sabato, 27 Aprile 2024

Amore on line, fatturati record per le App di incontri

Sommario

Un click per esorcizzare la solitudine. L’amore on line è un business che genera fatturati da capogiro, grazie ad abbonamenti e sponsorizzazioni. Dagli incontri fugaci al sexting fino (in rarissimi casi) all’altare, il Mercato è florido e non teme l’inflazione. Resiste perfino al tracollo che ha travolto i social network della tradizione 2.0 del nuovo millennio.

Giù le azioni dei social network

Le azioni di Meta, la multinazionale statunitense fondata dal Mark Zuckerberg che controlla Instagram, Facebook e WhatsApp, alla fine del 2021 hanno perso il 74% del loro valore, un crollo quantificato in 100 miliardi di dollari. E se Meta piange, Twitter non ride. Il social dei cinguettii, che Elon Musk ha acquistato pagando 44 miliardi di dollari e trasformandolo in X, oggi a distanza di un anno, vale meno della metà: 19 miliardi di dollari. I match, invece, reggono. Il valore delle loro azioni lievita, mentre gli utili, secondo le stime di Morgan Stanley, cresceranno del 70% entro il 2030. Una performance in linea con il dato storico: dal 2014 al 2022 i ricavi sono aumentati del 60%. Il tasso di monetizzazione del settore è quindi più che raddoppiato negli ultimi 8 anni e non conosce crisi. Le entrate in Europa, documentate da Statista, hanno avuto il loro picco, spinte dalla pandemia da Covid-19, nel 2021, raggiungendo 1,51 miliardi di dollari.

Amore on line, fatturati record

Nonostante un lieve calo subito nel 2022, le previsioni per la chiusura del 2023 annunciano che si raggiungerà quota 1,62 miliardi di dollari prima del 2027. Sono ben 95 milioni in Europa le persone che hanno tentato un approccio sulle App dell’amore nel 2023. Gli abbonati nel mondo sono 366 milioni e in totale hanno speso nel 2022 quasi 6 miliardi di dollari, per una media di 16 milioni di euro al giorno. Lo scorso anno, inoltre, è stato raggiunto il record globale di download: circa 2 miliardi di prime installazioni. Praticamente 1 persona su 4 nel Mondo ha sperimentato gli appuntamenti virtuali, spendendo in media 6,35 dollari a testa. La fetta maggiore del business del dating tra sconosciuti, oltre il 45%, è detenuta da Tinder, Badoo e Bumble. Tinder è il player da battere nel settore. Al suo debutto sul Nasdaq, nel 2015, la casa madre Match Group ha subito  dimostrato il suo potenziale: alla fine della prima giornata di negoziazione, il titolo è passato da 13 a 14,74 dollari. La crescita del colosso ha dimostrato di saper sorprendere gli investitori con costanza. Da ultimo, nel secondo trimestre del 2023, quando ha raggiunto un fatturato di 830 milioni di dollari, battendo le aspettative degli analisti.

Lo scontro tra Tinder e Bumble

Ma anche questo titano ha una nemesi: Bumble, nato proprio da una costola di Tinder, quando una dei cofondatori, Whitney Wolfe Herd, si è allontanata dall’azienda per fondare uno nuova app, che ha riscosso un notevole successo sul mercato. La partnership con il gigante dell’amore via chat Badoo, guidato da Andrey Andreev, le ha consentito di scalare le vette di Wall Street e negare le accuse di sessimo, razzismo e body shaming avanzate dalle dipendenti del suo nuovo socio. La guerra tra Tinder e Bumble, in una prima fase, si è consumata tra corteggiamenti milionari. Match Group si è vista rifiutare più di un’offerta d’oro: da 450 milioni fino a oltre un miliardo di dollari. Poi si è passati alle battaglie legali su violazioni del copyright e presunti furti di dati da parte di Whitney. Il clima oggi è più disteso, con Bumble che vede un peggioramento delle proprie prestazioni in Borsa, pur mantenendo alti volumi di fatturato.

La vendita obbligata delle azioni Grindr

Per quanto riguarda l’universo LGBTQ+ il primato indiscusso delle App di incontri spetta a Grindr. La società, fondata dall’israeliano Joel Simkhai e poi acquistata dal gruppo Beijing Kunlun Tech per 214 milioni di euro, dopo essersi imposta sul mercato grazie al suo innovativo sistema di geolocalizzazione è stata costretta a vendere. Il colosso cinese, che deteneva il pacchetto di maggioranza dei titoli, non ha retto alle pressioni delle autorità di regolamentazione statunitensi, che lamentavano preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Il Comitato per gli investimenti esteri negli Usa ha infatti imposto alla holding di dismettere le proprie quote, temendo che la raccolta dei dati di Grindr costituisse una minaccia per il Paese. Tra coloro che hanno fiutato l’affare, senza poi concretizzare l’acquisto, in un’estenuante trattativa durata mesi, è apparso anche il gruppo italiano Bending Spoons, che vanta azionisti star come Tamburi Investment Partners e H14, la holding capeggiata da Barbara, Luigi ed Eleonora Berlusconi. L’offerta di oltre 230 milioni di dollari non è però bastata a entrare nell’assetto societario.

Chat tra utenti con interessi condivisi

Allettati da potenziali grandi rendite, diversi team di programmatori si stanno cimentando in questa particolare giungla del web. Partendo da un semplice dato di fatto: gli interessi condivisi sono alla base dell’avvio di ogni nuova conversazione tra estranei. Un assunto sul quale poggiano gli algoritmi delle app di incontri on line più di nicchia come CatholicMatch, dedicata al mondo cattolico. Altre app con un target specifico sono TeamUp, per gli appassionanti di bilancieri e squat in palestra; Dig per gli amanti dei cani; Veggly per vegani e vegetariani oppure Hikiapp dove si connettono tra loro utenti con disturbi dello spettro autistico. Insomma, ognuno può trovare ciò che cerca. La realtà potrebbe però nascondere delle insidie. Per quanto gli ingegneri e gli informatici delle App di dating tentino di censurare la violenza verbale e tutelare la sicurezza dei loro clienti, mantenere il controllo sull’evoluzione di rapporti che nascono, crescono e spesso muoiono online è impossibile. Dipende esclusivamente dal comportamento del singolo individuo.

Le insidie dell’innamorarsi con un click

Il Garante per la protezione dei dati personali, con una serie di campagne informative, avverte contro i rischi dell’uso improprio delle App usate per ampliare il ventaglio di conoscenze. I consigli diramati si focalizzano soprattutto sulla diffusione delle proprie immagini, chiarendo che i volti portano con sé dati biometrici facilmente utilizzabili da malintenzionati esperti di deep fake con la creazione di falsi video nei quali si compiono atti sessuali o azioni deprecabili. A rendere vulnerabili contribuisce anche l’invio in privato ai potenziali partner incontrati sulle App di foto erotiche, che potrebbero essere fonte di ricatti, con relative richieste di denaro, come nei casi di sextortion e revenge porn. I numeri forniti in Italia dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, pur sottostimando la reale entità del fenomeno, non lasciano spazio a dubbi sulla convenienza di mantenere il massimo riserbo nelle chat. Nel 2021 sono stati oltre 700 i reati di molestie denunciati e 203 i casi documentati di stalking sul web, con un incremento di circa il 34% rispetto all’anno precedente.

Il revenge porn è cresciuto del 110%

I dati più allarmanti riguardano il revenge porn, che è cresciuto del 110% in 12 mesi. Il 79% delle vittime è donna, mentre a subire estorsioni sessuali sono soprattutto gli uomini. Delle 1.128 sextorsion segnalate all’autorità giudiziaria nel 2022, solo 194 hanno coinvolto in qualità di parte lesa l’universo femminile. E neanche i minori non sono immuni. Al contrario, risultano particolarmente esposti sia in veste di carnefici sia come prede. La Polizia Postale nel 2022 ha individuato 132 minorenni colpiti da estorsioni sessuali e rileva come i casi nel 2023 tra i giovanissimi stiano aumentando vertiginosamente, con minacce e numerosissime richieste di denaro. In totale, dai sondaggi eseguiti dalla società di reputazione digitale The Fool, si stima (per difetto) che in Italia siano circa 2 milioni le persone colpite dalla diffusione non consensuale di immagini intime. Un’epidemia con cui le stesse App d’incontri non potranno, alla lunga, non fare i conti.                                      ©

App di incontri: Tinder

Tinder conta 170 milioni di utenti in 140 Paesi, con entrate che nel 2023 hanno superato i 2 miliardi di dollari. In Italia, utilizzano l’App circa 235mila utenti, in gran parte uomini. Il fatturato dell’azienda confluisce nelle casse della società madre Match Group attraverso la quale ha debuttato sulla Borsa di Wall Street nel 2015. Il gruppo, che possiede altri siti di incontri come Meetic, OkCupid, Hinge e match.com, dal 2020 è approdato sul Nasdaq con la sigla MTCH. In Italia offre tre tipi di abbonamento: da 16,48 a 33 euro al mese. Ma all’estero l’App si è spinta fino a formulare opzioni personalizzate per aumentare la visibilità dei fruitori al prezzo di quasi 500 dollari mensili.

App di incontri: Meetic

L’App di incontri Meetic conta oltre 2,9 milioni di accessi mensili in Europa. Il 96% degli utenti, 260mila persone, sono in Italia. Promuove “relazioni stabili” e dà la possibilità di accedere a ricerche più customerizzate. Gli abbonamenti partono da 29,99 euro al mese. Per chi sottoscrive l’abbonamento trimestrale il prezzo scende a 19,99 euro da pagare in un’unica soluzione: 59,97 euro. Nice price per l’abbonamento semestrale: 9,99 euro al mese da pagare, costo inferiore all’abbonamento trimestrale per fidelizzare nel tempo il cliente. È quotata al Nasdaq attraverso l’americana Match Group che, tra tutte le App di incontri possedute al gennaio 2023, contava 16,5 milioni di utenti paganti.  

App di incontri: Bumble

Bumble conta più di 100 milioni di utenti in tutto il mondo, 2 milioni dei quali a pagamento. Si differenzia dalle altre App di incontri perché sulla piattaforma è la donna a prendere l’iniziativa nel match. È stata creata nel 2014 da Whitney Wolfe Herd, la più giovane donna della storia (ai tempi 31enne) ad avere quotato la propria società in Borsa. Whitney, co-founder di Tinder, dopo aver avuto una relazione con il fondatore Justin Mateen lo ha denunciato per molestie sessuali e con l’aiuto del russo Andrey Andreev (fondatore di Badoo) ha creato l’App “femminista”. Sulla Borsa di New York Bumble dopo il suo esordio nel 2021 ha raggiunto la valutazione di oltre 13 miliardi di dollari. È quotata al Nasdaq con la sigla BMBL.

App di incontri: Badoo

È il sito di incontri online più grande al mondo, con circa 420 milioni di utenti registrati. Tra i pionieri del settore, attira clienti alla ricerca di incontri occasionali. Offre abbonamenti con diverse funzionalità a prezzi che variano da 5,99 euro per una settimana di abbonamento fino a 114,99 euro per fruire dell’app a vita. Al novembre 2023 conta in Italia quasi mezzo milione di utenti. La maggior parte dei fruitori, 418 milioni sparsi in tutto il mondo, si trova in Europa. È controllata da Bumble, che è approdata a Wall Street nel febbraio 2021 con un’offerta pubblica iniziale di 8 miliardi di dollari. Nella sola giornata di esordio, lo stock ha guadagnato il 73%, arrivando a 74 dollari.

App di incontri: Grindr

Lanciata nel 2009, è stata la prima App di incontri dedicata all’universo LGBTQ+. Conta circa 30 milioni di utenti nel mondo, di cui 60mila in Italia. Le sue tariffe partono da 5,99 euro al mese, mentre l’abbonamento illimitato, che ha il massimo di opzioni personalizzate costa 25,99 euro al mese. Mostra ai clienti le persone nelle vicinanze, calcolando la distanza in metri. Quotata sulla Borsa di New York dal novembre 2022 attraverso la SPAC Tiga Acquisition Corp, è sbarcata a Wall Street con una valutazione di 2,1 miliardi di dollari. Fino al 2020, era di proprietà del gruppo cinese Beijing Kunlun Tech Co che l’ha venduta per oltre 600 milioni di dollari a un misterioso gruppo di investimento, San Vicente Acquisitions. ©

Articolo tratto dal numero del 15 dicembre 2023 de il Bollettino. Abbonati!

📸 Credits: Canva

Giornalista professionista appassionata di geopolitica. Per Il Bollettino mi occupo di economia e sviluppo sostenibile. Dal 2005 ho lavorato per radio, web tv, quotidiani, settimanali e testate on line. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e Cultura Editoriale, ho studiato arabo giornalistico in Marocco. Ho collaborato a realizzare in Saharawi il documentario La sabbia negli occhi e alla stesura della seconda edizione del Libro – inchiesta sulla Statale 106. Chi è Stato?