giovedì, 25 Aprile 2024

Twitch vieta il gioco d’azzardo: trema il mercato delle scommesse

Twitch

Una decisione drastica, che frena investimenti per milioni di dollari. Twitch non permetterà più ai suoi utenti di trasmettere partite a slot o roulette online. Niente più gioco d’azzardo nella piattaforma di Amazon, ma non per politica aziendale. Sono stati gli stessi influencer a spingere perché fosse vietato. Un cambio di sensibilità nel pubblico, un fattore che da sempre minaccia questo settore dell’intrattenimento. Può il mercato delle scommesse continuare a crescere con la costante minaccia del proibizionismo?

Quanto è fragile il gioco d’azzardo: il ban di Twitch

Il veto posto da Twitch sulle scommesse è un colpo pesante alle aziende di gioco d’azzardo online, che ancora una volta si trovano a fare i conti con l’avversione delle piattaforme a pubblicizzare la loro attività. Questa volta la questione è ancora più complessa, dato che l’iniziativa non è partita da Amazon, proprietario di Twitch, ma da alcuni creatori attivi sulla piattaforma stessa.

Sono stati in particolare Matthew Rinaudo e Imane Anys, tra i più conosciuti ed importanti streamer di Twitch, a premere perché la piattaforma bandisse il gioco d’azzardo dai propri contenuti. Grandi e ricche aziende non sono riuscite a contrastare l’azione coordinata di una manciata di influencer, e si troveranno a perdere introiti a causa di questa sconfitta. 

Prima che venisse proibito, il giro d’affari del gioco d’azzardo su Twitch aveva raggiunto dimensioni notevoli, ed era in crescita. Grazie alla partnership con streamer molto popolari come Tyler Niknam del canale Trainwreckstv, si stima che fosse arrivato ad essere il decimo contenuto più visto su Twitch. Calcolare il ritorno economico è difficile, ma uno di questi siti avrebbe donato a Niknam un milione di dollari da scommettere, in aggiunta all’accordo di partnership.

Utilizzare gli streamer e gli influencer per fare pubblicità è estremamente efficace. Da anni i creatori di videogiochi sfruttano questi canali con successo. Una partita trasmessa per un’ora funziona meglio più di qualsiasi banner, e lo stesso vale per il gioco d’azzardo. I fan, vedendo I loro idoli giocare, sono spinti al gioco a loro volta. Ma è stata proprio questa facilità di accesso al gioco che ha attirato l’attenzione della community di Twitch e scatenato lo scandalo che ha poi portato alla decisione di proibirne la trasmissione.

Gioco d’azzardo, tra profitti e difficoltà

Il gioco d’azzardo rappresenta un mercato miliardario, e in rapida espansione. Nel 2021 valeva 287,43 miliardi di dollari, ma in un solo anno ha raggiunto un giro d’affari di 458,93 miliardi. Si prevede che entro il 2026 crescerà fino a toccare un valore di 876 miliardi di dollari. Di questi soltanto 153,1 saranno dovuti ai casinò fisici, in un segmento ormai largamente digitalizzato.

Una crescita molto accentuata, aiutata dalla pandemia, ma che ha mostrato negli anni una debolezza intrinseca. L’immagine del gioco d’azzardo è per lo più negativa. La dipendenza che crea e il disagio sociale di cui si rende a volte responsabile, vi creano attorno uno stigma che può causare enormi danni. 

Il problema sta soprattutto nella pubblicità. Quanto accaduto su Twitch è l’esempio perfetto: è bastato che alcuni personaggi preminenti all’interno dell’ambiente dello streaming prendessero posizione contro il gioco d’azzardo per convincere la piattaforma a bandirlo, precludendo alle aziende una delle piattaforme pubblicitarie migliori esistenti per un gioco. 

Ma quello di Twitch non è l’unico esempio. L’indignazione popolare verso il gioco d’azzardo può manifestarsi anche dalle istituzioni, come dimostra quanto accaduto alle agenzie di scommesse sportive in Italia. Dopo anni in cui il gioco d’azzardo era diventato uno dei principali sponsor delle squadre di calcio di Serie A, il governo ha deciso di proibire nel 2018 ogni pubblicità di gioco d’azzardo o scommesse. Le perdite per le squadre coinvolte si sono attestate tra i 150 e 200 milioni di euro. 

📸 credits: DEAR via Unsplash

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.