In questi mesi l’Europa sta sperimentando gli effetti rovinosi della dipendenza per l’approvvigionamento di materie prime, quali gas e petrolio, dalla Russia. Ma da questa crisi gli Stati Ue dovrebbero apprendere un’importante lezione in vista della principale sfida globale per il futuro: la transizione energetica verso le Terre rare. Vediamo perché.
METALLI PER LE NUOVE TECNOLOGIE, RUSSIA TRA I PRINCIPALI PRODUTTORI MONDIALI
È noto che tra i metalli più richiesti per le tecnologie pulite ci sono le Terre Rare (in inglese “rare-earth elements” REM). Si tratta di elementi chimici dotati di grandi proprietà magnetiche e conduttive, diventati essenziali per l’industria tecnologica ed elettronica. Vengono utilizzati nella realizzazione di un’ampia gamma di prodotti di largo consumo come televisori, memorie del computer e telefoni cellulari, ma soprattutto per la tecnologia verde come pannelli fotovoltaici e auto elettriche. Le riserve mondiali di terre rare si trovano in tutto il mondo, ma sono molto più diffuse in Cina, Vietnam, Brasile e Russia. Nonostante Pechino al momento sia l’indiscusso leader del settore, del quale controlla circa il 90% della produzione globale, non è da escludere che in futuro possa diminuire l’export di questi minerali per favorirne un uso domestico. Tendenza peraltro già in atto. E la Russia in questo scenario, potrebbe giocare nuovamente un ruolo da main player.
LA STRATEGIA PER LA CRESCITA
Il Cremlino già da tempo sta dirottando importanti risorse per incrementare la produzione di terre rare. L’obiettivo prefissato è di raggiungere un target del 10% della produzione mondiale entro il 2030. Percentuale che gli consentirebbe di divenire il secondo produttore mondiale (al momento solo l’1,3% dell’output mondiale è riconducibile a Mosca). A tale scopo, la Russia, come la Cina, ha aumentato la propria presenza in Africa proprio nel settore minerario. L’ha fatto in Paesi strategici come il Madagascar o lo Zimbabwe dove è presente un’enorme riserva di platino e probabilmente anche importanti giacimenti di Cerio e Lantanio.
DOPO GAS E PETROLIO, SARANNO I METALLI IL PROSSIMO CAPPIO PER L’EUROPA?
Alla luce di quanto sta avvenendo in questi mesi in cui le principali economie europee, in primis Germania, Italia e Olanda, stanno pagando a caro prezzo l’eccessiva dipendenza dal gas e petrolio russi, l’Europa dovrebbe cominciare a pensare a una strategia per diversificare le forniture di terre rare. Mosca e Pechino sono già da tempo alla conquista delle materie prime africane, ma provare a trovare una traccia su come scrivere il futuro energetico europeo, è un compito da non più procrastinare.
Marianna D’Alessio
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