giovedì, 28 Marzo 2024

Sanzioni alla Russia: ecco i gruppi italiani più esposti

Sommario

Tra i gruppi italiani più a rischio dopo l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni contro la Russia decise dal blocco occidentale troviamo i due big del settore bancario.

BANCHE E RUSSIA: UNICREDIT E INTESA SANPAOLO SOTTO LA LENTE

La controllata russa di Unicredit è la quattordicesima banca del Paese con circa 8 miliardi di euro di prestiti. Una presenza di rilievo che ha destato molte preoccupazioni tra gli investitori e causato un forte ribasso del titolo in borsa. Il gruppo guidato da Andrea Orcel ha però rassicurato il mercato comunicando che anche nel caso peggiore, ovvero di totale azzeramento delle posizioni in Russia, il CET1 ratio – capitale di classe 1 rapportato alle attività ponderate per il rischio – resterebbe sopra il target del 12,5-13,0%. Questo consente a Unicredit di confermare sia il dividendo proposto per il 2021 – pari a 1,2 miliardi di euro – sia il riacquisto di azioni fino a 2,58 miliardi di euro.

Interessante segnalare che a fine gennaio – ovvero appena un mese prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina – Unicredit ha rinunciato all’acquisizione della banca russa Otkritie a causa dello sfavorevole contesto politico. La decisione si è rivelata quanto mai azzeccata dato che a inizio marzo Otkritie è stata bannata dal sistema SWIFT. Molto più limitata la presenza in Russia di Intesa Sanpaolo: i prestiti erogati sono pari a circa un miliardo di euro. Ma il gruppo guidato da Carlo Messina è coinvolto nella maggior parte degli investimenti sulla direttrice Italia-Russia.

GENERALI ALLENTA I LEGAMI

Più contenuta l’esposizione di Generali, presente in Russia tramite una partecipazione di minoranza pari al 38,5% in Ingosstrakh. Generali ha annunciato che lascerà gli incarichi ricoperti nel consiglio di amministrazione della compagnia assicurativa russa e quindi non sarà coinvolta nella gestione. Decisa anche la chiusura dell’ufficio di rappresentanza a Mosca e lo stop alle attività di Europ Assistance.

GRUPPI INDUSTRIALI ITALIANI PRESENTI IN RUSSIA

Tra i gruppi industriali spicca il caso Maire Tecnimont. Nel comunicare i risultati dell’esercizio 2021 il management ha fatto presente che ben il 17% del portafoglio ordini complessivo fa riferimento alla Russia. Il controvalore è di circa 1,5 miliardi di euro. Inoltre a fine gennaio Maire Tecnimont si è aggiudicata una commessa da Rosneft del controvalore di 1,1 miliardi di euro per la realizzazione di un complesso di Hydrocracking a 200 chilometri da Mosca, il cui destino appare ora molto incerto. Complicata anche la posizione di Buzzi Unicem: il gruppo cementiero realizza quasi il 10% dei ricavi in Russia e Ucraina, quasi il 20% di ricavi ed EBITDA nell’Europa Orientale. ©

Simone Ferradini

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Foto: michael parulava da unsplash