Al via i lavori sulla nuova legge di bilancio, dopo l’approvazione della Ragioneria generale dello Stato e la ratifica del Presidente. Comincia alla Camera il dibattito, con 400 milioni di euro disposti da palazzo Chigi per eventuali emendamenti. Si dovrà concludere entro il 31 dicembre, se si vuole evitare l’esercizio straordinario. Ma quali sono i punti critici della prima manovra del governo Meloni?
Il poco tempo ha tolto margini di manovra
La proposta di legge, che contiene stanziamenti per circa 35 miliardi di euro, è abbastanza consistente. Ma di questi, circa 21 miliardi vanno ai provvedimenti di contrasto al caro bollette. Di conseguenza, lo spazio per misure più “identitarie” si riduce considerevolmente. In effetti, a sorprendere è la sostanziale continuità con le misure di Draghi, lasciate per lo più intatte, specie per quanto riguarda carovita e inflazione. Cionondimeno, i nuovi provvedimenti riusciti a battere il poco tempo a disposizione restano comunque alcune significative novità.
Pensioni, pace fiscale e reddito
Innanzitutto, una nuova quota 103 (62 anni di età + 41 di contributi) che sostituisce la quota 102 (64 + 38) in vigore per le pensioni. Ma anche il taglio del cuneo fiscale, che sale al 3% per redditi sotto i 20000 euro annui e lo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i 1000 euro. Sempre in una direzione di taglio fiscale arriva l’estensione della flat tax per le partite IVA fino a 85000 euro. D’altra parte, va in verso opposto l’abolizione del reddito di cittadinanza. Dal 2024 sarà sostituito da politiche attive per il lavoro e di sostegno alla povertà. Per ora la norma diviene solo più restrittiva per gli “occupabili” tra 18 e 59 anni senza anziani, disabili o minori a carico. Anche così, però, potrebbe essere un punto critico sia per le opposizioni sia in seno alla maggioranza. Infatti, la norma originale risale ai tempi del Conte I e fu approvata dalla stessa Lega assieme al M5S.
I provvedimenti che solleticano l’UE
A rendere più complesso il lavoro parlamentare si aggiunge la presenza in questi giorni a Roma di una delegazione della Commissione Europea. Ufficialmente, per supervisionare la realizzazione del PNRR, che il Consiglio dei ministri ha chiesto di rivedere in alcune parti. Ma è un fattore che non può non influenzare la discussione sui temi del bilancio, e in particolare su alcuni punti della manovra proposta. In particolare, l’articolo incriminato è il 69esimo del testo proposto, “Misure in materia di mezzi di pagamento”. Nello specifico, vi si regola che il limite al tetto del contante sia innalzato da 1000 a 5000 euro. Inoltre, si dispone che le sanzioni per i negozianti che rifiutano di usare il pos si applichino solo per importi superiori a 60 euro. Misure che, agli occhi della Commissione, potrebbero configurare una violazione dell’impegno di contrasto all’inflazione che l’Italia ha sottoscritto nel PNRR.
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