sabato, 27 Aprile 2024
Sommario

Tempo di buoni propositi: prospettive e auspici per il nuovo anno non si fanno attendere e un occhio è sempre verso il portafoglio. Questa volta, le finanze dei giovani sono al centro. In Italia, le fasce della popolazione più giovani sono quelle più segnate dalle conseguenze dei cambiamenti sociali dell’ultimo decennio. Per il 2024, le sfide sono numerose. Parecchie anche le ricadute che le nuove generazioni hanno dovuto affrontare negli anni passati. Ora, in una fase storica che si porta ancora dietro gli strascichi della pandemia, l’annata si apre con un’inflazione galoppante e un mercato del lavoro ancora restio ad aprirsi agli Under 35. Ma non c’è futuro per un Paese che non investe in chi quel futuro dovrà viverlo. In questo senso, porre l’attenzione sulla questione giovanile oggi significa lavorare per una società più inclusiva e sostenibile domani.

NEET

Nel periodo tra il 2012 e il 2022, l’occupazione nella generazione tra i 15 e i 34 anni è diminuita del 7,6%, quando nella medesima fase la fascia 50-64 ha visto un aumento del 40,8%. L’Italia si assesta inoltre al primo posto in Europa per numero assoluto di NEET (Not in Education, Employment or Training), i disoccupati che non sono impiegati in alcun tipo di percorso di istruzione o formazione. Un fenomeno che tocca 1,6 milioni di giovani, il 17,7% dei ragazzi e il 20,5% delle ragazze: dati molto distanti dalle medie europee che si attestano, rispettivamente per genere, al 10,5% e al 13,1% (Eurostat, 2022).

Disoccupazione

I dati più recenti mostrano una graduale, seppur molto lieve, ripresa dei livelli occupazionali, con una percentuale di disoccupazione giovanile che si assesta al 22,3% (ISTAT aprile, 2023). Un dato comunque allarmante se confrontato alla media di tutti i 27 Stati europei dove, nello stesso periodo di riferimento, il valore è al 14,3%. Il tasso di disoccupazione degli under 25 nel nostro Paese è stato costantemente superiore alla media europea negli ultimi 3 anni. Ma così come per il lavoro, tortuoso è anche il percorso per raggiungere l’indipendenza economica e ancora più lunga la strada fino all’età pensionistica.

Assunzioni

Già dall’1 gennaio 2024 le regole di gestione per l’assunzione dei giovani prevedono un ritorno dell’incentivo under 30 per l’assunzione a tempo indeterminato. Si verifica, quindi, una riduzione del beneficio per i datori di lavoro rispetto al più performante incentivo under 36. Inoltre, la durata di fruizione dell’agevolazione si ferma per tutti a 36 mesi, in quanto scompare l’ampliamento a 48 mesi per le aziende del Mezzogiorno. Le retribuzioni medie del Paese dimostrano come sia difficile garantire percorsi di piena emancipazione e autonomia. Nello specifico, a guadagnare di meno in Italia sono proprio i giovani, in particolare se donne. Tra i 20 e i 24 anni la media è di 11.456 euro lordi per gli uomini e 8.063 euro lordi per le donne, con valori poco superiori ai 15 mila euro nella fascia d’età 25-29.

Occupazione

Complessa appare, inoltre, la scelta di avviare percorsi di imprenditorialità, considerate le barriere nell’accesso al credito sempre più alte. La causa è soprattutto dovuta ai bassi salari e alla crescita del lavoro precario. Le imprese giovanili (con una percentuale del 50% di giovani nel capitale sociale o tra gli amministratori) sono poco più di mezzo milione, pari all’11,7% del totale. In poco più di dieci anni, in Italia sono state chiuse circa il 20% di queste attività, soprattutto nel Centro-Sud. Nel mondo delle Startup innovative, invece, i giovani tendono a essere maggiormente presenti, con un 15,7% di Startup create dai giovani su un dato complessivo di quasi 14mila. I settori in cui si concentrano gli under 35 sono principalmente quelli dedicati ai servizi per le imprese, agli studi di design, al mondo della pubblicità, alle attività di ricerca e sviluppo e all’istruzione.

Pensione

Un altro aspetto cruciale è quello legato alle prospettive pensionistiche. Negli ultimi anni, il complesso tema del sistema previdenziale merita attenzione anche in un’ottica preminente di sostenibilità finanziaria, ovvero della conciliabilità delle uscite pensionistiche con la tenuta del bilancio pubblico. Tale approccio coinvolge l’insieme dei Paesi europei e, in particolare, quelli con il rapporto più elevato tra uscite previdenziali e PIL, quali Grecia e Italia. In questi Paesi la spesa pensionistica complessivamente intesa (inclusiva cioè delle prestazioni sociali solo indirettamente legate alla vicenda retributiva o contributiva dei lavoratori) supera di quattro punti percentuali il valore medio europeo (13,6%).

Età pensionistica

Per contenere l’incidenza della spesa previdenziale sui bilanci degli Stati, peraltro condizionata dai processi demografici della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione, anche a livello europeo si è proceduto all’introduzione di condizioni sempre più stringenti per accedere all’assegno pensionistico. Ciò si traduce in un allungamento degli anni di permanenza sul mercato del lavoro: in particolare, i dati OCSE prevedono per l’Italia, al 2070, un’uscita a 71 anni rispetto ai 62 indicati per il 2020 (quando era in vigore la finestra d’uscita dell’opzione Quota 100).

Affitti

La questione degli affitti nelle grandi città è un tema sempre più caldo. Stipendi immobili, costo della vita e degli affitti in aumento, nonchè un numero di posti letto in residenze universitarie scarsi, di gran lunga sotto la media europea, fanno emergere una condizione di difficoltà e precarietà su cui è necessario intervenire con urgenza. Il Governo italiano ha prorogato anche per lo scorso anno il bonus per l’affitto, ovvero un contributo statale rivolto ai giovani erogato sotto forma di sconto sull’Irpef.

Bonus affitti

Per richiedere il bonus è necessario avere un’età compresa tra i 20 e i 31 anni, un reddito complessivo inferiore ai 15.493,71 euro, un contratto di locazione per un’intera casa o per una stanza in cui poter spostare la residenza e far coincidere l’abitazione in locazione con la residenza principale dell’inquilino. In aggiunta, chi presenta la richiesta di bonus affitto avrà diritto al contributo di importo più alto tra, come minimo, la detrazione di 991,60 euro oppure la detrazione del 20% del canone di affitto, con un tetto massimo di 2.000 euro.

Mutuo

Per quanto riguarda il Fondo di Garanzia per l’Acquisto della Prima Casa, istituito nel 2013, originariamente era prevista una garanzia pubblica del 50%, che riconosceva alle seguenti categorie la priorità nell’accesso al beneficio del fondo, in quanto specifici destinatari: giovani coppie coniugate da almeno due anni; nuclei familiari monogenitoriali con figli minori conviventi; conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari; giovani di età inferiore ai 36 anni. Il Decreto Sostegni bis, del maggio 2021, prevede la possibilità di richiedere l’innalzamento della garanzia all’80% per tutti coloro che, rientrando nelle categorie prioritarie, hanno un ISEE non superiore a 40 mila euro annui e richiedono un mutuo superiore all’80% del prezzo d’acquisto dell’immobile (cosiddetto mutuo 100%), comprensivo di oneri accessori. Nel caso in cui il rapporto di finanziabilità del mutuo fosse inferiore all’80%, la garanzia concessa dallo Stato rimane al 50%.

Proroghe e rinnovi

Tale previsione è stata prorogata dal 30 giugno 2023 fino al 30 settembre 2023. Una garanzia rinnovata fino al 31 dicembre 2024 nell’ultima Manovra di Bilancio. Con la Legge di Bilancio 2023, fino al 31 dicembre vigeva anche l’esenzione da imposte per l’acquisto del primo immobile per i giovani con meno di 36 anni e con ISEE non superiore a 40 mila euro. Un esonero valido per i tributi sull’acquisto della prima casa (quali l’imposta di registro, ipotecaria, catastale). Tuttavia, dal 2024 l’esenzione non sarà rinnovata. Si torna quindi alla misura strutturale, con le agevolazioni classiche previste sulla prima casa.

Bonus Trasporti

Diversi contributi riservati in passato ai giovanissimi sono al momento oggetto di discussione. È in corso di esplorazione l’ipotesi di un contributo finanziario aggiuntivo per alleviare i costi associati agli spostamenti quotidiani. Andrebbe a integrare il Bonus Trasporti, disciplinato dal Decreto Legge n. 5 del 14 gennaio 2023, indirizzato alle persone fisiche con soglia ISEE inferiore a 20mila euro e che supporta – con una quota di 60 euro mensili – l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici. La misura esistente ha il difetto di coprire indistintamente l’accesso al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale. Per risolvere, da una parte si propone l’aumento del tetto ISEE a 25mila euro per il Bonus Trasporti. Dall’altra di riservare una quota aggiuntiva esclusivamente ai giovani pendolari che si trasferiscono quotidianamente presso la sede del corso di studio frequentato o del luogo di lavoro. Ciò è reso possibile attraverso spostamenti extraurbani (origine e destinazione in Comuni diversi) di treni e pullman.

L’Osservatorio WELL-FARE del Consiglio Nazionale Giovani ha evidenziato diverse sfide anche nel panorama del Sistema Salute italiano. Il suo primo Rapporto sottolinea il bisogno di un intervento sistemico di risposta, con il coinvolgimento del mondo dell’istruzione e di quello della sanità. La salute mentale deve diventare oggetto di attenzione pubblica, così come accade per quella fisica, anche nell’attività di prevenzione. Analizzando i dati del 2022 sull’uso del Bonus Psicologo, a fronte di un totale di circa 400 mila domande, solamente 41mila sono state evase. Nel 2022, il fondo dedicato era di 25 milioni di euro, mentre nel 2023 sono stati previsti solamente 5 milioni e 8 milioni di euro dal 2024. Su 400 mila domande presentate nel 2022, ben 238 mila sono giunte da parte di giovani under 35.

Bonus Cultura

A completare il quadro arriva la fine del Bonus Cultura di 500 euro, devoluto dal 2016 ai neomaggiorenni. Permetteva l’acquisto di libri, biglietti per musei e spettacoli teatrali, è stato una pietra miliare per la promozione culturale tra i giovani. Ma i 230 milioni di euro, previsti nel bilancio del governo Draghi, non saranno rifinanziati una volta esauriti. Questa decisione è stata confermata dal Ministero della Cultura evidenziando che chi non ha beneficiato del bonus o è nato verso la fine dell’anno, non avrà accesso a questi fondi. Tuttavia, il Governo, a partire da gennaio 2024, introduce nuove iniziative.

Carta Cultura Giovani

Una novità è la Carta Cultura Giovani, destinata ai diciottenni di famiglie con ISEE non superiore a 35 mila euro. Per gli studenti che hanno ottenuto 100 o 100 e lode alla maturità, entro l’anno in cui compiono 19 anni arriva la Carta del Merito, un riconoscimento senza limiti di reddito. Infine, per promuovere l’accesso alla lettura e alla cultura c’è la Carta dei Libri, che coinvolge le famiglie con ISEE sotto i 15 mila euro.

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📸 Credits: Canva.com

Articolo tratto dal numero del 15 gennaio 2024 de il Bollettino. Abbonati!

Studentessa di Scienze della Comunicazione con una grande passione: il giornalismo. Determinata, ambiziosa, curiosa e precisa. Per Il Bollettino mi occupo di lifestyle in tutte le sue forme cercando di fornire una nuova prospettiva alla realtà che ci circonda.