venerdì, 29 Marzo 2024

COVID-19, NATALE SENZA ALBERO PER GLI AMERICANI: A RISCHIO ANCHE CENE E BRINDISI

Natale senza il classico albero addobbato per gli americani? Il rischio c’è. Per questo l’American Christmas Tree Association – che rappresenta il settore degli alberi artificiali – si è affrettata a emettere un comunicato per rassicurare tutti i cittadini, dopo il diffondersi di indiscrezioni secondo cui la catena produttiva stava attraversando una fase di difficoltà. Timori dello stesso genere avevano riguardato nelle scorse settimane anche gli approvvigionamenti di tacchini per il Giorno del Ringraziamento, senza poi però venire confermati. Ma nel caso delle forniture di alberi in plastica (l’85% del totale), in realtà, si stanno verificando oggettivamente dei problemi di scarsità, comuni a molti altri prodotti: il rimbalzo della domanda conseguente alla ripresa post Covid-19 crea colli di bottiglia soprattutto nelle fasi di sbarco dei container dalle navi provenienti dalla Cina, costringendo alcuni importatori a dirottare le imbarcazioni dagli scali californiani verso i porti della costa Est degli USA tramite il canale di Panama: questo si traduce in prezzi di trasporto quadrupli e tempi di consegna doppi rispetto al normale. Il consumatore finale potrebbe pagare l’albero fino all’80% in più. E anche l’offerta di alberi naturali è ridotta a causa delle perdite di produzione (tra il 10 e il 20 per cento in base alle zone) dopo le temperature particolarmente elevate e gli incendi della scorsa estate.

NEL REGNO UNITO A RISCHIO VINI E LIQUORI – Ma non sono solo gli alberi a rischiare di mancare l’appuntamento con il periodo festivo. Un altro elemento immancabile di pranzi, cene ed eventi conviviali in genere potrebbe registrare una presenza ridotta. I rifornimenti di vini e liquori nel Regno Unito preoccupano non poco le associazioni di riferimento. Anche in questo caso il problema è essenzialmente logistico: mancano i conducenti dei veicoli commerciali che trasportano i carichi di alcolici dai porti ai centri di distribuzione. Negli USA questa carenza è causata dal fenomeno della mancanza di forza lavoro che preoccupa gli economisti sin dalla fine dell’estate 2020, mentre oltremanica la responsabile è la Brexit. Il governo britannico ha emesso 5 mila permessi temporanei di soggiorno per autisti ma la Road Haulage Association – associazione del settore autotrasporto – afferma che ne servirebbero ben 100 mila. Il settore vini è penalizzato anche dalla carenza di componenti secondari ma indispensabili per la produzione come bottiglie, casse e cartoni. Il problema è avvertito soprattutto in Spagna: nonostante che i produttori iberici abbiano piazzato ordini anche all’estero con largo anticipo, ad oggi non hanno la garanzia di ricevere le forniture in tempo per confezionare il vino. Ma una certezza c’è: l’aumento dei costi. Per le bottiglie si parla di un +10%, mentre le casse in legno sono arrivate anche a raddoppiare il loro prezzo.

IPOTESI CALO DOMANDA A NATALE – Dunque a Natale molti saranno costretti a rappezzare l’albero dell’anno scorso o intaccare le riserve di alcolici? Nonostante tutte le difficoltà presenti il periodo festivo potrebbe scorrere via liscio. Ci sono infatti altri fattori da tendere presenti. Il primo è la tendenza dei consumatori a non attendere eventi specifici ma a distribuire in modo più uniforme gli acquisti durante l’anno, soprattutto in vista del Natale 2021 e dei rischi di scarsità di prodotti annunciati da diverse settimane. Indicazioni in tal senso sono giunte dai dati sulle vendite al dettaglio a ottobre (superiori alle attese) e da quelli sul Black Friday: per la prima volta si è registrato un calo delle vendite online. Secondo i dati Adobe Analytics i ricavi totali dell’e-commerce negli USA si sono attestati a 8,9 miliardi di dollari contro i 9 miliardi dell’anno scorso. L’altro elemento che potrebbe ridurre l’impatto della scarsità di prodotti è il balzo dell’inflazione. I prezzi al consumo stanno salendo con la velocità massima dal 1990 negli USA e dal 2008 nell’eurozona: molto probabile quindi che parte della domanda di prodotti natalizi possa essere frenata dal costo eccessivo per alcuni portafogli. ©

Simone Ferradini

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