sabato, 20 Aprile 2024

Fondi coesione per i rifugiati, si allargano le maglie della flessibilità Ue

DiRedazione

10 Marzo 2022 ,

Flessibilità nelle regole per i fondi di coesione, al fine di aiutare i rifugiati ucraini. È l’ultima sortita in termini di flessibilità da parte dell’Unione europea, messa alle strette da una nuova emergenza. Quella della guerra russo-ucraina. Il piano «Care», questo il nome della proposta della della Commissione Ue, consentirà agli Stati Membri di usare i finanziamenti della programmazione 2014-2020. Ciò sarà possibile grazie a uno strappo alla regola che permetterà di rendicontare queste spese, inserendole nell’esercizio contabile 2021-2022.

ORA SPAZIO ALLA FLESSIBILITA’ ANCHE NEI PNRR?

Con il piano «Care» l’Europa introduce quindi ulteriore flessibilità. E lo fa per la seconda volta, in soli due anni, stravolgendo così il proprio consolidato paradigma di bilancio. Prima dell’emergenza sanitaria, le politiche fiscali infatti erano del tutto orientate al contenimento della spesa pubblica. E proprio mentre ci accingevamo alla fase post-covid, con un ritorno alla «normalità» anche nei conti pubblici, ecco che la guerra russo-ucraina ha sparigliato nuovamente le carte. Difficile dare per certe previsioni sul futuro, ma tutto fa pensare che presto l’Ue aprirà la porta a un ulteriore cambiamento. Anche se da più parti viene smentito, è molto probabile che i Pnrr (Piani di ripresa e di resilienza) dei vari Stati Membri possano essere revisionati. Il primo a prospettare una possibilità di questo tipo a gennaio, era stato proprio il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Poi seccamente smentito da Bruxelles. Un’opzione che alla luce dello scenario economico completamente stravolto dalla guerra, dall’inflazione e dalla decrescita, non sembra impraticabile.

UN RECOVERY PLAN PER L’ENERGIA, MISSION IMPOSSIBLE A VERSAILLES

Il primo dogma a cadere con l’incedere dell’emergenza pandemica due anni fa, fu il vincolo del Patto di Stabilità (rapporto debito pubblico/Pil non oltre il 60% e deficit al 3% del Pil). Ed era questo originariamente il tema in agenda al vertice europeo che si terrà a partire da stasera a Versailles. L’incontro informale nella città francese infatti doveva essere l’occasione per procedere a un primo brainstorming sulla modifica dell’accordo europeo più discusso. Ma l’attualità è tiranna, e quindi a catalizzare l’attenzione dei Capi di Stato sarà la crisi ucraina e in particolare un aspetto, quello relativo alla crisi energetica. La crescita del 4% prevista nel 2022 ormai rischia di essere un miraggio, anche a causa dei costi elevatissimi delle materie prime. E l’ipotesi di un Recovery Plan per l’energia, che per il momento non raccoglie molti adepti, potrebbe essere un’ulteriore apertura alla flessibilità. Un concetto questo che si sta lentamente trasformando da tabù a parola d’ordine.

Marianna D’Alessio

Photo: Pixabay