Se si ristruttura casa e si acquistano mobili, c’è un bonus per usufruire di uno sconto del 50% sull’Irpef. Il tempo per approfittare dell’agevolazione con gli importi attuali è fino al 31 dicembre 2024. Il tetto massimo di spesa è di appena 5mila euro, meno della metà rispetto al 2021, quando la soglia ha toccato il picco di 16mila euro. Ma già l’anno scorso c’era stata una sforbiciata, con l’ok ai soli importi fino a 8mila euro.
I mobili che rientrano nel bonus
Non solo mobili nuovi, perché a rientrare nel bonus sono anche gli acquisti di grandi elettrodomestici. Attenzione però alla classe energetica, che deve rispettare le seguenti categorie:
- A per forni
- E per lavatrici, asciugatrici e lavastoviglie,
- F per frigoriferi, congelatori e apparecchiature che prevedono etichetta energetica.
Agevolazioni ammesse quindi per «letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché materassi e apparecchi di illuminazione» si specifica sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Rimangono fuori invece porte, pavimentazioni e tende. Le regole valgono anche per i condomini, se la ristrutturazione riguarda parti comuni come guardiole oppure l’appartamento del portiere. In quel caso i singoli condomini potranno usufruire pro quota della relativa detrazione.
Le condizioni per accedere
Non basta acquistare un mobile per ottenere lo sconto fiscale. La spesa deve avvenire nell’ambito della ristrutturazione di un immobile (o anche più di uno, con conseguente cumulo di bonus). Per dimostrare la veridicità, serve che la data di inizio lavori sia anteriore all’acquisto e a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente. Per la prova valgono abilitazioni amministrative o comunicazioni richieste dalle norme edilizie, oppure una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Come funziona la detrazione
Gli acquisti che danno diritto al bonus vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi. I rimborsi saranno poi suddivisi in dieci quote annuali di pari importo. Un esempio pratico: se la spesa è stata di 7mila euro, di cui solo 5mila detraibili al 50%, si recuperano 2.500 euro sotto forma di 10 bonifici da 250 euro all’anno. Tra gli adempimenti ci sono infine i giustificativi di pagamento, da conservare perché tutto deve essere tracciabile e saldato tramite bonifico o carte (o anche finanziamenti a rate).
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