mercoledì, 24 Aprile 2024
Silicon Valley Bank startup

Il fallimento di Silicon Valley Bank fa tremare il settore tecnologico americano. In particolare, la banca, la sedicesima più grande degli USA per depositi, era focalizzata in finanziamenti a startup, soprattutto attraverso venture capital. Quali saranno le conseguenze del crac sul mondo dell’innovazione americano?

Il problema dei depositi

Stando ai dati, nel 2021 circa la metà di tutti i fondi di finanziamento a startup negli Stati Uniti erano legati a SVB. In particolare, in quanto prima banca della Silicon Valley, SVB poteva vantare legami a stretto giro con il mondo tech. Col suo collasso, sono a rischio ben 175 miliardi di depositi totali, per lo più detenuti da aziende del settore. Dopo i falliti tentativi di trovare un acquirente privato, hanno preso le redini della questione le agenzie federali competenti: Federal Reserve e FDIC (Federal Deposits Insurance Corporation). Da norma, i depositi assicurati dalla FDIC sono solo quelli per importi superiori ai 250˙000 dollari. Ma, trovandosi di fronte a una banca prevalentemente attiva nel segmento corporate, il 93% dei depositi uscivano dalla garanzia, secondo la valutazione della Fed. Tenuto conto di questo, stamane Fed, FDIC e il Diparimento del Tesoro hanno diramato un comunicato congiunto in cui hanno annunciato che «i creditori avranno pieno accesso al loro denaro» a partire da oggi. Una soluzione analoga a quella escogitata per Signature Bank, fallita nel frattempo per ragioni simili.

I rischi residui

Nonostante l’assicurazione dei creditori, le conseguenze del dossier SVB sul mondo startup sono piuttosto pesanti. Le imprese americane del tech, perlopiù fortemente indebitate e dunque già molto colpite dai rialzi dei tassi, perdono un finanziatore d’eccezione. In più, nella criptica dichiarazione federale si legge che «gli investitori e alcuni debitori non assicurati non saranno protetti». Insomma, se i correntisti si salvano, il danno agli investitori resta e, come già annunciato da Janet Yellen, segretario del Tesoro americano, un bailout resta fuori di discussione. Ma ancora più preoccupante appare la menzione di alcuni «debitori non assicurati» e su ciò che potrebbe significare. Una domanda che si staranno facendo in molti, visto che SVB era, fino a settimana scorsa, uno dei veicoli di finanziamento preferiti dalle startup americane. Ma la risposta, in attesa di chiarimenti, resta confinata negli uffici di Washington.

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Studente, da sempre appassionato di temi finanziari, approdo a Il Bollettino all’inizio del 2021. Attualmente mi occupo di banche ed esteri, nonché di una rubrica video settimanale in cui tratto temi finanziari in formato "pop".