltre 400 miliardi di dollari. Dal Giappone, con Toshiba in prima linea, agli Stati Uniti, dove Intel ha appena annunciato l’apertura di un nuovo fondo, passando anche per l’Europa. Nel Vecchio Continente è la tedesca Infineon a fare la parte del leone. Senza dimenticare i leader globali, Tsmc e Samsung, società che possiedono rispettivamente il 28% e il 10% del mercato dei semiconduttori.

IL MONDO CHIAMA

Secondo la ricerca di Bain, le aziende produttrici hanno speso oltre 146 miliardi di dollari per la creazione di nuove linee o nel R&D e, sempre secondo la società di consulenza americana, la spesa di capitale nel quinquennio 2021-2025 sarà il doppio rispetto a quella investita nel periodo 2016-2020.

Infineon a ottobre ha annunciato un incremento del 50% negli investimenti per il 2022, ma ha già corretto al rialzo la previsione sulla stima di fatturato, dagli 11 miliardi di euro inizialmente previsti a 13 per l’anno in corso. Questo ha spinto i competitor di tutto il mondo a rispondere: tra tutti Toshiba, che costruirà un impianto, operativo a partire dal 2025, per la produzione di chip 300-millimetri, che verranno per lo più utilizzati nelle automobili, nei dispositivi elettronici e nei macchinari industriali.

Ma chi investe di più, soprattutto per rispondere alla “Crisi del Chip”, sono Tsmc e Intel. Il colosso taiwanese – che rimane la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo – sta investendo circa 100 miliardi di dollari in tre anni. La multinazionale californiana ha appena creato un fondo da un miliardo di dollari per startup e aziende partner che sviluppano tecnologie innovative per le fonderie di chip.

L’EUROPA RISPONDE

“Il Chips Act europeo cambierà le regole del gioco per la competitività globale del mercato unico europeo”. Parole della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che prosegue: “Aumenterà la nostra resilienza alle crisi future, consentendoci di anticipare ed evitare le interruzioni della catena di approvvigionamento. Inoltre considerando il medio-lungo termine, contribuirà a rendere l’Europa un leader industriale del settore”.

Con il Chips Act, la UE mobiliterà oltre 43 miliardi di euro, tra fondi pubblici e privati, per la produzione di semiconduttori nel Vecchio Continente. “15 miliardi proverranno da investimenti pubblici e privati entro il 2030, mentre 30 sono già previsti dal Next Generation Eu, da Horizon Europe e dai bilanci nazionali” ha spiegato von der Leyen, che ha anche ricordato: “L’Europa è il continente dove tutte le rivoluzioni industriali sono cominciate e può essere anche la casa della prossima”.

L’obiettivo, entro il 2030, è quello di raddoppiare al 20% l’attuale quota di mercato.

Alessio Incerti

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FOTO: Vishnu Mohanan da unsplash.com