Si torna a navigare e soprattutto ad acquistare: è un mercato in ripresa quello nautico e in particolare quello degli yacht, sebbene il conflitto in Ucraina continui a provocare conseguenze fortemente negative al mercato e quindi all’intero comparto del turismo nautico di lusso in tutto il Mediterraneo, a causa dell’uscita di scena degli ingenti investimenti russi. Ma, detto questo, l’industria cantieristica navale ha ripreso le vecchie abitudini di eccellenza: «Il mercato, nonostante la coda della pandemia da Covid-19 e le conseguenze tangibili del terribile conflitto in Ucraina, sta fornendo segnali incoraggianti di ripresa. Segnali che riguardano alcune aree strategiche anche lungo la penisola italiana, a fronte di ovvie aree di sofferenza, in particolare dove nelle stagioni passate si è concentrato il turismo nautico russo», dice Teo Titi, presidente di Federagenti Yacht.
«È troppo presto, però, per tracciare bilanci. Ma guardiamo con ottimismo alla stagione appena iniziata».
È chiaro, i soldi che spendevano i russi mancano e questo fattore sta influendo sul mercato. «Inutile far finta che non esistano conseguenze negative. Gli yacht, specie quelli di grandi dimensioni e della fascia più alta, riconducibili a proprietà russe, rappresentano una quota rilevante del mercato mondiale, fra il 10 e il 15%».
Ma non ci sono solo i russi a rendere il mercato più complesso. La voglia di reazione del comparto è, infatti, bilanciata e in parte condizionata dal fattore psicologico che ancora oggi tiene lontani dall’Europa e dal Mediterraneo in particolare clienti dell’area nord americana e anche, in parte minore, nord-europei.
Cos’è più forte, però, la paura di riavvicinarsi al bacino mediterraneo o la voglia di riscatto di tutto il settore?
«Il mercato del turismo di lusso sul mare ha dinamiche del tutto particolari. Se da un lato, specie sul mercato americano, si manifestano alcune remore rispetto all’utilizzo dei maxi yacht nel Mar Mediterraneo, sono certo che il potere di attrazione del mare nostrum contribuirà a dissipare fantasmi del tipo Europa in guerra».
Il ruolo dell’Adriatico
La recente Biennale di Venezia, insieme al Salone Nautico sempre in laguna, sembra aver riportato il Mediterraneo alla sua centralità. Questo è un trend che può continuare? E l’Adriatico che ruolo può giocare in questo contesto?
«Certamente l’Adriatico ha enormi potenzialità, ma rimane il problema della mancanza di infrastrutture portuali dedicate. La Biennale da diversi anni è divenuta un attrattore per gli ospiti dei mega yacht con benefici non solo per Venezia, ma a cascata per tutto l’Adriatico. Questo dimostra che in questo mercato è necessario creare un valore aggiunto, una motivazione per un’esperienza diversa, in grado di attivare un effetto calamita molto importante».
Secondo una ricerca di BOAT International, per quest’anno la domanda di superyacht continuerà a superare l’offerta. Come si può coniugare questa tendenza con la ripresa – auspicata – del mercato?
«La chiave per coniugare questa tendenza con la ripresa è rappresentata dalla professionalità e quindi dalla capacità degli operatori, che in questo mercato agiscono, di fornire risposte immediate in termini di efficienza e affidabilità».
Materie prime, la carenza si sente meno che in altri settori
Come influisce sulla costruzione di nuove navi la carenza di materie prime, soprattutto parlando dei semiconduttori?
«Il problema della fornitura e sub fornitura nella cantieristica nautica è tale già dal primo periodo Covid-19, quindi a prescindere dalla guerra. Le cause sono la carenza di manodopera specializzata e il boom di ordini dietro ai quali la filiera fa fatica a rispondere nei tempi dovuti. Nello specifico dei materiali, il problema non riguarda i semi conduttori, ma bensì il prezzo dei metalli in genere, non la disponibilità». Però c’è anche l’altra faccia della medaglia.
«Va tuttavia riconosciuto che la domanda così marcata di barche ha generato un aumento dei prezzi sui mercati e il fatto che il mercato accetti oggi prezzi superiori fa sì che anche la fornitura possa permettersi di pagare i materiali dei sub fornitori con prezzi maggiori. Non si tratta di aggirare la carenza di prodotti, ma più semplicemente stiamo parlando di mercati del lusso o comunque di target molto alto, cui si rivolgono in prima battuta i fornitori. Preferendo fornire i cantieri nautici rispetto ad altri settori condizionati oggi da una domanda meno allettante. Il vero problema oggi, è invece la disponibilità di operatori specializzati, sia nei cantieri sia tra i fornitori. Manca lavoro, dal primo livello tecnico, fino agli ingegneri».
Ostacolo burocrazia
A peggiorare paradossalmente le cose, contribuisce la burocrazia nonché le limitazioni normative. L’ultima, una sentenza della Corte di giustizia europea legata alla problematica dei timbri in uscita sui passaporti che ha creato grande apprensione nel mercato verso l’Italia rispetto ad altri paesi dell’Ue.
Parlando del rincaro di materie prime, vengono subito in mente i rialzi che hanno subito i prezzi dell’acciaio e dell’alluminio. Quanto spaventa il settore e quanto può incidere, in particolare sulle nuove costruzioni?
«Più alta è la fascia degli acquirenti, più i rincari tendono a stemperarsi e a influire in modo meno rilevante sul potere e sulle scelte di acquisto».
Italia rimane leader
Qual è lo stato di salute della cantieristica italiana per le navi di lusso ed extra-lusso?
«Straordinario. Nella fascia 30-50 metri la concorrenza a livello mondiale è tutta giocata tra cantieri del nostro Paese. Siamo leader indiscussi in questo segmento, con un back log che sfiora le 200 unità e che supera in valore economico i 3 miliardi di euro. Economia che si riverbera anche su tutte le aziende dell’indotto».
È un buon momento per vendere/comprare yacht? «I fattori che condizionano il mercato sono molteplici. A leggere i dati relativi al portafoglio ordini per la costruzione di grandi imbarcazioni da diporto si può affermare che è un momento di straordinaria buona salute. Il che tende anche a valorizzare gli investimenti, specie in presenza di sempre nuove fasce di potenziali acquirenti anche in Paesi, come la Cina, sino a oggi assenti».
Linkedin: Alessio Incerti
Copertina: oreundici via Canva.com
Intervistato: Teo Titi, Federagenti Yacht
Foto Interna: Marcin Ciszewski da Unsplash