giovedì, 2 Maggio 2024

Occupazione record, ma solo per chi un lavoro già ce l’ha

Sommario

Cresce in Italia il tasso di occupazione, e lo fa a livelli record. Secondo l’Istat gli occupati lo scorso novembre hanno raggiunto quota 23 milioni 743mila unità, 30mila in più sul mese precedente. Guardando a un anno fa l’aumento è pari a 520mila dipendenti permanenti in più, a cui si aggiungono 66mila autonomi. Il tasso di occupazione dal canto suo segna un +61,8%, un valore che nelle serie storiche non si era mai verificato. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Il vero trend dell’occupazione

I numeri nascondono un’altra verità. Lo si evince per esempio da un dato. E cioè che il trend in salita vale soprattutto per i dipendenti permanenti, ovvero chi ha già un contratto a tempo indeterminato. È questa categoria a guadagnare un +77mila sul mese e un +455mila sull’anno. «A novembre 2023 prosegue la crescita dell’occupazione che, rispetto al mese precedente, coinvolge solamente i lavoratori dipendenti, saliti a più di 18 milioni 700mila» precisa infatti l’istituto di statistica.

I più occupati sono i boomer

La crescita degli occupati si riferisce non solo a chi ha stipulato un contratto a tempo indeterminato, ma soprattutto ai lavoratori più avanti con l’età. A guardare bene i dati emerge infatti come dei 520mila occupati in più, la stragrande maggioranza, ben 477mila, siano over 50. La forza lavoro cresce, ma in buona sostanza invecchia. Di pari passo, calcola La Voce.info, tra i più giovani l’occupazione risulta in calo nel lungo termine, così come quella di chi ha tra i 25 e i 34 anni. Una fascia di lavoratori che è diminuita dai 6 milioni del 2004 ai 4,2 milioni del 2023.

I dati sui giovani non sono così positivi

Dati record insomma, ma solo per chi una posizione professionale già ce l’ha. Gli under 24 che hanno trovato un lavoro sono solo 19mila in più, 70mila quelli tra i 24 e i 35 anni. Ma per la fascia successiva, i lavoratori tra i 35 e i 49 anni, i posti di lavoro sono addirittura in discesa di 47mila unità. Crescono poi gli inattivi al di sotto dei 35 anni. Sempre l’Istat calcola che per loro il tasso di inattività prosegue al di sopra della media europea, salendo al 33%. ©

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Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con il pallino del giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere per i giornali, quasi sempre online. All’inizio di cinema e spettacoli, per poi passare a temi economici, soprattutto legati al mondo del lavoro. Settori di cui mi occupo anche per Il Bollettino.