sabato, 20 Aprile 2024

Lusso 2023: in Borsa chi va più forte?

Gioielli, auto potenti, abiti di alta moda: il lusso non solo resiste come categoria azionaria, ma continua a crescere. Sono numerosi, infatti, gli investitori che hanno nel portafoglio una buona percentuale di azioni legate a marchi famosi, in particolare aziende storicamente solide e quindi adatte anche per investimenti nel medio e lungo periodo.

Un investimento sicuro

Investire in questo comparto, del resto, è da sempre ritenuto uno sbocco abbastanza sicuro per i propri risparmi. I beni di lusso offrono una tendenza rialzista molto allettante, in particolare per certi contesti macroeconomici caratterizzati da un continuo aumento della ricchezza, ovvero nei mercati emergenti a forte crescita economica.

In ogni caso, le azioni migliori su cui investire sono quelle associate a marchi di peso, la cui reputazione è inattaccabile. Questo requisito è fondamentale perché significa che il centro della strategia di business è “il prodotto prima di tutto”, senza mai alcun cedimento sulla qualità. Che significa anche che il brand di lusso farà riferimento sempre a una nicchia e mai a un pubblico generalista. Parallelamente, ci deve essere la capacità del management di trasformare il marchio in uno strumento capace di generare molto denaro visto che sono proprio le vendite a rendere solidi i bilanci delle società del segmento come è successo negli ultimi anni.

È chiaro quindi che non tutti i titoli del settore lusso hanno lo stesso indice di gradimento. Prodotti come automobili, gioielli e orologi sono senza ombra di dubbio più in voga rispetto al cognac o ai cosmetici. Tuttavia, nel loro insieme le azioni del lusso appaiono molto più resistenti rispetto a beni di consumo che adottano un approccio più difensivo.

Le azioni più interessanti

Andando al sodo, quali saranno allora le azioni più interessanti del lusso nel 2023? Ebbene, poco cambia dal 2022, perché i marchi e i gruppi sono sempre gli stessi. Basta dare un’occhiata a cosa tiene da anni in portafoglio il fondo GAM Multistock – Luxury Brands Equity, che ha investimenti ogni anno in 25-40 aziende del comparto lusso, per capirlo.

Hermès, LVMH, L’Oreal, sembrano essere una certezza. Ma altrettanto attraenti sono Estée Lauder, Kering, Pernod Ricard e Richemont e Tiffany. Non ci sono solo brand esteri, però. Ci sono anche quelli italiani e tra questi i migliori sono Moncler, Ferrari, Salvatore Ferragamo, Luxottica, Brunello Cucinelli, Safilo.

Giusto per fare qualche esempio: Hermès, marchio nato come produttore di nastri di seta e cravatte e oggi conosciuto soprattutto per i suoi prodotti di lusso, come le iconiche borse in pelle, è particolarmente forte in Asia e grazie alla sua aggressiva strategia di crescita, si prevede che gli utili dell’azienda cresceranno a un tasso CAGR del 5,3%, permettendo alla società di raggiungere i 3,03 miliardi di euro entro l’anno.

Richemont, invece, è una holding svizzera che possiede diversi marchi prestigiosi, tra cui Piaget, Vacheron Constantin e Cartier, noti per la loro qualità e longevità, il che significa che spesso vengono tramandati di generazione in generazione e generano un fatturato di oltre 2 miliardi di dollari all’anno, la maggior parte del quale proviene dall’estero. 

Inoltre, l’azienda detiene una partecipazione di maggioranza in RobecoSAM, una società di gestione degli investimenti incentrata sulla sostenibilità che le conferisce una marcia in più rispetto ai suoi concorrenti visto che, come si è noto, la sostenibilità diventa sempre più fondamentale anche nel settore dei beni di lusso. Per quanto riguarda l’Italia Ferrari, l’azienda produttrice di auto sportive di lusso, sembra essere tra le azioni italiane da monitorare da vicino. Il numero di prodotti limitato e il prezzo proibitivo, trasformano il marchio in uno status symbol esclusivo, tanto da arrivare ad essere percepita come un’azienda di lusso piuttosto che una casa automobilistica di alto livello. Dal punto di vista della scelta dei mercati, la società opera adottando una strategia molto simile a LVMH che le permette di realizzare ingenti profitti grazie alla vendita di auto di lusso a prezzi esorbitanti in Cina. ©