Cerca di gettare acqua sul fuoco dei mercati, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, dopo che gli ultimi giorni hanno visto bruciare milioni di dollari sulle piazze globali. Ciò che spaventa gli investitori sono le nuove misure sui tassi annunciate dalle Banche centrali. «Quella che la BCE sta avviando è una normalizzazione della politica monetaria, non una restrizione», afferma nel corso del suo intervento dal Forum Analysis. «Ed è in atto non da oggi, ma dallo scorso dicembre, quando abbiamo annunciato la riduzione degli acquisti netti di attività finanziarie». Una stretta, quindi, (se non di nome, di fatto) annunciata ampiamente nei mesi scorsi. E sull’operato delle Banche centrali negli ultimi due anni, si difende: «Siamo riusciti a contrastare il rischio della caduta dei prezzi, tenendo a lungo condizioni finanziarie accomodanti. Ora devono tornare a scendere». Un’affermazione coerente con quanto stabilito dal Governing Council della BCE, che ha annunciato per luglio un aumento dei tassi di 25 punti base.
La “tassa dello sceicco”
Parlando di inflazione, il Governatore sostiene che «nonostante le forte eterogeneità sui diversi mercati, quello che osserviamo è un’accelerazione dell’andamento generale». E in merito bacchetta l’errore di valutazione di alcuni: «Si diceva che sarebbe stata una variazione transitoria. Io credo che l’aumento dei prezzi sia in realtà una tassa, da redistribuire all’interno dell’area. La si può trasferire, ma non eluderla. Se si cerca di compensarla, si genera una spirale di rincorsa tra salari e prezzi».
Ma sul contrasto all’inflazione, non ammette repliche: «La politica monetaria è credibile. Oggi possiamo dire che le aspettative di crescita, che erano scese, sono tornate intorno al 2%. Specialmente quelle di medio termine, coerenti con le nostre azioni sull’inflazione. Dobbiamo usare questo periodo per uscire dai tassi d’interesse negativi, tenendo d’occhio l’economia reale. L’effetto della guerra e quello del costo dell’energia hanno cambiato non poco le previsioni per quest’anno e quello successivo».
Lo scudo antispread
Interrogato sulla riunione straordinaria del Governing Council della BCE, che ha annunciato l’istituzione di un nuovo strumento “anti-frammentazione”, afferma: «La frammentazione comporta problemi molto seri da un punto di vista operativo. Impedisce di perseguire la stabilità dei prezzi nell’area euro ed è segnale da guardare con molta attenzione e preoccupazione». Lo strumento in sostanza dovrebbe contrastare livelli di spread troppo al di fuori delle previsioni. «Per l’Italia abbiamo analisi quantitative che indicano come uno spread italiano superiore a 200 punti base non sarebbe giustificato dai fondamentali».
L’appello alla politica
«La politica», conclude Visco, «deve fare la sua parte. Abbassare le tasse non si può e non ha senso. Dobbiamo finanziare una serie di attività e non lo si può fare con un disavanzo permanente. Si può contrastare l’evasione, guardare a un’attenta distribuzione del peso fiscale, ma una riduzione delle tasse non è una questione da campagna elettorale. Ciò che conta è dialogare, procedere con decisione su un percorso già tracciato insieme verso un’economia più sostenibile. La via per ottenere progressi duraturi passa per lo sviluppo economico». ©
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