venerdì, 26 Aprile 2024

DEL VECCHIO STRINGE LA MORSA SU MEDIOBANCA-GENERALI

DiSimone Ferradini

2 Dicembre 2021

Grandi progetti in vista per Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, che punta con decisione a espandere le sue quote in Mediobanca-Generali. Con un patrimonio netto di 32,4 miliardi di dollari è il secondo uomo più ricco d’Italia appena dietro Giovanni Ferrero con 33,3 miliardi – secondo Forbes – e avrebbe un piano preciso e di notevole impatto: le partecipazioni in Generali e Mediobanca attualmente valgono oltre 3,3 miliardi di euro.

UN IMPRENDITORE PARTITO DA ZERO – La sua fortuna è concentrata in due asset principali: il 32,08% che detiene in EssilorLuxottica, che nel secondo trimestre del 2021 ha registrato un fatturato di 4,7 miliardi di euro, a +9,2% sullo stesso periodo del 2019 e il cui titolo dall’inizio dell’anno è cresciuto in Borsa del 38% – e il 30% circa in Covivio, gruppo attivo nel settore immobiliare derivante dalla fusione tra Foncière des Régions e Beni Stabili. Una storia costruita dal nulla, quella di Del Vecchio, che prende la licenza di terza media all’orfanotrofio dei Martinitt di Milano. Successivamente fa l’apprendista in fabbrica e frequenta i corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e incisione. Si trasferisce poi in Trentino per lavorare in una fabbrica di incisioni metalliche e quindi si mette in proprio ad Agordo con una bottega di montature per occhiali. Nel 1961 – Del Vecchio ha 26 anni – la bottega diventa Luxottica Società in accomandita semplice, e inizia la scalata al vertice: EssilorLuxottica è oggi il principale gruppo al mondo nella produzione di occhiali e lenti.

LE QUOTE IN GENERALI E MEDIOBANCA – Del Vecchio ha importanti quote in due istituzioni della finanza italiana: Generali e Mediobanca, in rialzo in borsa da inizio anno rispettivamente del 27 e 30 per cento. Di Piazzetta Cuccia è addirittura il principale azionista con il 18,9% tra titoli e derivati, mentre nella compagnia triestina è recentemente salito al 5,96%: con gli alleati Francesco Gaetano Caltagirone e Fondazione CRT ha un patto parasociale forte del 14,52%, a un passo dal 15,51% del primo azionista Mediobanca. E oggi Del Vecchio starebbe pensando di incrementare ulteriormente la partecipazione in Piazzetta Cuccia e superare la soglia del 20%: per fare questo occorre però l’autorizzazione della BCE. Ma potrebbe avere anche un piano alternativo.

AI FERRI CORTI CON NAGEL – Lo si evincerebbe dalle mosse di quello che sembra essere il suo avversario, l’a.d. di Mediobanca Alberto Nagel. A settembre Mediobanca ha comunicato di essersi assicurata 70 milioni di azioni Generali con un’operazione di prestito titoli di durata pari “almeno fino all’Assemblea di Assicurazioni Generali (29 aprile 2022), chiamata a rinnovare il Consiglio di Amministrazione” e che le consentirà di “detenere, unitamente alle azioni già possedute, il 17,22% dei diritti di voto di Assicurazioni Generali”. Un mossa difensiva nei confronti dell’esuberanza di Del Vecchio e soci per proteggere dell’a.d. di Generali, il traballante Philippe Donnet, e quindi mettere in salvo il principale asset di Mediobanca dalla manovra di accerchiamento di Del Vecchio?

ATTACCARE GENERALI PER PRENDERE MEDIOBANCA – La logica di Del Vecchio potrebbe essere questa: dato che incrementare ulteriormente la quota in Piazzetta Cuccia per prenderne il controllo non è impresa facile – oltretutto al superamento del 25% scatta l’OPA obbligatoria, per cui i margini di crescita sarebbero comunque limitati – meglio dare l’assalto a Generali e mettere Nagel con le spalle al muro in occasione del rinnovo del cda di Mediobanca nell’autunno 2023. Se le cose stessero così si tratterebbe dello stesso schema adottato – con successo – nel 2003 da Alessandro Profumo (Unicredit) e Cesare Geronzi (Capitalia), con la regia dell’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, per spodestare Vincenzo Maranghi, il successore di Enrico Cuccia. ©

Simone Ferradini

Twitter: @SimoneFerradini

LinkedIn: @SimoneFerradini