L’Atalanta è pronta a partire con la propria squadra U23. Il progetto darebbe sfogo professionistico ad uno dei vivai più floridi d’Europa, con 48 giocatori arrivati nei massimi campionati e 217 milioni di euro di ricavi: quanto ci può guadagnare?
Quanto si guadagna dall’U23, l’esempio della Juventus
L’Atalanta vuole creare una squadra U23 in Serie C. Si tratta di una formazione B, che può impiegare solo giovani con meno di 23 anni, tolti una manciata di fuori quota. Può scambiare liberamente giocatori con la prima squadra e con le giovanili e arrivare fino alla Serie B.
Il regolamento per farlo esiste da anni, ma fino ad ora soltanto la Juventus ne ha approfittato. Da quest’anno si chiama Next Gen,e ha prodotto già alcuni talenti sbarcati in prima squadra come Fabio Miretti, Enzo Barrenechea, Matias Soulé e Samuel Iling-Junior.
L’operazione, almeno per il momento, non ha riscontrato altrettanti successi economici. Sul calciomercato il saldo totale parla di una perdita di 5,5 milioni di euro nelle 5 stagioni in cui è esistita.
Quanti soldi ha fatto l’Atalanta con il settore giovanile
Questo non significa però che anche i bergamaschi andranno incontro allo stesso destino. Organizzare una nuova squadra necessiterà sicuramente di un investimento, come quelli che sarebbero stati promessi per approntare lo stadio di Caravaggio alla Serie C, ma l’Atalanta ha una differenza fondamentale con la Juventus.
I nerazzurri hanno uno dei migliori settori giovanili d’Europa e il migliore d’Italia. Nel 2022 si sono classificati settimi a livello continentale secondo il CIES (Centro internazionale di studi sportivi), davanti a Chelsea, Atletico Madrid e Manchester City. Non per niente, secondo lo stesso osservatorio, l’Atalanta è il club italiano che ha guadagnato di più dalla vendita dei talenti cresciuti a Zingonia: 217 milioni di euro.
La Juventus invece non ha una tradizione altrettanto florida nello sviluppo dei talenti del proprio vivaio. Le premesse per la società recentemente acquisita dal fondo americano Bain Capital sono quindi decisamente più ottimistiche. ©
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