mercoledì, 24 Aprile 2024

Gas e Petrolio: chi ci guadagna?

Sommario
Gas

La mancanza di gas arrichise la Norvegia

La Norvegia è uno dei paesi più ricchi del mondo, grazie alle esportazioni di gas. Il Paese scandinavo ha aumentato la sua stima per la produzione di gas quest’anno del 6%, che arriva complessivamente a 122 miliardi di metri cubi. Nei primi otto mesi del 2022, le esportazioni sono state pari a 76,1 miliardi di metri cubi, in aumento di oltre 6 miliardi su base annua. Con i prezzi passati da 0,2 € per metro cubo di inizio 2021 agli attuali 2 €, gli incassi pagati dall’Europa a Oslo sono passati da 20 miliardi di euro a 200 miliardi.

La società energetica statale Equinor sta godendo di profitti eccezionali derivanti dall’impennata delle importazioni di gas europee. Il titolo parte a 231 NOK, ed ai primi di marzo è a 313,89 NOK, vola del 35,90% in meno di tre mesi. A metà mese registra un -10%, scendendo ai 282,61 NOK, per poi riprendere la salita. Ad aprile il titolo è relativamente calmo. A maggio registra un nuovo massimo a 360,57 NOK, incrementando il suo valore del 27,60%, rispetto al minimo di marzo. Il titolo scende nuovamente a luglio, perdendo il 10,66%, schiantandosi a 321,89 NOK. Ad agosto rompe ogni barriera, fino ad arrivare alla cima dei 409,76 NOK, + 27,30%. Nei primi di settembre scambia intorno ai 354 NOK, – 13,59%. Da inizio anno il titolo ha guadagnato il 53,24%.

Gli Stati Uniti esportano il gas in Europa

Le esportazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti, nei primi sei mesi di quest’anno hanno raggiunto i 35 miliardi di metri cubi, contro i 14 del 2021. Washington esporta il 74% del proprio gas all’Europa, lo scorso anno tale valore si assestava intorno al 34%. I principali acquirenti sono Francia, Spagna e Regno Unito. I prezzi negli Usa, per la forte richiesta di esportazione, sono saliti di tre volte, da 8 a 24 € per megawattora.

Di questo beneficiano le società petrolifere texane come ConocoPhillips. Il titolo ha guadagnato il 50% da inizio anno. Apre il 2022 a 72$ e schizza al rialzo fino a marzo, quando scala la cima dei 107,45 $. Registra così un sonoro + 49,14%, in soli tre mesi di contrattazioni. Il mese successivo scivola del 15,05% toccando il floor a 91,28 $. Prende la rincorsa, e nei primi di giugno arriva ai 122,67 $, salendo del 34,39%. Precipita rovinosamente a 79,86$, lasciando al mercato un doloroso 34,93% nella prima metà di luglio. Ad agosto incomincia di nuovo la salita, che nella seconda settimana di settembre lo porta a scambiare intorno ai 108 $, + 35,61%.

Le sofferenze di Italia e Germania

Altri Paesi come l’Italia, invece soffrono. Importiamo circa il 40% del nostro fabbisogno di gas dalla Russia, per poter produrre la metà dell’elettricità di cui il Paese necessita. Intanto la Germania brucia carbone per far fronte all’impossibilità di acquistare la risorsa. Berlino importava 58 miliardi di gas naturale nel 2021, noi 29 miliardi. Tuttavia, nel loro bilancio energetico il gas conta per il 21%, il 41% da noi. A peggiorare ulteriormente la nostra situazione, l’elevato debito pubblico e la crescita stagnante. Infatti, da inizio anno il Dax ha perso il 20,70%, mentre il FTSE MIB è sceso del 23%.

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Marco Castrataro

Foto: quinten de graaf via unsplash.com

Laureato in Economia, Diritto e Finanza d’impresa presso l’Insubria di Varese, dopo un'esperienza come consulente creditizio ed un anno trascorso a Londra, decido di dedicarmi totalmente alla mia passione: rendere la finanza semplice ed accessibile a tutti. Per Il Bollettino, oltre a gestire la rubrica “l’esperto risponde”, scrivo di finanza, crypto, energia e sostenibilità. [email protected]