domenica, 28 Aprile 2024
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Sport e donne sono le chiavi per la crescita dell’Italia. Infatti, le Regioni con il maggior numero di lavoratrici e imprenditrici sono più ricche, moderne e coese. Allo stesso tempo, fare attività motoria riduce il gender gap e aumenta il benessere fisico. Ma lo sport può anche curare. È la base da cui parte “Nastro Rosa”, progetto che riunisce le eccellenze italiane della scherma e della ricerca per aiutare le donne operate per tumore al seno.

Le sportive sono ancora poche

Le Regioni con un alto tasso di partecipazione femminile spiccano sulle altre per benessere economico e sociale, ma le sportive in Italia sono ancora troppo poche. Infatti, le donne che praticano sport sono 8 milioni e mezzo, il 43,3% del totale, secondo il rapporto “Donne lavoro e sport in Italia per la crescita dei territori e del Paese” realizzato dal Censis, commissionato da Fondazione Lottomatica e Federazione Italiana Judo. Se consideriamo anche i 9 milioni che fanno attività fisica, la percentuale delle italiane che fa attività motoria arriva al 59,4%. La maggior parte ha tra i 6 e i 14 anni (55,9%). Il numero scende gradualmente con l’avanzare dell’età. Tuttavia, sono 12 milioni le donne ancora escluse da questa pratica, il 40,65% del totale. La classifica dei Paesi UE per incidenza delle donne che fanno attività motoria ci vede al ventiduesimo posto. Gli Stati più virtuosi sono i Paesi Bassi, la Danimarca e la Svezia.

Un gap che influisce direttamente sullo sviluppo dei territori. Infatti, il tasso di occupazione femminile medio a livello regionale è del 51,1%, ma nel Meridione scende in picchiata. Infatti, in Sicilia, Calabria e Campania si aggira intorno al 30%, secondo le elaborazioni del Censis su dati Istat. Le stesse Regioni si distinguono per un maggiore divario di genere sul lavoro. Infatti, il 12,1% delle lavoratrici meridionali hanno una paga bassa, il 18,3% guadagna troppo poco. Inoltre, solo il 25,3% delle occupate in Italia ricopre il ruolo di dirigente e imprenditore. Male anche il tasso di attività femminile, che al Sud ammonta al 41,5%, contro il 64,9% del Nord, percentuali comunque inferiori rispetto alla media maschile (74,6%). Il 16,9% delle donne che abitano nel Meridione è disoccupata, percentuale che sale al 41,8% per le giovani.

Le sportive vincono nel lavoro e nello studio

I dati sottolineano che le Regioni con più sportive hanno anche più lavoratrici e livelli di produttività maggiori rispetto alle altre. Inoltre, le donne che praticano regolarmente attività motoria lavorano, studiano e guadagnano di più rispetto alle altre. Infatti, il 36,5% di queste è diplomata e il 26,9% ha la laurea. Al contrario, solo il 27,3% delle donne che non fa sport ha il diploma, percentuale che scende al 9,7% se consideriamo le laureate, secondo le rilevazioni del Censis su dati Istat del 2022.

Le stesse dinamiche si ripetono nel mondo del lavoro. Infatti, il 49,8% delle sportive over 15 è occupata, il 17,6% studia e solo il 13,4% è casalinga. Occupazione che ricopre, invece, il 34,3% delle donne over 15 che non fa attività motoria. Al secondo posto troviamo a pari merito occupate e pensionate (entrambe 24,2%), mentre le studentesse sono solo il 4,6%.

Fare sport aiuta l’ambiente, il corpo e i consumi

I dati dimostrano che lo sport rappresenta la chiave per ridurre il gender gap e far crescere il Sistema Paese. Al tempo stesso, le sportive sono più moderne, attente all’ambiente e digitali. Una tendenza che si riflette positivamente sui consumi. Infatti, il 25,9% delle donne che fa attività motoria compra regolarmente prodotti biologici (contro il 15,3%) e locali (31,2%) rispetto alle altre. Inoltre, mediamente le sportive utilizzano di più il computer (81,3% contro il 46,7% di chi non lo fa) e internet (95,6% rispetto al 78,2% delle altre). Infine, i dati mostrano una correlazione tra moto e cultura. Infatti, le sportive visitano più mostre e musei (18,3% contro il 3,8%), leggono un numero maggiore di libri (il 67,8% ne ha letto almeno uno nell’ultimo anno, rispetto al 25,9% delle altre) e quotidiani (50,8% contro il 23,9%).

Lo sport come cura

Prima di tutto, però, lo sport è un toccasana per la salute. Infatti, i dati mostrano che le donne che fanno attività sportiva vivono meglio e più a lungo. Da qui nasce l’idea della Federazione Italiana Scherma di lanciare “Nastro Rosa”, progetto che punta sulla spada per aiutare le donne operate di tumore al seno. Infatti, i movimenti e le particolarità della scherma possono favorire la riabilitazione delle pazienti e ridurre il rischio di recidiva. “Nastro Rosa”, vincitore di uno dei bandi promossi da Sport e Salute, prevede le lezioni di maestri provenienti da 14 società italiane. A questo scopo, il gruppo di lavoro istituito dalla Federazione Italiana Scherma creerà una piattaforma che raccoglierà le prime sullo sviluppo dell’iniziativa e le linee guida operative e tecniche. Una banca dati che sarà a disposizione delle società che aderiranno al progetto.

Parallelamente, un’equipe composta da oncologi e professori delle università di Tor Vergata, di Messina e UniRoma2 studierà l’incidenza di queste misure per dimostrare come e quanto l’attività motoria possano evitare il ritorno del tumore. ©

📸 Credits: Canva.com

📩 [email protected]. Il mio motto è "Scribo ergo sum". Mi laureo in "Mediazione Linguistica e Interculturale" e "Editoria e Scrittura" presso La Sapienza, specializzandomi in giornalismo d’inchiesta, culturale e scientifico. Per il Bollettino mi occupo di energia e innovazione, i miei cavalli di battaglia, ma scrivo anche di libri, spazio, crypto, sport e food. Scrivo per Istituto per la competitività (I-Com), Istituto per la Cultura dell'Innovazione (ICINN) e Innovative Publishing. Collaboro con Energia Oltre, Nuova Energia, Staffetta Quotidiana, Policy Maker e Giano.news.