L’Europa registra un tasso di crescita del 400%, più del doppio di quello degli Stati Uniti. Infatti, il Vecchio Continente ha assistito alla nascita di 85 nuovi unicorni, portando il totale a 132.
Va però sottolineato che lo scorso anno c’erano 340 nuovi unicorni a stelle e strisce, non solo, quasi il 50% degli investitori nel continente sono stranieri e il 77% di questi proviene dal Nord America. Complice la maggiore esperienza e propensione al rischio dei fondi americani.
Regno Unito
Relativamente al numero di unicorni, il Regno Unito è il primo in classifica con 41. Lo scorso anno sono state completate 803 operazioni per un valore di 46,8 miliardi di sterline, con un incremento del 36%. L’accesso anticipato a grandi quantità di finanziamenti, oltre a tutoraggio e reti commerciali, consentono a una startup inglese di accelerare la propria crescita, dimostrare il proprio potenziale e raggiungere valutazioni colossali in tempi relativamente brevi. Di conseguenza, il numero totale di unicorni britannici è in costante aumento.
Germania
Il secondo posto in Europa lo detiene la Germania con 25 unicorni, che hanno creato 31.000 posti di lavoro, ricevendo € 15 miliardi di finanziamenti. Seguono la Francia con 23, Svezia 6 e Spagna 4.
Francia
Le startup francesi hanno ottenuto oltre 10 miliardi di euro nel 2021 e 35 miliardi negli ultimi 10 anni. I round di finanziamento superiori ai 50 milioni di euro sono quasi raddoppiati e il valore totale delle transazioni è cresciuto di circa 4 volte negli ultimi 16 mesi. Ciò grazie alla creazione di un ecosistema di startup sempre più distribuito e focalizzato a livello globale, venture capitalist internazionali variegati, oltre agli investimenti governativi in ricerca e sviluppo.
Gli unicorni in Svezia
La Svezia ha il maggior numero di unicorni tecnologici pro capite al mondo, con 0,8 ogni 100.000 residenti, se escludiamo la Silicon Valley. L’industria delle startup di Stoccolma è in rapida crescita per due ragioni principali: innovazione e leadership. Sul fronte dell’innovazione, i forti legami culturali del Paese con la scienza e l’istruzione, insieme alle politiche lungimiranti del governo, consentono alle sue aziende di essere all’avanguardia nelle nuove tecnologie e nell’analisi dei big data. Questo aiuta il settore a innovare ancora più velocemente. La sua cultura aziendale facilita un dialogo costruttivo tra le imprese e il governo. Un altro vantaggio sono la normativa favorevole e il sistema fiscale. Esiste quindi un fiorente ecosistema di imprenditori, dirigenti e investitori di successo. Infatti, nel 2021 ha raccolto capitali per un ammontare di oltre 10 miliardi di euro, creando 10.200 posti di lavoro.
Spagna
Il volume degli investimenti in Spagna ha superato i 4 miliardi di euro lo scorso anno, portando la raccolta dell’ultimo decennio oltre gli 11 miliardi. C’è un maggiore interesse per il Paese iberico da parte di fondi internazionali, che nella prima metà del 2022 hanno contribuito per oltre l’88% al volume totale di investimenti. Mentre gli operatori nazionali hanno messo sul piatto 571 milioni di euro, 109 milioni in più rispetto al 2021. Le istituzioni pubbliche, come Fond-ICO, contribuiscono alla raccolta di liquidità attraverso finanziamenti ai fondi di private equity ponendo enfasi sull’allocazione del capitale e sulle strategie di crescita. Oltre al fatto che i family office e gli high networth individuali (HNWI), hanno deciso di convogliare nel private equity le proprie risorse a causa del perdurante scenario di bassi tassi di interesse.
Gli unicorni in Italia
Spostandoci nel nostro Paese, il 2021 è stato un anno record, con 1,25 miliardi di euro, ma ancora molto inferiore rispetto agli altri paesi europei. Se si guarda al capitale raccolto dal 2011 al 2021, il Bel Paese non arriva ai 4 miliardi. Tuttavia, qualora la crescita degli investimenti continuasse al ritmo attuale, l’Italia potrebbe dare alla luce 15 unicorni nei prossimi cinque anni. Gli italiani, inoltre, sono più efficienti della media europea nel raggiungere lo status di unicorno: hanno infatti raccolto circa 200 milioni di dollari contro una media europea di 300. I prossimi due anni saranno cruciali per colmare il divario.
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Marco Castrataro
Foto: @Michael Narim via Getty Images