sabato, 20 Aprile 2024

Economia italiana: si vede la luce in fondo al tunnel?

Sommario
Un tunnel con in fondo la luce. Rappresenta l'economia italiana nel 2023

L’Italia chiude il 2022 con un sorprendente +3,8% sul PIL grazie al pareggio inaspettato del quarto trimestre. Ma cosa attendersi per l’economia italiana dal 2023?

Il 2023 ci metterà alla prova

La Banca d’Italia ha pubblicato le sue proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana, che anticipano il consueto Bollettino economico del 20 gennaio. Lo scenario di base rivede leggermente al rialzo il risultato del 2022, con una crescita del 3,8%. Ma inflazione e guerra fanno sentire il loro effetto: per il 2023, Bankitalia prevede che il PIL crescerà dello 0,4%, per poi riprendersi nel 2024 e nel 2025 (+1,2% entrambi gli anni). A quanto pare, il periodo che ci attende sarà il più difficile, con un calo dell’attività economica che si protrarrà fino alla primavera di quest’anno. Dopodiché, dovrebbe registrarsi una crescita contenuta ma costante, che consentirà di chiudere l’anno leggermente in positivo. Uno schema che sarà analogo sul piano dei consumi, cresciuti fortemente nel secondo e nel terzo trimestre del 2022, in seguito all’abbandono delle restrizioni legate alla pandemia.  Ma nella parte finale dell’anno, l’aumento dei prezzi rispetto al reddito della popolazione ha visto una contrazione delle spese familiari, che continuerà nei primi tre mesi del 2023.

Le variabili da tenere d’occhio

D’altronde, i dati riportati sono indicativi, in quanto influenzati dalla forte incertezza riguardo agli sviluppi del conflitto in Ucraina. Lo scenario di base è fortemente colpito anche da variabili come l’andamento del commercio internazionale e le condizioni monetarie. Il primo, colpito prima dai colli di bottiglia nelle forniture e poi dal montare della tensione internazionale, si trova da alcuni mesi in un’impasse. Le seconde potrebbero essere modificate dalle scelte che le varie banche centrali faranno in materia di inflazione. Nel complesso, da queste condizioni dipenderanno gli esiti sulla disponibilità di materie prime e sull’andamento dei prezzi a livello globale e nazionale. E in particolare il dato sull’inflazione al consumo, destinata a scendere dall’8,8% al 7,3% grazie a una progressiva riduzione della componente energetica.

Lo scenario sfavorevole e l’incertezza

Esiste anche uno scenario avverso, che ipotizza l’andamento dell’economia in condizioni sfavorevoli. La variabile ipotizzata è un’interruzione dei flussi di materie prime energetiche da parte della Russia. Questa manderebbe alle stelle il prezzo dell’energia, mettendo in seria difficoltà le nostre capacità di approvvigionamento. Secondo questo scenario, nel 2023 l’economia calerebbe, invece di crescere, dell’1% e così continuerebbe anche nell’anno successivo, per poi stabilizzarsi nel 2025. Quest’ipotesi estrema vedrebbe di conseguenza un generale impoverimento della popolazione, con un netto calo del potere d’acquisto delle famiglie. Infatti, l’inflazione al consumo nel 2023 si porterebbe addirittura all’11%. Per fortuna la proiezione non tiene conto di eventuali contromisure che potrebbero ridurre l’impatto del “taglio dei rubinetti”. Cionondimeno, è interessante notare l’ampio scarto tra le due proiezioni. Un dato che ci ricorda, nonostante le previsioni abbastanza positive, il forte peso dell’incertezza in un periodo come questo.

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Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".