Le indiscrezioni sulla fusione Autogrill-Dufry infiammano il titolo della scuderia Benetton. Ma non sarà il gruppo svizzero a lanciare un’OPA su quello italiano. Le trattative sono in corso: l’ipotesi più probabile è quella di un’integrazione tra i due leader del travel retail.
AUTOGRILL-DUFRY: POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA
Nuove indiscrezioni su una fusione Autogrill-Dufry dopo quelle circolate lo scorso luglio. Stavolta però dal gruppo leader nella ristorazione per chi viaggia arriva una mezza conferma. Nell’estate 2021 Autogrill aveva immediatamente smentito con un comunicato in cui si affermava che “ad oggi nessuna ipotesi di operazione straordinaria è al vaglio del Consiglio di Amministrazione”. Ora invece il comunicato uscito subito dopo il diffondersi dei rumor parla di interesse “a valutare diverse opportunità strategiche e a tal fine [il gruppo] intrattiene interlocuzioni anche con operatori del settore”. Quindi esiste un canale aperto con Dufry e forse anche con altri soggetti.
L’AGGREGAZIONE È STRATEGICA
Del resto Autogrill lo aveva messo nero su bianco in occasione dell’aumento di capitale da 600 milioni di euro concluso a luglio 2021. L’operazione era finalizzata a dare solidità alla struttura patrimoniale, elemento considerato indispensabile per raggiungere gli obiettivi strategici, ovvero il consolidamento e rafforzamento della posizione di leadership internazionale. Un’aggregazione con un soggetto operativo a contatto di gomito con la propria attività di ristorazione rientra appieno nella strategia. Dufry genera l’84,2% dei ricavi negli aeroporti (Autogrill il 55%) gestendo negozi duty-free e duty-paid (non esenti da tasse).
FUSIONE AUTOGRILL-DUFRY: UN MATCH ECCELLENTE
La combinazione Autogrill-Dufry porterebbe alla creazione di un gigante del travel retail, ovvero del commercio al dettaglio nel settore viaggi. I ricavi complessivi della newco risultante dall’aggregazione, in base ai dati dell’esercizio 2021, sono infatti pari a oltre 6,4 miliardi di euro. Secondo i primi commenti degli analisti finanziari l’operazione avrebbe senso sia dal punto di vista strettamente industriale – i due gruppi operano nello stesso comparto ma con poche sovrapposizioni commerciali – che geografico. Autogrill ha infatti scarsa penetrazione in America Latina, dove invece Dufry ha una buona posizione. Gli aspetti negativi non riguardano l’aggregazione in sé ma il contesto geopolitico ed economico – Covid-19 e guerra Russia-Ucraina – e sembrano destinati a risolversi nel medio periodo.
ASSETTI DI GOVERNANCE DECISIVI
La fusione con Dufry sembra quindi un passo positivo per Autogrill verso il rafforzamento della leadership nel settore travel retail. Questo ha però un costo per l’azionista di riferimento Benetton: la perdita del controllo del gruppo. La famiglia trevigiana controlla Autogrill tramite la catena Edizione-Schematrentaquattro con una quota del 50,1%. Quindi maggioranza assoluta e pieni poteri in assemblea e cda. Tenendo presente gli attuali valori di mercato dei due gruppi – 2,75 miliardi di euro per Autogrill e 3,55 miliardi per Dufry – i Benetton si troverebbero con poco meno del 22% della newco. Il private equity Advent – primo azionista di Dufry con il 10,1% – si diluirebbe al 5,6% circa.
Edizione sarebbe quindi primo azionista della newco con ampio margine, seppur ben lontano dal totale controllo che ha ora su Autogrill. Ovviamente i soci di Dufry – Qatar Holding, Alibaba, GIC, oltre ad Advent – vogliono vederci chiaro prima di procedere: secondo le ultime indiscrezioni le trattative sono concentrate sugli assetti di governance della newco. Come sempre accade in questi casi, per mandare in porto l’operazione saranno decisivi gli equilibri di potere tra i principali azionisti. ©
Simone Ferradini
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