Maan, Spectrum Markets: «La negoziazione 24 ore su 24, fino a ieri impensabile, oggi è un must»
La nuova generazione di investitori è sempre più affascinata da opportunità di investimento dinamiche e innovative, che rompono con le tradizioni del passato. Giovani, nativi digitali e abituati a un mondo in continua evoluzione, stanno trasformando il volto del Mercato finanziario con un approccio fresco e tecnologicamente avanzato. Il loro interesse non si limita alla ricerca di profitti rapidi, ma si estende a un desiderio di trasparenza, accessibilità e inclusività.
Le criptovalute, con le loro caratteristiche uniche, rispondono perfettamente a queste esigenze, offrendo una forma di investimento che si allinea con il loro stile di vita e le loro aspettative. In un contesto dove la velocità di accesso e la disponibilità di informazioni sono cruciali, le Crypto rappresentano uno strumento potente per prendere il controllo del proprio futuro finanziario. «Le nuove generazioni tendono a iniziare il loro percorso finanziario proprio grazie strumenti come le criptovalute» dice il CEO della trading venue europea di negoziazione Spectrum Markets, Nicky Maan.

I principali fattori dell’adozione crypto nella nuova generazione
Quali sono i principali fattori che stanno influenzando l’adozione delle valute digitali tra i più giovani?
«Ritengo che la crescente attenzione dei più giovani a questo tipo di prodotti e lo sviluppo di tecnologie sempre più innovative siano due elementi che si influenzano a vicenda. Una conseguenza di questa interconnessione la vediamo, per esempio, nella possibilità di avere accesso al trading 24 ore su 24. Questa opzione, ormai fondamentale per lo scambio di asset crittografici, un tempo non era neppure contemplata dalle sedi di scambio tradizionali, ma è diventata essenziale in relazione all’interesse sempre più diffuso verso le criptovalute. Non si tratta, tuttavia, di una completa novità. La tecnologia esistente permetteva già di immaginare un accesso al trading esteso, arrivando anche all’intero giorno, e Spectrum stessa ne è una chiara testimonianza: fin dalla creazione, infatti, la nostra trading venue ha offerto un accesso H24, 5 giorni su 7, ma con un set di prodotti diverso.
Ciò che è cambiato, con l’evoluzione degli asset crittografici, è che ora anche le sedi di scambio tradizionali stanno ampliando le loro finestre di negoziazione, a riprova che proprio questa è la direzione verso cui si sta muovendo la tecnologia e il Mercato. Il crescente coinvolgimento dei più giovani, poi, ha reso necessaria un’altra innovazione tecnologica che risponde a nuovi requisiti di velocità: mi riferisco, nello specifico, ai tempi di quotazione e di settlement dei prodotti».
La dinamicità dei crypto-asset attira i giovani
«Le nuove generazioni sono sempre più abituate ad avere ciò che desiderano nel minor tempo possibile, l’abitudine ad aspettare è rara. Ciò vale anche negli investimenti, e ancora di più quando si tratta di cryptoasset che, rispetto alle asset class più tradizionali, si muovono molto più rapidamente.
In definitiva, ci troviamo di fronte a una convergenza tra attori che cercano di portare diversi elementi dell’ambiente di trading convenzionale in un’area più all’avanguardia, come noi di Spectrum, e asset class molto innovative, come le criptovalute. Col tempo, le distanze tra questi due ambiti inizieranno ad accorciarsi, e mi aspetto un esito interessante: anche le borse tradizionali, focalizzate su asset più convenzionali, come azioni, ETF o securitised derivatives, dovranno evolvere per stare al passo».
La differenza generazionale in tema di investimento
Quali differenze notate nelle preferenze di investimento tra i Millennial, la Generazione Z e le generazioni precedenti?
«Credo che le principali distinzioni siano radicate in dinamiche socioculturali, ma che queste si ripercuotano naturalmente anche sulle abitudini di trading. I Millennial e le generazioni precedenti tendono a mostrare più pazienza rispetto ai più giovani, poiché appartengono a un mondo dal ritmo più lento, in cui l’attesa era essenziale per vedere risultati concreti. Oggi, invece, emerge una maggiore impazienza, accanto a una propensione al rischio più elevata rispetto al passato. Ciò si riflette sui comportamenti di trading, con i giovani investitori retail più propensi a provare le criptovalute e perfino a operare esclusivamente con questi strumenti, accanto alla generazione precedente che risulta fedele alle soluzioni più tradizionali e che, se decide di guardare ad asset class più innovative come le Crypto, vi alloca comunque una quota limitata del patrimonio.
Questo non significa che gli investitori retail “vecchio stampo” non siano abituati al rischio. Se pensiamo al panorama dei securitised derivatives, infatti, vediamo che questo tipo di strumenti si posizionano verso l’estremità più rischiosa della gamma di investimenti, essendo decisamente più rischiosi di un’azione o di un’obbligazione. Quello che cambia tra i due profili di investitori, in questo caso, è il tipo di percezione del rischio. Il punto chiave è che, in genere, questi strumenti vengono utilizzati dagli investitori individuali in percentuale limitata all’interno di un portafoglio diversificato, dove la maggior parte degli asset restano allocati in strumenti più tradizionali come obbligazioni, azioni ed ETF. Personalmente, ritengo che, col tempo, la tendenza dei Gen Z convergerà in questa direzione: tra 20 anni, quando l’investitore retail trentenne di oggi compirà 50 anni, mi aspetto che le criptovalute saranno solo una parte di un portafoglio più diversificato, non più la maggioranza».ù

L’interesse per Bitcoin
In che modo l’interesse delle nuove generazioni per Bitcoin sta cambiando il panorama degli investimenti finanziari tradizionali?
«La ventata innescata è più simile a una forte brezza che a un uragano. A mio parere, il Bitcoin e le altre criptovalute non finiranno per sconvolgere drammaticamente il mondo del trading e degli investimenti tradizionali, poiché si inseriscono nel corso di un cambiamento già in atto, per quanto resti indubbio che ne abbiano accelerato il passo. Prendiamo noi come esempio: Spectrum è una sede di negoziazione regolamentata, quindi non siamo una borsa tradizionale, ma non siamo nemmeno un Crypto Exchange. Dalla nascita, abbiamo deciso di offrire un accesso 24 ore su 24 e abbiamo visto che le nostre scelte hanno premiato, tanto da vedere l’implementazione di iniziative simili anche da parte di piazze storiche.
Ciò, a mio avviso, è un segnale del fatto che, probabilmente, l’industria sarebbe arrivata comunque a questo punto, magari in un arco di tempo molto diverso – diciamo tra 15 o 20 anni. Non possiamo immaginare un mondo in cui le cripto finiranno per sostituire le asset class tradizionali, inoltre, perché sono ancora troppo volatili e, in questo senso, bisogna considerare il ruolo della regolamentazione. Le autorità finanziarie, infatti, stanno prendendo in carico la situazione e, una volta sottoposte a standard normativi uniformi, le criptovalute diventeranno più stabili, ciò significa che i rendimenti saranno meno volatili. A quel punto, a mio avviso, avremo a che fare con un’asset class come un’altra».
Le strategie educative da adottare
Quali strategie educative possono aiutare i giovani a comprendere meglio il funzionamento delle diverse asset class e il loro potenziale?
«Bisogna innanzitutto chiarire due aspetti. Da un lato, l’educazione finanziaria è senz’altro fondamentale, perché può aiutare le persone a fare trading e a investire in modo consapevole. È anche grazie a essa, infatti, che stiamo assistendo a una crescente partecipazione ai Mercati finanziari. Poter gestire in autonomia le proprie finanze, così da non dipendere esclusivamente dal sistema pensionistico o da agenti esterni, conferisce agli investitori individuali un senso di responsabilità.
D’altra parte, è fondamentale educare soprattutto i giovani investitori a comprendere che le criptovalute costituiscono solo un tassello del puzzle: il mondo degli investimenti è un ambiente molto più composito e caratterizzato da soluzioni ben diverse tra loro che vanno combinate. I potenziali “super-guadagni” delle criptovalute potrebbero mettere in ombra l’ampia gamma di opzioni di trading alternative e celare le possibili super-perdite. In sintesi: avvicinare le persone al trading è positivo, così come lo è incoraggiare trader e investitori a voler essere indipendenti nel gestire il proprio denaro. Ma incentivare le persone a investire solo sulle criptovalute non va bene. È come avere un ristorante che serve solo dolci. Il dessert può attirare, ma non c’è il rischio di fare indigestione?».

Le sfide d’approccio della nuova generazione
Quali sono le principali sfide di chi si approccia a questi investimenti?
«Le forti fluttuazioni nel breve termine di asset class particolarmente volatili, come le Crypto, possono comportare rischi significativi per i portafogli, se questi non sono adeguatamente protetti e diversificati. In particolare, gli investitori meno esperti (non per forza i più giovani), potrebbero risultare più vulnerabili, spinti a compiere decisioni più impulsive basate su mode, trend o suggerimenti del momento, magari anche controproducenti, anziché adottare strategie di investimento solide e ponderate. Abbiamo accennato prima al profilo di rischio più elevato delle giovani generazioni, che spesso iniziano il loro percorso di investimento concentrandosi solo su questi asset volatili. Se, da un lato, questa tendenza è sinonimo di entusiasmo e riflette la voglia positiva di partecipare ai Mercati finanziari, dall’altro può esporre le strategie a significativi rischi di ribasso. Di conseguenza, è essenziale fornire un’educazione mirata alla gestione del rischio, alla diversificazione e alla comprensione della natura delle diverse asset class».
Strumenti e misure contro la volatilità e la difficoltà dei nuovi asset
Quali strumenti e risorse educative possono supportare i giovani investitori nel gestire la volatilità delle criptovalute?
«Innanzitutto, bisogna prendere atto del fatto che la volatilità non è qualcosa che si può davvero fermare. Non può essere completamente eliminata, ma può essere gestita, da un lato attraverso la trasparenza e la regolamentazione, dall’altro attraverso specifici strumenti e un’attenzione all’educazione finanziaria. Se guardiamo all’evoluzione delle asset class, è evidente che l’ingresso di un maggior numero di operatori nei Mercati contribuisce alla maturità del prodotto e alla riduzione della sua volatilità nel tempo. Tuttavia, senza fluttuazioni, i Mercati ristagnerebbero. Consideriamo l’oro, che è uno degli asset tradizionali più longevi. Sebbene sia ancora volatile nel breve termine, nel lungo periodo gli effetti sono mitigati da fattori quali la regolamentazione, la liquidità e la coerenza dei prezzi».
Quali misure possono adottare le trading venue per bilanciare l’innovazione alla compliance normativa nel settore degli asset digitali?
«Secondo me, un approccio interessante potrebbe essere quello di richiedere a qualsiasi trading venue che offra la negoziazione di criptovalute di includere anche almeno uno strumento tradizionale e regolamentato, che si tratti di azioni, ETF o altro. A mio avviso, attuare una misura di questo tipo potrebbe avere due effetti: in primo luogo, costringerebbe le borse e le trading venue a operare all’interno di quadri normativi e aderire a standard uniformi, migliorando così la protezione degli investitori. In secondo luogo, offrendo un mix di asset innovativi e tradizionali, agli investitori verrebbe presentata una gamma diversificata di opzioni, promuovendo un approccio più equilibrato e informato. Il problema, ora, è che metà delle offerte di criptovalute sono regolamentate, mentre l’altra metà non lo sono».

I trend emergenti e come sfruttarli
Quali sono i trend emergenti nel settore delle criptovalute che potrebbero attirare maggiormente l’interesse delle nuove generazioni?
«Negli ultimi anni, diversi trend hanno suscitato notevole clamore, pensiamo agli NFT o al Metaverso. L’evoluzione di queste tendenze è via via scemata, senza alcun progresso significativo negli ultimi due o tre anni; tuttavia, portano con sé un elemento interessante da considerare, una sorta di “potenziale formativo”. I giovani che si avvicinano al mondo del trading e imparano a conoscere le criptovalute, diversificando opportunamente così da limitare le perdite, hanno un vantaggio. Questi nuovi investitori diventano infatti più familiari con strumenti finanziari che, secondo me, continueranno a evolversi nei prossimi 20-30 anni. Anche se tra 10 anni potremmo non avere tante criptovalute come oggi, ci sarà comunque una qualche forma di asset digitali. La tecnologia alla loro base, le modalità per la loro creazione e la ricerca di decentralizzazione degli asset non scompariranno.
Proprio come al giorno d’oggi i bambini sono sempre più a loro agio con la tecnologia, tanto da saper usare un iPad anche meglio degli adulti, allo stesso modo, i giovani trader che iniziano a investire in criptovalute saranno più preparati e intuitivi nel trading dei nuovi strumenti che emergeranno in futuro».
La nuova generazione e le istituzioni finanziarie a confronto
Come può il comportamento dei giovani investitori, anche in relazione all’uso delle cripto, influenzare le strategie di investimento a lungo termine delle istituzioni finanziarie?
«Non mi aspetto cambiamenti radicali: è dal 2015/2016 che tutte le principali banche in Europa e nel mondo sembra vogliano implementare qualcosa che abbia a che fare con una particolare Blockchain. Ad oggi, non è successo realmente nulla di pratico. Ciò non vuol dire che non possa accadere domani, ma attualmente non vi sono stati sviluppi significativi.Per fare un reale passo avanti serve una sinergia di tre elementi: tecnologia, regolamentazione e domanda.
La tecnologia deve essere all’avanguardia, pronta e affidabile, mentre la regolamentazione deve tutelare il cliente finale, ma la domanda è davvero fondamentale.Bisogna disporre di, o creare, qualcosa di effettivamente necessario, che risolva un problema specifico. In linea generale, il cliente medio guarda prevalentemente al risultato, alla facilità e velocità del soddisfacimento dei propri desideri; raramente la sua attenzione va oltre la punta dell’iceberg. Quello che gli interessa è quanto gli costa fare trading, quanto velocemente può effettuare le transazioni e quanto l’infrastruttura è stabile».

Le mosse delle istituzioni finanziarie
Cosa stanno facendo le trading venue per adattare i loro servizi per rispondere alle aspettative dei giovani investitori?
«Per rimanere competitivi in un’industria che evolve così rapidamente, è cruciale adeguarsi alle mutevoli esigenze degli investitori, che richiedono maggiore accessibilità e flessibilità per fare trading, sempre all’interno di un ambiente sicuro e trasparente.
È molto simile all’evoluzione che ha sperimentato il settore bancario: ora è normale fare operazioni tramite l’app, invece di doversi per forza recare in filiale come qualche anno fa, anche solo per controllare il saldo. Questa richiesta si verifica perché le persone sono abituate alla comodità, ad avere la possibilità di fare le cose da casa e sul proprio telefono, anziché dover andare in banca. Adesso lo stesso sta avvenendo nelle operazioni di trading o investimento, e si sta rendendo necessario estendere innovazione, cambiamento e progresso a tutte le classi di attività, alla tecnologia e all’infrastruttura. Non abbiamo bisogno di criptovalute o asset digitali affinché avvenga questo cambiamento. In Spectrum stiamo abbracciando attivamente tale evoluzione, ed è per questo che stiamo ampliando la nostra offerta. Il nostro recente lancio di ETF è solo l’inizio. Abbiamo ulteriori sviluppi all’orizzonte nei prossimi mesi». ©