L’onda sta già diventando uno tsunami per lo sport russo ed europeo in generale. Partite e campionati sono a rischio: il 28 maggio la Gazprom Arena di San Pietroburgo avrebbe dovuto ospitare la finale di Champions League, ma dopo la riunione straordinaria convocata dal numero uno UEFA, Aleksander Čeferin, la decisione è stata presa. La finale del più importante torneo calcistico continentale verrà giocata allo Stade de France di Saint-Denis. Nella riunione odierna, il Comitato Esecutivo ha anche deciso che i club e le nazionali russe e ucraine che gareggiano nelle competizioni Uefa dovranno giocare le partite casalinghe in sedi neutrali fino a nuovo avviso.
Intanto il campionato di calcio ucraino, la Prem”jer-liha, che sarebbe dovuto riprendere stasera con il match tra Minaj e Zorya, è stato ufficialmente sospeso. Poche ore dopo i primi bombardamenti, la Federcalcio ucraina lo ha comunicato in via ufficiale. Tramite una nota diffusa attraverso il proprio sito ha annunciato: «A causa dell’imposizione della legge marziale in Ucraina, il campionato ucraino è stato sospeso».
GAZPROM, E ORA LA UEFA COSA FA?
Campionati a rischio e perdite potenzialmente vertiginose. Lo spostamento da San Pietroburgo alla Ville Lumière – di una partita che genera in una sola notte indotti per oltre 30 milioni di euro – si ripercuoterà inevitabilmente anche sugli introiti economici. Gazprom infatti è main sponsor della Champions League, e come riportava Calcio e Finanza, versa 40 milioni di euro a stagione nelle casse della UEFA, che però ora potrebbe decidere di annullare il contratto. O quantomeno di prevedere delle sanzioni.
La compagnia energetica di bandiera russa inoltre sponsorizza, oltre allo Zenit di San Pietroburgo, anche lo Schalke 04. Il club di Gelsenkirchen, però, ha già deciso di rimuovere il nome dello sponsor dalle proprie divise sostituendolo con il nome del club. Interrompe così’ una collaborazione che dura dal 2007, a 9 milioni di euro a stagione.
LE RIPERCUSSIONI SULLO SPORT RUSSO
La nazionale russa di calcio sarebbe anche impegnata nei playoff per l’accesso al mondiale in Qatar di fine anno. La sfida contro la Polonia, in programma il 24 marzo in Russia, potrebbe però definitivamente saltare, con una sconfitta a tavolino della selezione di Karpin, che a quel punto non potrebbe più giocarsi le chance di qualificazione per la massima competizione calcistica mondiale. La FIFA sembra già aver fatto capire quali sono le proprie intenzioni: «Dobbiamo analizzare con estrema attenzione la situazione e lo faremo urgentemente. Speriamo che la situazione possa risolversi al meglio prima della prima partita – ha detto Gianni Infantino, presidente della FIFA – Condanniamo ogni forma di violenza: il calcio non è la priorità in questo momento, ma comunicheremo quanto prima le decisioni in merito alle sfide di qualificazione al Mondiale”.
LE REAZIONI DEL MONDO DELLO SPORT
Intanto c’è paura soprattutto per chi è rimasto in Ucraina. Roberto De Zerbi, allenatore dello Shakhtar Donetsk, squadra della città del Donbass che però da anni ha la sede a Kiev, è rimasto bloccato coi suoi giocatori nella capitale ucraina: «Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che è successo. Però non mi sono mosso – ha proseguito l’ex tecnico del Sassuolo – non potevo girare le spalle ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff… potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza: no, abbiamo aspettato, l’altra notte ci hanno svegliato le esplosioni». Anche un altro allenatore ex Serie A, Paulo Fonseca, è rimasto bloccato a Kiev: «Mi sono svegliato alle cinque del mattino con cinque esplosioni di seguito. Ora è impossibile uscire da qui, perché gli aeroporti sono già distrutti e lo spazio aereo è stato chiuso».
Le reazioni del mondo del calcio non si fanno attendere e Ruslan Malinovs’kyj, giocatore dell’Atalanta, dopo la doppietta all’Olympiakos, ha fatto vedere alle telecamere una maglietta con la scritta NO WAR. Nella notte di Champions di mercoledì anche l’attaccante del Benfica Roman Jaremčuk ha mostrato una maglia col simbolo dell’Ucraina.
FORMULA UNO, VOLLEY, BASKET: C’È CHI DICE NO ALLA RUSSIA
Non solo calcio però: la Nazionale di basket Ucraina è scesa in campo contro la Spagna nel girone G della Fiba World Cup del 2023. Il centro della Nazionale Artem Pustovyi ha voluto scrivere sul volto NO WAR. Il Barcellona ha deciso invece di non partire per la Russia per le sfide di Eurolega contro lo Zenit e contro il CSKA Mosca.
Intanto la Formula 1 ha annunciato la cancellazione del GP di Russia, in programma il 25 settembre. Questa la nota integrale rilasciata dalla F1: «Il Campionato del mondo di F1 visita paesi di tutto il mondo con una visione positiva per unire le persone e le nazioni. Osserviamo gli sviluppi in Ucraina con tristezza e shock e speriamo in una soluzione rapida e pacifica alla situazione attuale. Giovedì sera la F1, la FIA e le squadre hanno discusso la posizione del nostro sport e la conclusione, inclusa l’opinione di tutte le parti interessate, è che è impossibile tenere il Gran Premio di Russia nelle circostanze attuali».
Dal 26 agosto al 16 settembre in Russia sono anche in programma i Mondiali maschili di pallavolo, e anche se per ora un trasloco della manifestazione sembrerebbe essere escluso, la FIVB sta monitorando con estrema attenzione la situazione e l’evolversi del conflitto.
Alessio Incerti
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