Conviene investire con la propria banca o ci sono alternative più efficienti? (Sara, Trieste)
La convenienza di utilizzare la propria banca di riferimento anche per la gestione degli investimenti può variare molto da caso a caso. Va inoltre considerato che spesso è presente un trattamento differenziato in base alle modalità di accesso ai servizi: il fai da te con home banking costa generalmente meno delle operazioni realizzate allo sportello o attraverso le reti di consulenti.
Come testimoniato dalla recente proposta avanzata dalla Commissione Europea per l’introduzione di Retail Investment Package i risparmiatori italiani ed europei si trovano di fronte un mercato dei servizi finanziari non sempre caratterizzato da un livello adeguato di concorrenza e di trasparenza. Ne consegue che è alquanto opportuno sforzarsi di verificare le condizioni applicate dalla propria banca di riferimento onde verificare che non siano eccessivamente penalizzanti.
I termini di paragone per realizzare questa verifica sono necessariamente gli operatori on line che non solo applicano commissioni ridotte, ma spesso riescono anche negoziare condizioni di favore con le società di gestione. Con riferimento ai fondi comuni di investimento si può guardare a piattaforme come Online SIM, FondiOnline.it e fundstore.it. Per quanto riguarda gli ETF si può guardare a roboadvisor che offrono gestioni in ETF.
Canali alternativi
Nel caso si prenda in considerazione anche la possibilità di sostituire definitivamente il proprio istituto di riferimento si può guardare a istituti che operano solamente on line reperibili nei vari siti di comparazione come facile.it, confrontaconti, SOS tariffe o attraverso una semplice ricerca Google. Per riassumere la convenienza della propria banca di riferimento è direttamente collegabile alla attitudine e capacità ad accedere ai canali on line: quanto più si riesce ad utilizzare canali diretti, senza passare dai consulenti o da filiali fisiche, tanto maggiore è la probabilità di ottenere condizioni migliorative. ©
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Risposta a cura di Massimo Famularo, La finanza in soldoni