martedì, 25 Marzo 2025

Fondi alla ricerca, a che punto siamo?

DiIlaria Mariotti

26 Febbraio 2025
Sommario

La ricerca italiana può finalmente contare su fondi sostanziosi. Quindici miliardi è quanto messo a disposizione dal PNRR. Nel 2022 sono poi stati sbloccati i Progetti di rilevante interesse nazionale, i cosiddetti PRIN, a loro volta finanziati dal PNRR, facendo confluire nelle casse della ricerca pubblica italiana quasi 2 miliardi di euro. In Manovra 2024 sono infine stati stanziati 1,2 miliardi di euro per la ricerca scientifica. Risale invece al 2021 l’istituzione, tramite il decreto Sostegni bis, del Fondo Italiano per la scienza. Un “tesoretto” che ha come obiettivo principale lo sviluppo della ricerca di base, finanziando progetti condotti da ricercatori emergenti oppure affermati. Resta però bassa la percentuale di spesa pubblica italiana in base al PIL, che si attesta intorno all’1,5% contro una media UE del 2. 

Che cosa è il Fondo Italiano per la Scienza

Il bando FIS 2024, giunto alla terza edizione, prevede uno stanziamento di 475 milioni di euro per progetti caratterizzati da alta qualificazione scientifica, originalità e innovatività, per un importo da destinare a ogni idea che va da un minimo di 1 milione a un massimo di 1,9 milioni. Tre sono le tipologie di borse, a seconda del livello di “anzianità” del candidato: lo starting grant, a cui va il 50% del totale, il consolidated, che si aggiudica il 20% e infine il 30% per gli advanced.

I requisiti per partecipare

È stata prorogata al 18 marzo la scadenza per la presentazione delle proposte. La domanda di partecipazione si presenta qui https://fis.bandi.cineca.it/. La condizione per accedere è che il Principal Investigator, italiano o straniero, che coordina le attività di ricerca presenti un’idea da attuare in università statali o non, purché italiane. Si tratta quindi anche di un modo per attrarre cervelli dall’estero e convincerli a restare.  

Altri incentivi per chi rientra dall’estero

Per arginare poi la fuga dei ricercatori all’estero in cerca di migliori opportunità, dal 2010 esiste una norma, la legge Controesodo, che prevede benefici fiscali per chi decide di tornare. La previsione è di un taglio Irpef fino al 90% per chi si ferma in Italia per un minimo di sei anni dopo un’esperienza estera almeno biennale. L’agevolazione dura per sei anni e si estende fino a tredici in caso di figli. Si calcola che i ricercatori rientrati in Italia finora grazie alla norma siano circa 3.500.   

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📸Credits: Canva

Giornalista professionista, classe 1981, di Roma. Fin da piccola con la passione per il giornalismo, dopo la laurea in Giurisprudenza e qualche esperienza all’estero ho cominciato a scrivere. All’inizio di cinema e spettacoli, poi di temi economici, legati in particolare al mondo del lavoro. Settore di cui mi occupo principalmente per Il Bollettino.