Nel mezzo sta la virtù, ovvero l’equilibrio. E proprio la locuzione latina (in medio stat virtus) sembra ispirare il recente intervento del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco prima del periodo di silenzio che precede la riunione in settimana del Consiglio Direttivo della BCE, che indicano che la più rapida crescita dei tassi della storia recente delle banche centrali sia vicina al picco. «Siamo vicini al livello al quale fermare l’incremento dei tassi», ha detto. «dovremo evitare l’errore di fare troppo, oppure troppo poco». Soprattutto di fare troppo: gli scricchiolii che si sentono nell’economia cominciano a essere tanti e sarebbe opportuno tenerne conto.
Quando poi si raggiungerà il cosiddetto terminal rate, gli analisti si concentreranno sulla previsione circa la modalità del calo dei tassi: se cioè percorreremo un altopiano oppure se comincerà una discesa, ancorché certamente non altrettanto ripida quanto la salita.
Anche il Governatore della Bank of England ha fatto in contemporanea delle affermazioni analoghe a quelle di Visco. L’effetto della politica di rialzo dei tassi finalizzati al rientro dell’inflazione sta comunque provocando effetti collaterali di non poco conto. È andata ad esempio piuttosto sotto silenzio la dichiarazione di insolvenza da parte della seconda città d’Inghilterra, nonché la più grande amministrazione locale in Europa, Birmingham. La municipalità non è stata infatti in grado di rifinanziare il proprio debito a causa dei tassi troppo elevati che avrebbe dovuto assicurare. E il Birmingham City Council non è certo la sola realtà municipale in grave difficoltà nel Regno Unito ma non solo. E questo si è riflesso subito nel mercato di non di poca rilevanza dei Municipal Bonds. ©
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