sabato, 20 Aprile 2024

Gas, l’Italia teme la primavera fredda

Gas

La Russia ha per la prima volta interrotto le forniture di gas all’Italia, riprendendo ad erogare metano solo dopo alcuni giorni. Questo stop ha messo in dubbio la capacità del nostro Paese di fornire gas a imprese e famiglie per tutto l’inverno in caso di una chiusura totale dei gasdotti da parte di Mosca. Due report contrapposti parlano l’uno di un’Italia ormai indipendente dal Cremlino, e l’altro di tagli all’erogazione di gas alle aziende e alle abitazioni, specialmente in caso di una primavera fredda. Come è messa davvero l’Italia? La situazione è rosea o tragica?

L’Agenzia Internazionale dell’Energia e lo spettro della primavera fredda

Nel report relativo alle previsioni per il quarto trimestre del 2022, l’Agenzia Internazionale dell’Energia dedica alla situazione dello stoccaggio di gas in Europa un’ampia sezione. L’Italia si posiziona tra i paesi virtuosi in questo senso, avendo riempito il 90% dei depositi contro una media UE dell’87%. Un buon lavoro che però non mette il nostro Paese del tutto al riparo da un’eventuale interruzione totale delle forniture dalla Russia. 

La IEA prende in considerazione molti fattori tecnici, andando oltre la mera questione commerciale. Ad esempio, sottolinea il report, la capacità dei depositi di gas di erogare il metano contenuto al loro interno diminuisce con la diminuzione della loro percentuale di riempimento. Il calo è molto lento, quasi irrilevante, finché i depositi rimangono sopra il 50% della propria capacità. Da quella quota però l’efficienza cala in maniera significativa, arrivando a poco oltre il 40% della portata massima con il 10% di gas rimanente.

Grazie a questa osservazione, la IEA descrive lo scenario più pericoloso per l’Europa: una primavera fredda. Se all’inizio di marzo 2023 le temperature non dovessero alzarsi e la domanda di gas continuasse a livelli invernali, potrebbero verificarsi problemi. Molto però dipenderà dalla domanda di gas durante i mesi invernali. 

Se non ci fosse alcuna riduzione, i depositi europei potrebbero arrivare a marzo al 18% della propria capacità. In questo caso, dovesse verificarsi una primavera fredda, il report ritiene possibili: “interruzioni delle forniture di gas ad alcuni complessi industriali” fino a “Ampi tagli delle forniture di gas alle industrie e un aumento del rischio di blackout a causa della mancanza di gas alle centrali elettriche”. Basterebbe però una riduzione della domanda invernale del 9% e nessuno scenario, nemmeno la primavera fredda combinata all’interruzione delle forniture russe, causerebbe danni significativi.

Bloomberg: gli accordi di Draghi per il gas e i rigassificatori

A precedere questo report però è arrivato un articolo di Bloomberg, che citando fonti anonime ma informate sui fatti, ha dichiarato che le ultime mosse del governo Draghi avrebbero reso l’Italia completamente indipendente dal gas Russo. Come sottolinea l’articolo, il nostro Paese ha ridotto le sue importazioni da Mosca al 10% del totale, grazie a nuovi accordi stilato principalmente con l’Algeria. Il fulcro dell’articolo non è però il gas che l’Italia riceve tramite i gasdotti, ma tramite nave.

Sarebbe stato un accordo per una fornitura di LNG, gas naturale liquefatto, dall’Egitto, che avrebbe smarcato completamente il nostro Paese dal Cremlino. Questo però riporta al centro della discussione la questione dei rigassificatori. L’installazione di tre navi rigassifricatrici, scrive Bloomberg, rimane secondo le loro fonti fondamentale perché l’Italia possa mantenersi indipendente per tutto l’inverno. 

Quest’ultimo accordo pone l’operato del governo italiano guidato da Mario Draghi in netto contrasto con quello di altri paesi europei dipendenti dal gas russo, prima fra tutti la Germania. Il cancelliere Scholz non ha avuto lo stesso successo del premier italiano nelle sue missioni diplomatiche alla ricerca di gas, ed ha scelto di ricorrere ad un massiccio pacchetto di aiuti a famiglie e imprese da 200 miliardi di euro.

Da entrambi i report l’Italia esce comunque molto bene. Il nostro paese è per lo più indipendente dal gas russo, un risultato che fino a pochi mesi fa sembrava impossibile prima del 2025. Potrebbe comunque essere richiesta una certa riduzione della domanda per assicurare la totale assenza di disagi. Oltre a quella garantita dalle misure di risparmio imposte dal governo, potrebbe verificarsene anche un’altra, più naturale. Il prezzo molto alto del gas spingerà famiglie e imprese a ridurre i consumi e, visto anche come si stanno comportando i mercati asiatici a riguardo, potrebbe essere sufficiente. ©

📸 credits: Helio Dilolwa via Unsplash

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.