giovedì, 16 Maggio 2024

Genova capitale dello sport 2024. Micillo, CONI: «Traino per l’economia»

DiIlaria Mariotti

1 Febbraio 2024

Genova capitale europea dello sport 2024. Una prestigiosa onorificenza assegnata a ottobre scorso dalla non profit con sede a Bruxelles ACES Europe, la federazione delle Capitali Europee dello Sport, che dal 2001 assegna i premi «secondo i principi di responsabilità e di etica, nella consapevolezza che lo sport è un fattore di integrazione nella società», si legge sul sito. Il premio è riconosciuto dal Libro Bianco sullo Sport della Commissione europea, che all’articolo 50 recita: «La Commissione cercherà anche di promuovere una maggiore visibilità dell’Europa durante gli eventi sportivi e sostiene l’ulteriore sviluppo dell’iniziativa Capitali Europee dello Sport». Insomma, sarebbe un errore «considerarla solo come un’etichetta» spiega Antonio Micillo, Presidente del CONI Liguria. Un riconoscimento del genere «fa da traino tanto sul piano economico, quanto su altri aspetti, come quello culturale».

La città è vetrina internazionale di una serie di grandi eventi (il programma completo su www.genovasport2024.it/). Un’occasione da non perdere…

«Sicuramente. Lo sport è un asset strategico non solo dal punto di vista della salute, ma anche dal punto di vista delle ricadute economiche che porta con sé ogni manifestazione sportiva, se ben gestita. Basti pensare che, per gli eventi, a ogni atleta si affiancano accompagnatori e pubblico. Di conseguenza, i primi effetti si vedono banalmente su alberghi e ristoranti. Poi c’è tutta la parte relativa alla valorizzazione del territorio. Un riconoscimento simile significa promuovere la città sia nei confronti degli atleti, sia agli occhi degli appassionati di sport. Un investimento da interpretare come qualcosa che vale non solo nell’immediato, ma anche per il futuro».

Il turismo potrà giovarne?

«È un fattore anche quello. E non solo quello sportivo, ma anche quello culturale. Noi per esempio in occasione della manifestazione abbiamo organizzato una mostra, che aprirà gli eventi di Genova Capitale Europea dello Sport 2024. Si intitola Il tempo e lo sport ed è promossa dal CONI Liguria, utilizzando interamente fondi nostri. Sarà aperta dal 13 gennaio all’11 febbraio alla Sala Liguria di Palazzo Ducale a Genova. Lo scopo dell’evento è ripercorrere la storia dei quasi cento sodalizi sportivi della Liguria che sono stati fondati a partire dal 1851 e sono ancora in attività. Sono esposte foto che ritraggono le origini delle varie discipline, legate a quattro filoni: addestramento militare, attività ludica, dopolavoro e luoghi religiosi. In tutto 17 pannelli con immagini e documenti provenienti dall’archivio del CONI Liguria e da quello delle società centenarie. Si vedono per esempio immagini della Belle Époque con la nascita del CONI nel 1914. Sono documentate anche le prime Olimpiadi del 1896. Poi i due conflitti bellici, che incisero profondamente sulla vita delle associazioni. In primo luogo per le perdite degli atleti che morirono in guerra. E gli stadi di calcio sono infatti ancora adesso intitolati a caduti della Grande Guerra, come Luigi Ferraris a Genova o Alberto Picco a La Spezia. In seconda battuta, colpirono con le distruzioni del territorio, delle sedi e degli impianti. La fase del Dopoguerra vede le società riorganizzarsi e adeguarsi alle nuove normative».

Turismo e sport viaggiano dunque di pari passo?

«Sì, anche perché Genova vanta una profonda tradizione di sport legati al territorio. Ad esempio, in occasione dell’anno avremo anche la Coppa del Mondo di Orienteering, uno sport non molto conosciuto in Italia e più praticato all’estero. È una gara a cronometro dove i partecipanti usano una mappa per raggiungere i punti di controllo, scegliendo il percorso migliore. Sport che si può praticare sia in bosco sia in città. E anche questo sarà un’opportunità per far conoscere Genova».

Anche perché si tratta di una città con una storia pluricentenaria…

«Non dimentichiamo il suo passato glorioso, è stata una Repubblica marinara. Ma i genovesi sono schivi e riservati, tendono a non mettere in piazza le proprie eccellenze. Come per esempio i Palazzi dei Rolli, diventati nel 2006 patrimonio mondiale Unesco. Pensi che a settembre ci sarà anche la storica Regata delle Antiche Repubbliche Marinare con il galeone di Genova a caccia del tris di vittorie».

Quali sono le discipline a calendario?

«Svariate. Nell’ultima settimana di gennaio, a Palazzo Tursi, arriverà la Coppa Davis, vinta dopo 47 anni dagli Azzurri. Dal 17 marzo Genova ospiterà in Corso Italia la partenza del circuito nazionale Giro Hand Bike. Una prima assoluta sarà costituita dal Torneo delle Regioni, manifestazione dedicata alle rappresentative giovanili calcistiche. Il Comitato regionale ligure della FITP porterà anche a luglio il Premier Padel P2, con i più grandi campioni della pala. E ancora, l’Hockey su Prato sarà protagonista a giugno con il Trofeo Internazionale Hockey sotto la Lanterna. Per non parlare del basket, con a novembre il terzo impegno di qualificazione al Women’s EuroBasket 2025 tra Italia e Repubblica Ceca. E poi anche il ciclismo, con l’apertura a maggio del Giro di Italia».

E per la sua disciplina, la vela?

«Agli inizi del 2024 lo Yacht Club Italiano proporrà gli storici appuntamenti con l’International Genoa Winter Contest, la regata per derive e monotipi a bulbo, la Genoa Sailing Week – Coppa dei Campioni. Infine, a giugno ci sarà la mitica Regata della Giraglia. Non dimentichiamo che Genova ha anche appena ospitato l’edizione 2022-23 di The Ocean Race, la prima volta che la regata intorno al mondo si è conclusa nel Mediterraneo e anche la prima volta che la flotta ha visitato l’Italia».

Per l’occasione saranno riqualificati degli impianti sportivi?

«Ci sarà una programmazione dei fondi europei necessari a ristrutturare gli impianti, rendendoli più moderni. Il percorso prevede una riqualificazione del patrimonio edilizio sportivo esistente e una sua implementazione attraverso interventi da ultimare nei prossimi anni».

Quali sono le strutture interessate?

«Fanno parte di questo progetto i rifacimenti dei manti dei campi di calcio a 11 tra i quali Ligorna, FM Boero, Sanguineti, Strinati, Ferrando-Baciccia e Ceravolo. Attraverso il Fondo strategico regionale saranno fatti interventi all’impianto della Crocera a Sampierdarena. E ancora, sono in ballo progetti di riqualificazione allo stadio di pattinaggio di Via Don Minzoni. Si rimetterà mano anche a strutture non direttamente sportive. Con il nuovo accordo quadro della Direzione Sport partiranno opere di impiantistica elettrica, idraulica e adeguamento antincendio, assieme a riqualificazioni di aree pubbliche ai fini sportivi mediante l’Accordo quadro di recente attivazione. Infine, ci sono le grandi opere PNRR, che interessano gli impianti di Sciorba e Andrea Doria».

Insomma, un fioccare di iniziative. Come valuta la condizione attuale dello sport in Italia?

«Gode di buona salute, ed è un po’ una riprova di come gli italiani si adattino molto bene alle situazioni di emergenza. È una mia analisi personale, ma è come se dopo il Covid-19 fossimo riemersi meglio di come stavamo. E lo testimoniano i grandi risultati ottenuti a livello internazionale. Il nostro modello sportivo ha funzionato, insomma. Va detto però che lo sport italiano, al di là del calcio, che ai grandi livelli ha poco a che vedere con lo sport puro e duro, ma con lo spettacolo, si basa per lo più sul volontariato».

Ci spieghi meglio…

«Le nostre società rientrano spesso nell’organizzazione del Terzo settore. Ci sono molte variabili a seconda dello sport praticato. Ma se penso al mio caso, che è la vela, noi atleti se facciamo una regata facciamo tutto gratuitamente. A volte ci ospitano in albergo, ma il resto è a nostre spese. Capita che le federazioni diano dei rimborsi, ma parliamo di 20, 30, 50 euro a giornata. E questo in qualche modo penalizza lo sport».

E gli sponsor?

«Quando ci sono, sono i benvenuti. Perché è chiaro che sono una forma di sostentamento per chi vuole vivere di sport. Talvolta si milita di proposito nelle forze dell’ordine, come le Fiamme gialle o la Forestale, per garantirsi uno stipendio come sportivi. Servirebbe una regolamentazione, per aiutare lo sport in questo senso. Anche perché deve essere autonomo rispetto alla politica. Destra e sinistra non trovano posto qui, perché quello che ci definisce è l’essere sportivi».

In pratica, un contesto molto aperto. A tal proposito, siete impegnati anche nel campo della disabilità?

«Lo sport anche qui può fare molto. Abbiamo il Comitato paraolimpico, che ha fatto un ottimo lavoro. E si tratta di un esempio importante per chi vive la disabilità, perché vedere persone che nonostante il problema che hanno riescono a praticare uno sport può essere una spinta forte a non chiudersi in casa, a uscire e riprendere la propria vita in mano. Lo stimolo può essere dirompente. Lo sport deve essere inclusivo, come stile di vita per tutti. Questo è lo spirito che ha fatto della candidatura di Genova un progetto vincente. E dal mio punto di vista la vera integrazione rispetto della disabilità passa dalle federazioni, ognuna delle quali deve avere al proprio interno una sezione paraolimpica».

Ci saranno anche eventi dedicati?

«Sì, è in fase di definizione anche un torneo internazionale di tennis in carrozzina». 

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📸 Credits: Canva

Articolo tratto dal numero del 1° febbraio 2024 de Il Bollettino. Abbonati!

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con il pallino del giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere per i giornali, quasi sempre online. All’inizio di cinema e spettacoli, per poi passare a temi economici, soprattutto legati al mondo del lavoro. Settori di cui mi occupo anche per Il Bollettino.