Sono 4 le nuove procedure d’infrazione aperte dalla Commissione Europea carico dell’Italia.
Quali?
Plastica monouso
L’Italia non avrebbe recepito correttamente la SUP, cioè la direttiva europea sulla plastica monouso. La versione italiana della norma conterrebbe infatti eccezioni non previste dall’originale, come quella per i film di plastica o per le plastiche biodegradabili.
Tris di ritardi
Si contesta al nostro Paese anche il mancato recepimento nei tempi previsti di tre direttive: la 2022/868 sulla governance europea dei dati, la 2022/362 sulla tassazione di alcuni veicoli e la 2022/431 sulla protezione dei lavoratori da agenti cancerogeni.
Ora l’Italia avrà ora due mesi per giustificare il suo operato. Dopodiché, la Commissione potrà decidere se archiviare le procedure o mandarle invece avanti, esprimendo il suo parere motivato con la scadenza per adeguarsi.
Il deficit eccessivo
In aggiunta a questo quartetto, contro l’Italia è in corso anche un provvedimento che riguarda una violazione delle regole finanziarie comunitarie. In particolare, per aver sforato nel 2023 il livello di disavanzo concesso dalla norma in materia, il cosiddetto Patto di Stabilità e Crescita. Il tetto impone di stare al di sotto del 3% del PIL, ma i conti pubblici italiani hanno registrato un rosso del 7,4%. Ora bisognerà aspettare l’insediamento della nuova Commissione per avviare le trattative che porteranno il nostro Governo a concordare una traiettoria di correzione per riportare la spesa pubblica sotto controllo nei prossimi anni. Questo potrebbe significare, tra le varie cose, una manovra di bilancio ridotta nel suo margine di intervento.
Il Ponte
Vi è poi il rischio di un’infrazione riguardante la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Lo evidenzia il comitato “Invece del Ponte”: l’opera andrebbe rimessa a gara per via di un forte aumento rispetto ai costi iniziali. Autorità locali e direzione dell’infrastruttura, però, rassicurano: non ci sarebbe alcuna violazione delle norme.
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