venerdì, 26 Aprile 2024

I giovani scommettono perché hanno bisogno di soldi

gioco

Fatturato alle stelle per il settore del gioco. La cifra supera i 20 miliardi di euro (cifra di Bain & Company che comprende scommesse, lotterie e bingo) e ha ampi margini di crescita. A preoccupare, però, è l’identikit del cliente: la maggior parte dei giovani sono attirati dal guadagno facile, per lo più in cerca di soldi. Un problema sociale, che si intreccia ai rischi di questa pratica.

Il costo sociale delle scommesse: i giovanissimi sono i più a rischio

Il 42% dei giovani tra i 14 e i 19 anni, come evidenzia il rapporto di Nomisma 2021, ha dichiarato di aver giocato almeno una volta.

Di questi il 9% ha finito per sviluppare un rapporto problematico con il gioco d’azzardo. Si tratta del 3,8% del totale dei giovani, uno per ogni classe di scuola. La situazione migliora tra gli over 65, dove solo il 25% è dedito alle scommesse.

Dal rapporto emerge ancora una tendenza a considerare il gioco d’azzardo come un modo per guadagnare denaro. Il 30% dei giovani intervistati ha scommesso perché aveva bisogno di soldi o perché pensava fosse semplice vincere.

Sintomo probabile di un tessuto produttivo che non riesce ancora a integrare al meglio le nuove generazioni, che ricorrono a stratagemmi per riempirsi il portafogli: a marzo (dati ISTAT, vedi grafico) il tasso di disoccupazione totale è sceso al 7,8% (-0,1 punti) e nello specifico quello giovanile al 22,3% (-0,1 punti). Percentuali troppo basse per dichiarare un’inversione di tendenza.

5 punti per conoscere il mercato del gioco

  • 1. A differenza dei Paesi nordici e del Regno Unito, dove il mercato del gioco è maturo con una penetrazione che tocca l’80%, in Italia il mercato delle scommesse è ancora in una forte fase di sviluppo.
  • 2. Le stime dicono che la popolazione che sostiene da sola il 20% del mercato, 4 milioni di giocatori, crescerà nei prossimi cinque anni del 10%, mentre gli scommettitori occasionali aumenteranno di percentuali a una cifra, seppur alte. 
  • 3-Il gioco rimane in Italia sotto lo stretto controllo dello Stato, che ogni anno ricava 11 miliardi di euro in tasse.
  • 4-La regolamentazione del settore è considerata tra le migliori a livello europeo.
  • 5-Le scommesse contribuiscono all’1% del PIL nazionale, e impiegano circa 300.000 addetti. ©

Credit Photo: Davincidig via Canva

Attento alle tendenze e profondo conoscitore della stampa estera, è laureato in Storia del giornalismo all’Università degli Studi di Milano. Dinamico, appassionato e osservatore acuto, per il Bollettino si occupa principalmente del mondo dello sport legato a quello finanziario e del settore dei videogiochi, oltre che delle novità del comparto tecnologico e di quello dell’energia.