giovedì, 18 Aprile 2024

È davvero possibile azzerare la nostra dipendenza dalla Russia in un anno e mezzo?

indipendenza

Raggiungere l’indipendenza energetica dalla Russia entro 18 mesi. Questo l’obiettivo dell’Italia, espresso dall’ormai dimissionario Presidente Mario Draghi nel suo ultimo discorso al Senato. Su questo fronte il nostro Paese è già sulla buona strada: dall’inizio della guerra in Ucraina l’Italia ha ridotto la percentuale di gas russo importata dal 40% a meno del 25% del totale. Ma sarebbe davvero possibile ridurla a zero in soli 18 mesi, come promesso da Draghi? L’analisi dei dati SNAM fatta dall’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, rivela che l’Italia sta già sfruttando al massimo tutti i gasdotti non russi a sua disposizione. L’Algeria aumenterà le sue forniture di 4 Gmc/a (milioni di metri cubi annui), grazie ai nuovi accordi, ma non potrà fare di più nel breve periodo. Il TAP, il gasdotto azero, è già oltre la portata massima. Esiste un progetto di raddoppio, ma impiegherebbe 4 anni per essere realizzato. I gasdotti del Nord Europa potrebbero presto ridurre le forniture, se la Russia decidesse di chiudere i rubinetti entro l’inverno. Ci sarebbe il gas libico, ma l’instabilità del Paese lo rende un’opzione poco praticabile.

Il ruolo dei rigassificatori di Piombino e Ravenna

Sommando tutte queste fonti, all’Italia manca ancora il 22% dei consumi annui per essere completamente indipendente, circa 16 Gmc/a. Per coprire questa mancanza rimane soltanto il GNL, il gas liquefatto portato via nave, che va inserito nella rete tramite i rigassificatori. Anche queste infrastrutture stanno già lavorando al massimo della loro capacità, e quindi il Governo ha progettato due navi rigassificatrici a Piombino e Ravenna. Con procedure straordinarie, sarebbe possibile attivarle in 18 mesi, ottenendo altri 10 Gmc/a. Sommati a quelli algerini, si arriverebbe a 14 Gmc/a, due in meno della quota indipendenza. Questo però è lo scenario più ottimista, che non tiene conto della riduzione delle forniture dal Nord Europa e del nuovo clima politico, che potrebbe rallentare i progetti dei rigassificatori. Al momento quindi, la previsione di Draghi sembra di difficile realizzazione.

Matteo Runchi

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