sabato, 20 Aprile 2024

Prezzi Oil & Gas. Marsiglia, FederPetroli: «Fondamentale l’Energy Union»

Federpetroli

Con la guerra Russia-Ucraina il settore del gas è in tilt. Il caro bollette preoccupa e il Governo ci mette una pezza malgrado l’appello a interventi più strutturali. «L’Algeria assicura all’Italia le stesse quantità con prezzi stabili. Per l’Oil & Gas italiano siamo fiduciosi in una ripresa di Saipem, considerando anche le commesse esistenti. Attendiamo il 15 marzo per la conferma del Piano Industriale e la nuova organizzazione del management», dice Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli. «Alla fine ci chiamiamo Europa, ma non dimentichiamo che l’Italia è il punto nevralgico di un continente nel Mediterraneo. Oggi il panorama dell’energia sta cambiando, ma bisogna ancora lavorare per permettere agli Stati membri di adeguarsi velocemente e arrivare agli obiettivi decisi dalla Cop26 in regola. Non possiamo rischiare di essere sanzionati. Forse siamo sulla buona strada per raggiungere quell’Energy Union su cui tanto abbiamo lavorato qualche anno fa».

Il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani e quello dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti hanno aperto la possibilità di sfruttare i giacimenti italiani di idrocarburi già perforati. Quanto può essere importante dal punto di vista lavorativo ed economico?

«È quello che da anni continuiamo a dire. Siamo contenti che i ministri abbiano considerato positivi i suggerimenti di FederPetroli Italia. Non sono operazioni semplici, comunque la messa in produzione di un pozzo ha bisogno di autorizzazioni, piccole centrali di trattamento adiacenti il pozzo, delle pipeline di collegamento tra pozzo e rete nazionale del gas o raffineria. Operazioni che per forza di cose producono reddito e occupazione. Consideriamo che oggi il settore petrolifero in Italia è poco più del 15% della propria operatività. Più investimenti, uguale più occupazione, è una legge economica».

Quanto incide negativamente lo stallo autorizzativo?

«Oltre una incidenza industriale negativa anche poca occupazione e meno energia interna. Vuol dire che gran parte dell’energia in Italia è approvvigionata all’estero. Questo si traduce in una “impotenza industriale e commerciale”, non si ha alcun potere da parte delle aziende italiane di gestirla, quindi nei momenti di aumento dei prezzi o di crisi energetiche internazionali come in questi mesi, nel nostro Paese possiamo solo rivenderla senza avere alcuna facoltà di gestire o calmierare un prezzo sul mercato: assenza di politica di pricing. Oltre a questo abbiamo tante aziende estere che hanno investito da anni nella ricerca energetica in Italia, non possiamo rischiare di perderle, bisognerebbe pensare un po’ di più a questo aspetto e non trascurarlo».

Intanto il petrolio schizza verso i 100 dollari…

«Ormai è un punto di sfondamento certo e assodato, anzi, possiamo aspettarci anche qualche punto in più. Questo significa per l’Oil & Gas recuperare finanziariamente sugli investimenti in corso ma iniziati qualche anno fa, dove nessuno poteva prevedere un periodo del genere. Stiamo uscendo da una forte crisi dovuta al Covid-19 e questo ci permette di sviluppare con più attenzione grandi investimenti anche in nuove collaborazioni estere».

Quanto può incidere positivamente il PNRR in tema transizione ecologica? Quale sarà il nuovo ruolo del petrolio in futuro?

«Giudico il PNRR ottimo. Le transizioni sono normali in tutti i cicli industriali e anche senza scriverle avvengono per una giusta causa, è l’evolversi dei cicli produttivi ed economici. Anche l’Oil & Gas da anni è in continua evoluzione per una eco-sostenibilità e un impatto ambientale diverso. Purtroppo quando si parla dei “petrolieri” si tende sempre a criminalizzare. Il petrolio è una risorsa naturale, doveva già finire 40 anni fa ma, come per magia, ce n’è sempre di più. In giro per il mondo le nostre aziende continuano a operare con nuovi giacimenti e infrastrutture di collegamento e raffinazione all’avanguardia. L’Europa e l’Italia non sono il Mondo, se vogliamo vedere che cosa il Petrolio regala bisogna guardare a Libia, Arabia Saudita, al Mozambico di questi ultimi anni per l’LNG (Gas Naturale Liquefatto), Congo, Angola, America Latina e potrei continuare».

Visto il contesto, come si possono aiutare le famiglie italiane alle prese con il caro bollette? I sostegni del governo italiano basteranno?

«Le misure adottate dal governo sono positive ma qualche sforzo in più penso lo dovremo fare tutti. Questa situazione è molto forte, non sono aumenti, sono raddoppi di bollette. Il problema è che la scia proviene già da due anni di Covid-19 con aziende, esercenti e privati in difficoltà. Positivo che diverse realtà energetiche abbiano attivato soluzioni e procedure che possono dare aiuto nei pagamenti e altri strumenti di sostegno. In questo momento è importante l’aiuto alle famiglie italiane».

Come sta agendo l’Italia in tema SEN – Strategia Energetica Nazionale 2030 di cui i punti guida sono allineare i prezzi del gas a quelli europei, contenere la spesa energetica di famiglie e imprese, azzerare l’uso carbone, aumentare l’efficienza energetica nel settore residenziale e dei trasporti, con 175 miliardi di investimenti?

«È presto ancora per dare un parere o fare un bilancio, la cosa però che deve far riflettere è che il 2030 è vicino. FederPetroli Italia sta lavorando sempre più con le istituzioni, se c’è volontà, c’è anche sviluppo, intendo da parte di tutti. Ci vogliono leggi e direttive certe, efficaci e dirette. L’indotto energetico gioca in una competitività globale e il margine di errore è ristrettissimo». ©

Mario Catalano

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