venerdì, 7 Febbraio 2025

Ranieri, FEDERMEP: «Il bonus sposi fondamentale per il settore»

«Ci sono stati degli errori logici da parte del governo nel destinare i soldi, e il nostro settore è stato penalizzato dal sistema dei codici ATECO perché apparteniamo a categorie di lavoratori atipici, non riconosciute», spiega Serena Ranieri, Presidente di Federmep (Federmatrimoni ed Eventi privati).

Il DL Sostegni-bis: tanti soldi ma gestiti male

«Il decreto Sostegni-bis ha stanziato circa 520 milioni di euro per il nostro settore, una cifra molto alta. Ma il governo ha dato alle Regioni l’incarico di creare bandi per le imprese del comparto e non tutte sono state in grado per settori così particolari. Per non fare errori alcune, come la Sicilia o la Puglia, hanno emanato bandi generici destinati a tutti i codici ATECO. Così da che il gruzzoletto sembrava consistente, spalmato su tutto il sistema produttivo della Regione è diventato irrisorio. Alcune Regioni hanno fatto le cose meglio, come il Veneto che ha creato un bando specifico per le aziende del settore dei matrimoni e degli eventi. Ma sono perle rare. I soldi potevano anche essere sufficienti, almeno a pagare le bollette, però sono stati gestiti molto male».

Il DL Sostegni-ter: via il bonus sposi, fondamentale per il comparto

Il decreto Sostegni-ter, approvato a gennaio, ha stanziato altri 60 milioni di contribuiti a fondo perduto per aziende e professionisti dei settori eventi, wedding e Ho.Re.Ca. Ma ha cancellato l’emendamento sul bonus sposi, cioè la possibilità di una detrazione d’imposta pari al 25% della cifra spesa, da spalmare in 5 anni. «Il bonus sarebbe un ottimo strumento per rilanciare l’economia del settore perché quando ci si sposa non si pensa a risparmiare e se qualcuno ti offre questa possibilità non tieni i soldi in tasca ma li rinvesti, generando un aumento del valore economico di quel matrimonio, pari al valore della detrazione», continua Ranieri. «Si tratta di un sistema virtuoso, a costo quasi zero per lo Stato, un sistema di ritorno in termini fiscali dopo che gli sposi hanno pagato e dopo che l’attività produttiva ha prodotto.

Inoltre, potrebbe servire a combattere una piaga enorme che affligge il nostro settore, cioè il sommerso. Che, in concomitanza della pandemia, è cresciuto tantissimo. Molte piccole aziende, soprattutto dopo il primo anno, hanno chiuso la partita iva, continuando poi a lavorare in nero. Per ora il bonus sposi è stato escluso, ma noi continueremo a chiederlo, facendo capire quanto è importante per un settore come il nostro». ©

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