Nessuna retromarcia per Audi: il colosso tedesco dell’automobile infatti prosegue deciso nel suo piano per entrare in Formula 1 a partire dal 2026 attraverso l’acquisizione del team svizzero Sauber. Operazione iniziata con l’acquisto di una prima parte delle quote già nel 2023, dopo l’annuncio della separazione tra gli elvetici e l’Alfa Romeo, che Audi sta portando avanti con decisione.
Ipotesi dietrofront smentita dai fatti
Eppure, nel corso di questa vicenda, c’è stato un momento in cui sembrava che l’ingresso di Audi in Formula 1 potesse non avvenire. In particolare l’arrivo a fine giugno 2023 del Chief Executive Officer, Gernot Döllner, in sostituzione di Markus Duesmann, aveva fatto paventare un possibile dietrofront da parte dei tedeschi, nonostante i lavori per la costruzione del sito di Neuburg – designato per lo sviluppo dei propulsori – procedessero spediti.
Completata l’acquisizione delle quote
Al contrario, invece, il colosso a quattro cerchi non si ferma. Nei giorni scorsi, infatti, è stata completata l’acquisizione delle quote della Sauber dalla Longbow Finance, mentre il Chief Technical Officier dell’Audi, Oliver Hoffmann, è entrato a partire da febbraio 2024 nel consiglio di amministrazione della squadra elvetica. Quello che è cambiato è la quantità delle quote di Sauber rilevate: se inizialmente si parlava del 70%, adesso pare che Audi abbia deciso di acquistare l’intero pacchetto.
L’ingresso in Formula 1 parte della transizione elettrica di Audi
L’ingresso in Formula 1, per Audi, è tra l’altro un ulteriore passo della transizione verso l’elettrico del gigante tedesco. Proprio a partire dal 2026 – anno che, oltre a segnare l’ingresso di Audi nel paddock della massima categoria motoristica – sarà anche quello dell’addio ai motori termici da parte del marchio del gruppo Wolksvagen. In tal senso, la Formula 1 rappresenta il miglior banco di prova e di sperimentazione delle innovazioni in campo automobilistico. In quanto nuovo costruttore, inoltre, potrà anche contare su un budget cup maggiore rispetto alle altre squadre in pista. Senza dover spendere le cifre astronomiche (quantificabili in circa mezzo miliardo di euro) che sarebbero invece necessarie per costruire un team ex novo. ©
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