giovedì, 25 Aprile 2024

Accesso al credito: volano i prestiti grazie all’online, ma non per tutti i settori

Sommario

Il credito al consumo esplode nonostante la crisi. I dati Assofin del primo trimestre 2022 evidenziano una crescita del 17,4% su base annua, un dato straordinario, che non si vedeva da prima della pandemia. «Di fatto è una crescita che ci riporta alla situazione del mercato prima del Covid-19, ora che le famiglie italiane riprendono a chiedere prestiti per le vacanze, per gli eventi familiari e per gli acquisti», dice Francesco Caso, Direttore Generale di Compass Banca (Gruppo Mediobanca). «Lo vediamo anche nei nostri dati: in questi nove mesi abbiamo erogato prestiti per circa 5,6 miliardi di euro, con un ritorno ai livelli pre-pandemia». Ma ciò che più sorprende è che la crescita avviene a dispetto del rallentamento del mercato dell’automobile, tradizionale traino del settore.

Come si spiega la crisi dei prestiti per auto e moto?

«È dovuta soprattutto alle sofferenze del comparto che sta arrancando a causa della scarsità della materia prima, soprattutto i chip, e dei problemi di produzione derivanti. Vi sono stati poi alcuni problemi secondari, come il blocco di Evergrande, il colosso immobiliare cinese, che hanno a loro volta rallentato la produzione. D’altra parte, il settore dell’auto usata ha compensato molto, nonostante adesso affronti a sua volta qualche difficoltà, derivante dal fatto che, diminuendo gli acquisti di auto nuove, viene meno anche la disponibilità di veicoli da rivendere, portando aumenti. Oramai i livelli di prezzo dei due ambiti, paradossalmente, sono quasi paragonabili».

E allora da quali settori proviene questa ripresa?

«Una spinta importante dal mondo dell’elettronica: durante la pandemia, tutti noi ci siamo dovuti dotare degli strumenti utili a lavorare da casa. Poi ci sono i prestiti personali, che si sono ripresi in pieno dopo aver sofferto più degli altri durante il lockdown. Un ultimo fronte fondamentale è quello del risparmio: proprio a causa della riduzione delle spese straordinarie, era aumentato e gli italiani avevano meno bisogno di credito. Adesso che i consumi sono in ripresa, il risparmio diminuisce e il credito cresce».

Quali sono i principali trend del mercato?

«L’aspetto principale, cui non assistiamo solo noi, ma tutto il settore, è la netta accelerazione dei canali digitali che la pandemia ha prodotto. Il numero di prestiti stipulati passando dal web è aumentato moltissimo e cresce l’abitudine a usarlo, quantomeno per informarsi. Magari il prestito si stipula ancora in filiale, ma lo “scouting” precedente all’appuntamento lo si ricava da internet, non dalla tv o dalla radio. Poi esistono alcuni che si buttano su un percorso di richiesta di prestito condotto totalmente in digitale. Tuttavia, è ancora una componente minoritaria del totale, per noi circa il 10% dei prestiti, a fronte di un 25-26% che usa internet solo per informarsi. Ma si tratta di un numero in forte crescita, con l’approcciarsi a questo mondo di nuove generazioni, più abituate a questo tipo di modalità. L’altro trend, che viaggia in parallelo, è quello del finanziamento agli acquisti on-line con prestito finalizzato. In Italia non aveva mai preso piede, a causa di una complessità di processo che lo rendeva inadatto al mondo digitale, più veloce su tutto. Ma ora che il processo è stato facilitato per l’utente, assistiamo a un grande sviluppo».

Come è cambiato con la pandemia il profilo del cliente medio?

«Sul credito al consumo tradizionale la clientela è rimasta più o meno la stessa, ma c’è stato un grande cambiamento originato dal mondo del “buy now, pay later” (la possibilità di rateizzare alcuni acquisti online a tasso zero ndr), che ha preso una tipologia di cliente nuova. Si tratta più spesso di giovani che non hanno mai contratto debiti, anche perché non si tratta di un vero e proprio finanziamento, ma di una dilazione offerta dal venditore in maniera gratuita. Di conseguenza, non comporta oneri aggiuntivi e particolare complessità, attirando così una clientela su cui tradizionalmente il credito non faceva presa».

Ma queste nuove forme digitali permettono di verificare la solvibilità del consumatore?

«Sì, anche se si ha maggiore difficoltà a prevenire le frodi. Chiaramente su un processo effettuato in tempo reale è più difficile effettuare le opportune verifiche di identità. Ma nel momento in cui il cliente sia in buona fede e si presenti per chi è realmente, ci sono tutti gli strumenti per valutarne le disponibilità».

Che cosa attendersi, quindi, dal mercato nei prossimi mesi?

«Mi aspetto in generale una continuazione dei trend di cui abbiamo parlato prima. C’è poi un fondamentale tema di regolamentazione, perché è in discussione una nuova normativa europea sul credito al consumo che potrà interessare anche il BNPL. Nello specifico, ci si aspetta una presa di posizione che ponga maggiore attenzione alla trasparenza e alla verifica del sovraindebitamento».

Che impatto avrà l’aumento dei tassi d’interesse?

«L’aumento del costo del denaro si trasferirà per forza sul prezzo del credito. Lo stiamo già vedendo sui mutui. Per ora sul credito al consumo non ci sono state ancora ripercussioni ampie, ma è un problema che ci riguarderà presto. Questo anche perché è in aumento il rischio di mercato. La pandemia aveva portato a un forte miglioramento del rischio di credito: le persone, avendo maggiori risparmi e meno occasioni di spesa, avevano maggiori disponibilità per pagare le rate. In secondo luogo, perché anche gli operatori, di fronte all’enorme incertezza di inizio 2020, avevano deciso di essere più prudenti sull’erogazione. È evidente che con il ritorno alla “normalità” post-pandemia, l’aumento dei consumi ha portato a erodere un po’ i risparmi e le società finanziarie hanno ripreso a erogare con minori restrizioni. La somma dei due fenomeni dovrà necessariamente riportare anche un aumento nel costo del credito».               ©

Marco Battistone

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Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".