martedì, 14 Gennaio 2025

De Maio, Milano Cortina 2026: «I Giochi ci lasceranno più consapevoli sull’importanza dello sport»

Sommario
Domenico De Maio

Le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 vogliono lanciare un segnale forte, che possa durare nel tempo. 16 discipline olimpiche e 6 paralimpiche, oltre 3.500 atleti da 90 Paesi – di cui il 47% donne, per i Giochi invernali più equi di sempre, a livello di genere. In palio, 195 medaglie, assegnate in 26 giorni di gare. L’edizione del 2022 di Pechino ha fatto registrare un’audience televisiva globale di oltre 2 miliardi di persone, con circa 3,2 miliardi di interazioni digitali, ma l’Italia punterà a fare ancora meglio.

Dal punto di vista economico, è previsto un aumento della domanda per tutto il comparto sportivo nazionale che potrebbe superare 1 miliardo di euro, con un incremento delle risorse pari a 1 miliardo e 142 milioni di euro complessivi. Si stima inoltre un beneficio di 1 miliardo e 26 milioni di euro per i settori direttamente e indirettamente connessi, per un effetto diretto, indiretto e indotto sul PIL di 2 miliardi e 901 milioni di euro (fonte: ricerca Sport e Impresa dell’università LUISS).

Il tutto a fronte di una spesa di oltre 5 miliardi e 720 milioni di euro, di cui 1 miliardo e 600 milioni spesi per l’organizzazione dei giochi e ulteriori 4 miliardi e 120 milioni di euro per le varie opere connesse (il 68% del totale per le sole opere stradali).

Il valore della cultura

Domenico De Maio

Ma i Giochi Olimpici di Milano Cortina 2026 non vogliono essere solo questo. L’obiettivo del comitato organizzativo è di lasciare il segno anche e soprattutto dal punto di vista culturale, con decine di progetti e iniziative che già hanno preso il via negli ultimi anni. E che proseguiranno fino a culminare nella manifestazione vera e propria, che partirà il 6 febbraio 2026 con la cerimonia di apertura allo stadio Giuseppe Meazza di Milano e si concluderà il 15 marzo 2026 con la cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi allo Stadio Olimpico di Cortina d’Ampezzo.

«È bene ricordare che le Olimpiadi e le Paralimpiadi nascono per celebrare valori quali l’amicizia, l’eccellenza, la determinazione e l’inclusione. Questa missione è fondamentale per noi, al punto che nel nostro progetto di candidatura c’erano degli impegni precisi in questo senso», dice Domenico De Maio, Education & Cultural Director della Fondazione Milano Cortina 2026. «Da un lato, dunque, abbiamo il compito di organizzare i Giochi e ospitare competizioni meravigliose con più di 90 Nazioni, ma anche di avere un impatto positivo sulla vita di ragazze e ragazzi.

Per fare questo, abbiamo costruito un programma Educational chiamato Gen26, che ha l’obiettivo di raggiungere un ampio numero di persone attraverso la collaborazione con le istituzioni preposte alla formazione e all’educazione. Tutto ciò al fine di aumentare la presenza dello sport – inteso anche come elemento di conoscenza, di valori e di olimpismo – nelle comunità e nelle scuole».

Il concetto dell’olimpismo

Domenico De Maio

Cosa intende con olimpismo?

«È un concetto che può essere declinato in varie materie, quindi non solo durante le ore di educazione fisica ma anche per chi insegna storia, geografia e le arti. Ogni disciplina insegnata ai ragazzi e alle ragazze può essere arricchita di storie e di esperienze di olimpismo e di paralimpismo. Uno dei punti di partenza del nostro programma è stato quello di osservare l’allarme lanciato dal Comitato Olimpico Internazionale e dall’OMS riguardante il livello di sedentarietà dei nostri ragazzi. Tutto ciò ci spinge a incoraggiare non solo lo sport, inteso come disciplina ma anche come stile di vita.

Abbiamo progetti che incoraggiano ad andare a piedi da casa a scuola, oppure a fare movimento anche nelle altre ore di didattica.» ha spiegato Domenico De Maio: «Poi c’è un tema legato alle competenze. Abbiamo pensato di prendere come target non solo la fascia 6-18 anni, ma anche quella degli over 18. In pratica, i ragazzi che si stanno formando per poi affacciarsi al mondo del lavoro. Questo perché il settore dello sport è in grande crescita. I dati Eurostat ci dicono che sono un milione e mezzo le persone incardinate nel settore a livello europeo. Ed è un target molto  giovane. C’è tanto bisogno di nuove leve nel settore dei grandi eventi e quindi incoraggiamo le università ad aumentare la formazione per le competenze connesse».

In che modo?

«Andando direttamente negli atenei e supportando i team didattici nella stesura dei programmi. A oggi circa il 25% delle università italiane ha  stretto partnership con noi, sia nei territori olimpici e paralimpici sia nel resto d’Italia. Siamo riusciti a coinvolgere a vario titolo circa un milione di ragazzi attraverso le iniziative del nostro programma educativo».

Le iniziative

Domenico De Maio

Quali sono le iniziative lanciate a favore dell’educazione di cui andate più orgogliosi?

«Una è stata quella che ha portato a disegnare la mascotte, coinvolgendo le scuole primarie e secondarie di primo grado in un progetto molto largo che ha coinvolto tutte le Regioni d’Italia. Con migliaia di elaborati. È stato molto interessante vedere quanto un progetto di questo tipo abbia rappresentato un pretesto di trasferimento dei valori olimpici e paralimpici tra i più giovani.

Un altro esempio è la Winter Games Week, un programma virtuoso che arriva alla sua seconda edizione nel 2025 e le cui iscrizioni sono aperte anche ora sul nostro sito.» spiega Domenico De Maio, e prosegue: «Lanciata nel 2024, include scuole di ogni ordine e grado per celebrare l’olimpismo e il paralimpismo. Nella settimana che segnerà -1 anno ai Giochi di Milano Cortina 2026. L’edizione dell’anno scorso ha coinvolto 230mila ragazzi in una trasversalità incredibile di attività. Lavorando coi docenti tramite tool educativi realizzati dalla Fondazione per incoraggiare giochi didattici e altre modalità».

Dalle istituzioni notate un approccio positivo rispetto alle vostre proposte e iniziative?

«Assolutamente sì. Sono nostri stakeholder e non potrebbe essere altrimenti. I progetti come le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono tra i pochi che riescono a creare un’alleanza trasversale in modo strutturale. I Giochi hanno questa vocazione di unire e stringere. 

Mi piace inoltre sottolineare il livello di passione mostrato dai funzionari dei livelli intermedi, come i dirigenti, gli uffici scolastici e quelli provinciali.» afferma Domenico De Maio: «Ad esempio, abbiamo tenuto webinar alle 19 di sera con oltre 200 persone collegate. Senza alcun obbligo ma solo per il piacere di informarsi e approfondire queste tematiche. C’è un grande senso di squadra con i territori dei Giochi e con il sistema Paese nel suo insieme».

L’aiuto alle comunità più fragili

educazione

Avete pensato anche alle comunità più fragili?

«Questo è un tema che sentiamo molto. Milano Cortina 2026 sta implementando un programma che punta a incoraggiare le comunità a utilizzare lo sport. Come strumento di contrasto a fenomeni di questo tipo. E lo sta facendo attraverso un’alleanza con le principali organizzazioni e con le istituzioni che operano in questo campo. Due anni fa abbiamo avuto un primo incontro nell’istituto penale per minorenni di Nisida con il campione Pino Maddaloni, vestito con la divisa della Polizia.

È stato interessante notare come i ragazzi siano riusciti a empatizzare con un esponente delle Forze dell’Ordine, nonostante i loro precedenti.» spiega Domenico De Maio: «Siamo stati poi in giro per l’Italia nei Punti Luce di Save The Children, dei luoghi di aggregazione nelle periferie. E tra le altre cose proseguiremo da qui al 2026 rilasciando un tool kit per continuare il lavoro di formazione e presenza nei territori. Questo lavoro ci riempie di orgoglio, siamo stati invitati alle Nazioni Unite a New York, a giugno, in un dibattito di alto livello. Proprio per testimoniare l’esperienza di un comitato organizzatore posizionato per impattare in questo senso».

Per quanto riguarda i ragazzi prossimi ad affacciarsi al mondo del lavoro, invece?

«Nel promuovere il nostro programma Gen26, ci occupiamo anche del tema delle competenze. Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che la comunità educante sia ben posizionata su un progetto di formazione coerente con la realtà. Spesso i ragazzi lamentano una distanza tra la formazione e il lavoro, e noi su questo abbiamo iniziato a concentrarci con iniziative come il PCTO.» dice Domenico De Maio: «Poi nascono tanti circoli virtuosi. Spesso accade che ragazzi che hanno un percorso di formazione con istituzioni universitarie collegate alle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali 2026 riescano a entrare in Fondazione attraverso stage e poi proseguire.

Un esempio è il progetto legato ai reporter con corsi universitari di giornalismo e comunicazione. Con il CIO selezioneremo 10 ragazzi che entreranno a lavorare nel team dell’Olympic Information Server, ossia il servizio di informazione ufficiale dei Giochi in lingua inglese. Ma il nostro obiettivo principale non è quello di assorbire tutti i ragazzi, anche perché sarebbe impossibile. Ma di incoraggiare il sistema a essere più competitivo.

Se il nostro Paese vuole ambire da qui ai prossimi 20 anni ad ospitare più eventi, non solo sportivi, bisogna avere una generazione di giovani professionisti pronti a raccogliere questa sfida. Ciò è fondamentale, perché se c’è un tessuto pronto ed erudito nelle competenze, le occasioni poi arriveranno. Il progetto di Milano Cortina 2026 nasce proprio dalla presenza di queste competenze sui territori».

Le Olimpiadi della Cultura

Cosa sono le Olimpiadi della Cultura?

«Rappresentano il secondo dei grandi pilastri del nostro programma. Sono partite a gennaio 2024 in un percorso di avvicinamento e di crescita. Si tratta di un grande progetto di promozione culturale e advocacy, perché chiediamo all’ecosistema culturale di produrre più cultura. Ispirata ai valori che promuoviamo e di utilizzare questa cultura per la medesima funzione valoriale. Al centro del programma c’è il tema del movimento.

Non solo il movimento Olimpico e Paralimpico, ma il movimento di persone, il movimento fisico, quello trasformativo e quello dei popoli. Le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono l’unico evento che ospita Nazioni da tutto il mondo, che durante i Giochi vivono e convivono pacificamente in un unico luogo: il Villaggio.» afferma Domenico De Maio: «Nell’ambito dell’Olimpiade Culturale sono nate iniziative molto belle come la mostra Record a Trento inaugurata nel febbraio 2024. Realizzata grazie alla nostra collaborazione e a quella del museo di Losanna che ha fornito cimeli, immagini e video mai utilizzati in Italia.

Abbiamo attraversato tutti i nostri territori e le nostre venue, da Cortina con Una Montagna di Libri a Milano con la Mostra Straordinaria. In Valtellina abbiamo collaborato con l’Accademia della Scala, con diversi musicisti che hanno fatto un percorso di trekking per poi suonare in alta quota. Il tutto si concluderà con una grandissima celebrazione nel 2026, che sarà svelata tra la fine del 2025 e l’inizio dell’anno nuovo».

Vi concentrerete solo sui territori di gara?

«No, cercheremo di coinvolgere l’intero Paese. Per esempio, Verona, che ospita la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e dell’apertura delle Paralimpiadi. Oppure Venezia, che non ospita gare ma è un polo culturale potentissimo. Siamo stati alla Biennale di recente e stiamo stringendo un rapporto molto forte.

Un altro esempio? Siamo stati al Giffoni Film Festival la scorsa estate, con un’intera programmazione legata al cinema dello sport e una percentuale molto interessante di giovani. Che hanno partecipato a percorsi educativi. O ancora, il viaggio della Fiamma Olimpica e Paralimpica, che attraverserà tutto il Paese coinvolgendo attivamente i giovani nelle piazze e nelle strade».

L’auspicio della Fondazione

Che impronta volete lasciare?

«I Giochi daranno al Paese una maggiore consapevolezza sull’importanza dello sport, magari superiore a quella che c’era nel 2019. Senza prendersi meriti, ma condividendoli con tutta la comunità. E di grandi cambiamenti già ce ne sono stati. Pensiamo all’inserimento del valore educativo dello sport nella Costituzione, per esempio. Un passo fondamentale.

Soprattutto mi piace pensare che l’attenzione allo sport possa diventare un tema trasversale a tutte le discipline.» conclude Domenico De Maio: «Nelle sue Memorie Olimpiche, Pierre de Coubertin rifonda i Giochi Olimpici moderni proprio su questo antico legame tra sport, educazione e cultura. Più che fare una promessa, dunque, l’auspicio è che questo legame possa continuare a vivere oltre il 2026. Proprio grazie alle persone, alle comunità e alle istituzioni che ci hanno affiancato e che ci affiancheranno in questo grande viaggio verso i Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026».                ©

📸Credits: Canva

Articolo tratto dal numero del 15 dicembre 2024 de il Bollettino. Abbonati!

Sempre pronto a rinnovarmi e ad approfondire ogni giorno i temi che mi appassionano, credo che il giornalismo abbia una responsabilità enorme nella società. Per il Bollettino scrivo di sport e tecnologia, mi occupo anche di economia, attualità, musica e cinema.