lunedì, 7 Ottobre 2024

Il pianeta può sostenere 8 miliardi di persone?

Sommario

Un miliardo in 12 anni. Secondo i più recenti dati, la popolazione mondiale ha raggiunto oggi il traguardo storico degli 8 miliardi, a soli 12 anni dal raggiungimento del settimo. E il trend è lungi dall’inversione, visto che secondo le proiezioni il picco non arriverà prima degli ultimi decenni del secolo, con stime che oscillano intorno poco sotto gli 11 miliardi di abitanti. Ma il pianeta può sostenere un numero così alto di persone?

C’è spazio per tutti

A livello teorico, i dati non sono così scoraggianti. Per farci un’idea delle proporzioni, se immaginassimo di disporre l’intera popolazione globale in una sola area piana, assegnando a ciascuno un metro quadro, non raggiungeremmo nemmeno metà dell’area urbana della sola Pechino. Sempre su un piano teorico, se prendessimo 1 acro di terra agricola per nutrire ciascun abitante del pianeta (una proporzione da ritenuta più che generosa se si prendono in considerazione condizioni di media efficienza), basterebbero poco più di 3 miliardi di ettari di terreni agricoli per sfamare l’intera umanità. Se pensiamo che la superficie agricola totale del pianeta è di circa 5 miliardi di ettari, soddisfare i bisogni di tutti non sembra così impossibile.

Più popolazione non vuol dire più consumi

Insomma, l’aumento di popolazione non porta in sè così tanti problemi sul piano della sostenibilità. Lo spiega perfino l’ONU, in un rapporto uscito quest’anno. In esso si legge che «l’aumento nel reddito pro capite si è dimostrato più rilevante della crescita della popolazione nell’aumento dei livelli di produzione e consumo. In pratica, sono le abitudini degli abitanti dei Paesi industrializzati a consumare la maggior parte delle risorse e a produrre più danni. Ad esempio, nel 2022 la popolazione indiana è cresciuta di circa 10 milioni di abitanti, mentre quella americana di solo 1,3 milioni. Eppure, basta guardare alle emissioni prodotte da ciascun abitante per ribaltare completamente il dato. Infatti, ciascun cittadino statunitense produce annualmente circa 14,7 tonnellate metriche di CO2, contro le sole 1,8 di un indiano. Non serve troppa matematica per vedere che la crescita demografica di certi Paesi è un problema minore dei consumi di altri.

Il problema è sul lungo termine

Quindi non c’è da preoccuparsi, la crescita della popolazione non è un problema di sostenibilità? Purtroppo, la risposta non è così semplice. Infatti, da un lato, come afferma l’ONU, l’aumento demografico tende ad «amplificare l’impatto dannoso dei processi economici sull’ambiente». E non è il solo problema: se guardiamo al lungo periodo, i pattern di sviluppo di ciascun Paese industrializzato si dividono in due fasi. Dapprima un periodo di aumento netto della popolazione, a causa di minore mortalità e maggiore disponibilità di cure. Poi una fase in cui un arresto nell’aumento della popolazione fa il paio con una sempre maggiore crescita economica, del benessere e, soprattutto, dei consumi. Insomma, se l’esplosione demografica dei Paesi in via di sviluppo non rappresenta oggi un problema, il rischio è che in futuro, se non si cercherà di intervenire con soluzioni adeguate, lo diventerà.

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Da sempre appassionato di temi finanziari, per Il Bollettino mi occupo principalmente del settore bancario e di esteri. Curo una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".